Capitolo 2 - Italy Grand Prix

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Finalmente potevo tornare a correre. Dopo tre settimane di simulatore il dottore aveva detto che la schiena era guarita del tutto e che potevo tornare a gareggiare. Sarei morta di dispiacere se non avessi potuto partecipare al Gran Premio di Imola. Il Gran Premio della mia Italia, la mia casa. Quella settimana sprizzavo gioia da tutti i pori, le prove libere erano andate benissimo. Ero determinata a vincere questo GP e avrei fatto il possibile per riuscirci. Le strategie dettate dal team sembravano incredibilmente ottime e questo mi dava ancora più speranza. Ma d'altro canto anche Charles era determinato a vincere e sapevo non mi avrebbe reso le cose semplici. Entrai nel paddock sotto gli occhi di tutti, c'erano alcuni fan all'ingresso a cui avevo firmato degli autografi e scattato qualche foto insieme. <<Buongiorno!>> salutai raggiungendo alcuni piloti che mi salutarono con abbracci e baci sulle guance.
<<Come ci si sente a gareggiare per la prima volta in casa?>> chiese Lewis Hamilton.
<<Non sto nella pelle.>> sorrisi. <<Sono così emozionata, sento che andrà tutto per il meglio ed il supporto dei fan è qualcosa di spettacolare.>>
<<La Ferrari ha buone possibilità questo weekend.>> proferì Yuki Tsunoda, pilota dell'AlphaTauri.
<<Spero di portare la Ferrari alla vittoria, iniziare terza è un buon punto.>> ammisi con un sorriso a trentadue denti, che scomparve quando sentii un tono gelido dietro di me.
<<La Ferrari vincerà questo Gran Premio.>> mi girai, due occhi verdi erano fissi su di me. <<Ma non sarà grazie a te.>> a quelle parole sentii la pelle bruciare dalla rabbia.
<<E grazie a chi?>> chiesi retorica. <<Certamente non grazie a te, che non raggiungi il podio da cinque gare.>> aggiunsi con tono avvelenato.
<<Io ho continuato a guidare in queste settimane nonostante l'incidente che hai causato nel Gran Premio del Giappone, forse è per questo che non sono andato tanto bene, non credi?>> continuò con sarcasmo tagliente. <<Facile gareggiare dopo settimane di riposo.>>
<<Ma se sei stato tu a schiantarti addosso alla mia macchina.>> gli altri piloti restarono in silenzio, non volendosi intromettere in questa discussione.
<<Non abbiamo bisogno di incompetenti come te, sei solo un pericolo in pista. La FIA dovrebbe cacciarti.>> a quelle parole Lewis si intromise nella conversazione.
<<Charles.>> lo guardò severo. <<Adesso basta.>>
<<Certo, difendila pure.>> sbraitò allontanandosi. Andai nella direzione opposta, troppo arrabbiata per restare con gli altri e per paura di trattarli male. Iniziarono i preparativi della gara, mi infilai il balaclava ed il casco, entrai in macchina e aspettai che gli ingegneri mi dessero il via libera per uscire dal box. La rabbia e l'adrenalina scorrevano nelle vene, rendendomi ancora più determinata a vincere. I minuti passarono ed iniziammo il giro di formazione. Mi fermai al terzo posto, poi guardai i fari rossi diventare verdi e accelerai. La gara iniziò, davanti a me Lewis e Verstappen nelle loro monoposto. Mi avvicinai a loro nel rettilineo, ma nel variante Tamburello rallentai allontanandomi da loro, vidi una vettura rossa superarmi ed immaginai il sorriso compiaciuto sul volto di Charles mentre mi sorpassava. Il tempo passava, mancavano sempre meno giri alla fine della gara. Ogni tanto Perez mi dava filo da torcere, determinato ad ottenere più punti in classifica. Dopo i pit stop scendevo dalla top five alla top ten, ma in un modo o nell'altro riuscivo a recuperare la quarta posizione. Mancavano tre giri alla fine della gara, avrei dovuto sorpassare ognuno di loro in un giro. Feci un respiro profondo e mi concentrai. Portai la macchina al limite, le gomme le avevo cambiate un paio di giri prima, dandomi un grande vantaggio sulle vetture davanti a me, con le ruote consumate e troppi pochi giri per fare un pit stop.
Vidi la Mercedes di Hamilton a pochi metri dalla mia, una curva in prossimità. Mi avvicinai quanto più possibile, ormai toccavo quasi la sua auto. Imboccammo la curva insieme, lui la fece più stretta, ma il degrado delle gomme non era di aiuto. <<Ben fatto.>> sentii dirmi dal muretto. <<Davanti hai Charles e Max.>> accelerai allontanandomi dalla vettura del britannico, terminai il giro, ne mancavano solo due. Finalmente vidi il posteriore della Ferrari di Charles.
<<Se lo vuoi sorpassare, assicurati di vincere.>> informò Andrea dal muretto. Aveva ragione, Charles era il primo pilota, avrei dovuto essergli di aiuto, ma la sete di vittoria e di fargli vedere quanto io valga era troppo forte. La vettura di Max era poco più avanti delle nostre Ferrari, sul rettilineo superai Charles. <<Porta a casa la vittoria.>> ero sicura che Andrea stesse sorridendo compiaciuto. <<Copy.>> risposi.
Max era a cinque secondi di distanza da me, ma mi avvicinavo sempre di più. Avevamo completato il penultimo giro, era questa la mia occasione. Avevo Max davanti e Charles dietro che mi seguiva, alla penultima curva del tracciato la Ferrari numero sedici mi superò, trovandomi le due vetture davanti. <<Sei a 0.9 secondi da Charles. Zona DRS.>> mi informò Andrea.
<<Copy.>> gli occhi si illuminarono. Attivai i DRS sul rettilineo e rapidamente lasciai Charles e Max alle mie spalle. Tagliai il traguardo con un groppo in gola.
<<P1.>> urlò Andrea nelle mie orecchie.
<<Abbiamo vinto, cazzo!>> urlai in risposta, sovrastata dalle emozioni. <<Sto per piangere.>> aggiunsi ridendo e facendo girare la macchina sul tracciato. Scesi dalla vettura una volta posizionata al primo posto e abbracciai il mio team. <<Congratulazioni!>> mi dicevano ripetutamente, il cuore mi batteva di gioia. Gli spalti erano tinti di rosso e urlavano il mio nome.

Fuori Pista - Charles LeclercWhere stories live. Discover now