Senti caro, sono poliglotta io - Sol Santos

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Se non sapete che vuol dire essere poliglotti siete ignor-
Scherzo
Vuol dire saper parlare molte lingue
Mi dileguo

Sbattei la testa sul mio cuscino disperata. Mancavano tre giorni ed Eric avrebbe vinto la sfida. Non. È. Giusto.

Ceh, quelle sue si amano alla follia da più di un anno, ed è tanto sperare che si bacino entro tre giorni? Onestamente rispondermi da sola sarebbe stato da depressi, quindi non lo feci.

Gli Stoll mi chiamarono per andare a fare colazione e seguii tutta la cabina di Hermes verso il padiglione. Dopo aver sacrificato tre mirtilli a mia madre e la fragola più grande ad Hermes mi sedetti al tavolo vicino ad Ashely.

Mangiai in silenzio, cercando di trovare la Giadivia con lo sguardo. Una volta individuata (precisamente si trovava nei posti laterali dei loro tavoli schiena contro schiena, chiamatemi stalker) dal tavolo di Ares incrociai lo sguardo di Eric.

Il ragazzo sembrava un po' imbarazzato e mi fece un cenno di saluto con la mano. Io distolsi lo sguardo probabilmente un po' rossa in faccia.

Ripensando continuamente ad un modo per far baciare la Giadivia (Ehi, sono pensieri leciti) capii che a suon di parole non si risolve nulla. La soluzione? Minacce, anche di morte se necessario.

Ora, non avrei davvero ucciso Giada, ma potevo anche mandarla in infermeria con la consapevolezza che lei non mi avrebbe tolto un capello ed avendo comunque la coscienza a posto. Ehi, la Giadivia DEVE diventare Canon. È una ragione di vita, tipo la Cassel, ma loro si sono già baciati almeno.

Decisi di andare e fare irruzione del tavolo di Ares. Avevo capito una cosa con la Giadivia: O ci penso o ci penso io, perché tanto, quelle due stanno sempre ferme.

Trovai Giada a mangiare un cornetto ed un Eric intento a mangiarsi i suoi KitKat al cioccolato bianco con un bicchiere di latte. Bambino.

-Parliamo- dissi facendo spostare di forza Eric. Ok, forse non proprio forza ma se ho stuzzicadenti al posto delle braccia non è colpa mia.

-Di cosa?- chiese lei. Ingenua -Devi baciare Olivia entro tre giorni- lei scoppiò a ridere. -E perché?- chiese ancora ridacchiando -Ho fatto una scommessa con questo qui- indicai suo fratello seduto vicino a me. -Ho un nome, sai?- -Zitto, Walking Dead- -Ma che poi non puoi corromperla!- -Non l'ho fatto!- -Lo volevi fare- -E come? A Giada servirebbero molti cioccolatini per farsi corrompere, e non ne ho così tanti!- -Ci saresti riuscita- -No, al massimo l'avrei minacciata di morte-Sembrò che avessi appena traumatizzato Giada, ma perché non mi conosce?

-In una scommessa non si può interferire- -E chi lo dice?- -le regole- -Sono scritte da qualche parte?- -Ehm, no- -Verba volant, scripta manent- -Da quando sai il latino?!- -Senti caro, sono poliglotta io- dissi vantandomi e tirando all'indietro i capelli per fare scena. Tipo un mezzo swish.

-E da quando?- -Ehm, pronto? Parlo portoghese e inglese alla perfezione. Inizio anche a parlare bene sia il latino che il greco- lui sbuffò.

-E non sbuffare- lui sbuffò di nuovo e lo feci anch'io, ma ero solo divertita. -La pianti?- -No- -Uffaaa- dissi comunque con un sorriso in faccia -Cretino- sembrò voler dire qualcosa ma si stette zitto.

Mi appoggiai sulla sua spalla e lo vidi arrossire con la coda dell'occhio. Non sei proprio abituato alle ragazze, eh? pensai ridacchiando.

-Te sai disegnare, no?- -Ovvio, sono figlia di un pittore che ti aspetti. Mi dedico maggiormente all'astratto però so fare anche il res- mi interruppe -Perché non disegni me?- -Ho già fatto dei cani nei disegni- lui sembrò offeso mentre io risi.

-Okok, scherzavo- dissi ancora ridacchiando. Pensai un po' al disegno che avrei potuto fargli. -Tu rimani qua, io vado a chiedere un consiglio- lui sbuffò, poi mi misi in piedi sulla sedia/panchina e gli scompiglia i capelli.

Progetto The Poisoned CampWhere stories live. Discover now