2. Il Dottor Boncuore

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1.

Questo documento nasce da ciò che ho scritto sul mio diario. Non è mia abitudine scrivere, ma mi fu consigliata dai medici, in modo che, ogni volta che fossi stato depressa per colpa della mia situazione, allora mi sarebbe bastato leggere dei miglioramenti fatti per sentirmi meglio. Lo scopo di questo mio sfogo – chiamiamolo così – non è solo quello di esorcizzare la mia esperienza, ma anche di avvertirvi del pericolo in cui potreste trovarvi. Per motivi di privacy, i nomi dei soggetti coinvolti appariranno puntati. Salvo quello di Boncuore.

Ma proseguiamo per gradi. La mia salute non è mai stata ottimale. Sin da piccola sono stata sottoposta a diverse operazioni, alcune anche molto rischiose. Sono passata per le mani di centinaia di professionisti del settore medico, ma dopo anni, il mio medico, che chiamerò qui soltanto dottor F. consigliò a me e ai miei genitori di rivolgerci al dott. Boncuore.

Il dottor F. mi disse che Boncuore era un luminare della chirurgia. Mio padre fece delle ricerche e rimase colpito: docente universitario, chirurgo di fama mondiale, inventore persino di strumenti utili per le operazioni chirurgiche, autore di centinaia di articoli scientifici illuminanti e tanto altro. Insomma, eravamo tutti contenti.

I miei genitori contattarono il dottor Boncuore e per fortuna decise di seguire il mio caso. Probabilmente, agli occhi di un tale professionista, il mio complicato quadro clinico doveva sembrare... stimolante. Una sfida, insomma.

Finalmente, arrivò il giorno delle presentazioni. Andammo io e mia madre, mio padre purtroppo ebbe un imprevisto al lavoro e non poté venire.

Nella sala d'attesa vidi i pazienti uscire dallo studio e rivolgersi al dottore come un uomo miracoloso. Riuscii a sentire la sua voce. Era profonda, calda e... suadente.

Fu il mio turno. Entrai nello studio del medico. Boncuore era seduto dietro la scrivania. Un uomo alto, occhi verdi, labbra sottili ma affascinanti, naso affilato. Mi fece un largo sorriso. << Benvenuti >> disse alzandosi. Stinse la mano a mia madre << Signora N., è un piacere e tu, invece, devi essere la signorina N. >> disse Boncuore. Io annuii un po' intontita. Era un bell'uomo, non me lo sarei mai aspettata, e la cosa mi lasciò... interdetta.

<< Posso chiamarti per nome? >>.

<< Certo, dottore >>.

<< Bene, C., grazie >>. Il medico fece segno di accomodarci. << Prego, mettetevi a vostro agio, ve ne prego >> e sorrise.

Ora, può sembrare un paragone stupido, ma mi fece questa impressione. Avete presente lo stereotipo del vampiro come uomo elegante e grande seduttore, un uomo di classe e cultura? Ecco, Boncuore era proprio così. Aveva un fascino magnetico.

<< Gradite, signora N.? >>. Il dottore porse un barattolo trasparente a mia madre. << Sono delle caramelle di mia invenzione >>.

<< No, grazie dottore, come se avessi accettato >>.

Boncore sorrise cordiale, poi porse a me le caramelle. << Prendine una. Da te non accetterò un no, C., visto che fanno parte della terapia >> mi disse.

Le caramelle nel barattolo avevano un colore scuro e non avevano un buon odore. Tuttavia, sotto lo sguardo di mia madre – preoccupata che non le facessi fare una figuraccia – presi la caramella scura.

<< Non so se caramella sia la parola giusta, ma è ricca di proteine e vitamine che ti saranno necessarie nei mesi avvenire. Su, mangiala >>. Sorrise, poi si sporse col busto in avanti e posò i gomiti sulla scrivania, le mani intrecciate con eleganza davanti le labbra sottili.

Creepy and FreaksWhere stories live. Discover now