Capitolo 57

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Mentre la ricciolina dormiva, avevo pensato di finire di mettere in ordine l'appartamento e di fargli un piccolo regalo.

Cercai un foglio e una penna e mi sedetti nella scrivania che aveva in camera sua, così avrei potuto anche tenerla d'occhio e aiutarla per qualsiasi cosa gli servisse.

Iniziai a scriverle una lettera, ma non da dargli subito, tra un paio d'anni, gliel'avrei lasciata nella posta.

Avevo bene e chiaro in mente cosa scrivere ma poi mi lasciai trasportare.

Appena conclusi, la piegai e la misi nel cappotto con cui ero venuto.

Notai che la ricciolina si stava svegliando, così gli andai a prendere un bicchiere d'acqua.

«Liam, dove sei» disse mentre poggiavo il bicchiere sul comodino.

Lei si mise seduta
«Sono qui, hai sete?» scosse la testa, era tutta sudata
«Che ore sono?» domandò e guardai l'orologio che avevo al polso
«Le quattro»
«Non devi andare a lavorare?»
«Nah, non è molto importante oggi» dissi sedendomi vicino a lei.

Afferrai il termometro e decisi di misurargli la febbre.

Era scesa, ora non l'aveva proprio
«Come ti senti?» dissi mentre gli poggiavo la mano sulla fronte per vedere se scottava ancora.

«Meglio» rispose e poi mi afferrò la mano.

«Dobbiamo pranzare, lo sai?» dissi
«Non andartene, non voglio rimanere da sola» disse poggiando la testa sul mio petto.

«Ehy, mica me ne vado» dissi dandogli un bacio sul capo.

«Sicuro?»
«Che dici se vieni a metterti sul divano?» chiesi e lei annuì.

La presi in braccio e uscii dalla stanza.

«C'è la faccio a camminare» disse e insisté per scendere.

Barcollò un po' all'inizio e l'afferrai un paio di volte per non farla cadere, ma arrivò al divano tutta intera.

«Sembra che mi sia sgolata una bottiglia di vodka» si lamentò ed io risi
«Cosa preferisci per pranzo?» chiesi
«Non lo so fai tu» disse mentre si accendeva la televisione
«Brodo?» scosse la testa
«Legumi?» di nuovo
«Carbonara?» un'altra volta no
«Un semplice fusillo col sugo?» tentai la fortuna e finalmente acconsentì.

«Madonna un parto» dissi e lei si voltò
«Come se le ovaie le avessi tu» disse e scoppiai a ridere.

«Beh, tu invece hai delle papille gustative molto viziate devo dire» anche se non mi dovevo lamentare, non sapevo se con la febbre mangiava o meno, io no.

Feci fatica a trovare le cose per cucinare nei mobili ma alla fine riuscì a fare un bel sughetto.

Mi ritrovai la ricciolina alle spalle, così mi voltai.

«Metti anche questo» disse lavando il basilico.

Non mi ero accorto che si era vestita
«Dovresti riposare, oggi faccio io» la rimproverai e lei sbuffò
«Non ho più la febbre, poi non sono una bambina e fai sempre tutto tu» disse pesando la pasta.

«Non è detto che la febbre non possa salire di nuovo» la raccomandai e alzò gli occhi al cielo.

«Per il momento sto bene così» disse e la lasciai fare.

«Il formaggio ti piace?» chiesi e lei scosse la testa
«Amore guarda che non l'ho neanche in frigo se è per questo» aprii il frigorifero ed era vero in effetti, la trovai a ridere e mi portai una mano sulla fronte.

«Vabbe, farò a meno del formaggio» dissi scrollando le spalle.

Mentre lei prendeva il pane, io presi il coltello per tagliarlo.

«Ma il tagliere?» domandai
«Non lo uso, vedi questa bellissima carta? Fai finta che sia un tagliere» disse
«I numeri con te»
«Gne gne» gli poggiai una mano sulla fronte e feci il finto preoccupato
«Ma stai delirando» lei si scostò
«Certo come no» disse e la baciai
«Prenderai la febbre così»
«Ma non c'è l'hai, no?» dissi ironico e lei roteò gli occhi
«E comunque anche se fosse, non mi sarebbe interessato»
«Quindi del tuo lavoro non t'importa più?» chiese
«Oh,  no no no, lui viene sempre al primo posto» mise il broncio e poi si voltò.

«Attento, potrei avvelenarti il piatto»
«Uuu, che paura» dissi e lei mi lanciò il panno addosso.

Nel frattempo si mise a tagliare il pane.

Gli afferrai i fianchi da dietro e lei sobbalzò
«Che stai facendo Liam»
«Attenta ricciolina, potresti farti male le dita, non distrarti» dissi e poi gli diedi un bacio sul collo.

Tornai a controllare il sugo e nel frattempo misi a bollire l'acqua.

La trovai a immergere una fetta di pane nella salsa
«Ma tu guarda questa» dissi mentre mangiava e lei rise.

A quel punto assaggiai anch'io e non potei far altro che complimentarmi con me stesso
«Allora, com'è?» chiesi alla ricciolina mentre si puliva le labbra con un fazzoletto
«Non è male, ci si può lavorare dai» disse.

Parlò quella che fino a qualche secondo fa, si leccava le labbra.

Mi voltai indignato e ironico, poi afferrai un'altra fetta di pane
«Io invece lo trovo delizioso» dissi facendo il finto chef.

«Sisi, dovresti assaggiare il mio di sugo, poi ne parliamo»
«Nel frattempo prima ti stavi leccando le labbra, o sbaglio ricciolina?» dissi ghignando
«Mica dovevo lasciarle sporche» disse come se fosse stato ovvio.

«Sisi» la baciai di nuovo e le mantenni i fianchi spingendola contro di me.

«Vacci piano Liam, potresti scottarti» disse ironica e strofinai il naso contro il suo
«A mio rischio e pericolo allora» risposi e lei iniziò ad accarezzarmi la nuca.

«Che grande imprevisto che sei stato» disse senza pensarci e sorrisi
«Bello o brutto?» chiesi e lei mi guardò alzando un sopracciglio
«Bruttissimo» disse ironica e poi si alzò in punta di piedi per darmi un bacio a stampo.

• • • •
Pov ~Axel~
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Un mese dopo.

«C'È L'HO FATTA, HO PAGATO TUTTO CAZZO ADESSO POTRANNO LSCIARMI IN PACE» urlò Michelle correndo per tutta casa.

Finalmente, un mese fa, trovai un lavoro e lei decise di fare dei piccoli lavoretti finché non si sarebbe laureata, il problema principale era svanito ed ero felice per lei, anche perché in qualche modo ero riuscito ad aiutarla.

«DOBBIAMO FESTEGGIARE, ALLORA, STASERA ANDIAMO A MARE CHE DICI?» strabuzzai gli occhi
«Al mare?»
«Daiiiii» roteai gli occhi al cielo e decisi di accontentarla anche quella volta.

Quella sera andammo sulla spiaggia e ne approfittammo per farci un bel bagno.

«Vorrei che questa storia non finisse mai» disse mentre era poggiata con le braccia, attorno al mio collo
«E chi ti ha detto che deve finire, sta a te farla durare»
«Perchè, non mi lasceresti?» scoppiai a ridere
«Perchè dovrei fare una stronzata del genere» mi baciò e proseguimmo la serata tra il guardare le stelle stesi sulla spiaggia e altri bagni, ovviamente non voluti da lei, ma la constrinsi.

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𝔻𝐨𝐧'𝐭 𝐲𝐨𝐮 𝐥𝐨𝐯𝐞 𝐝𝐚𝐧𝐠𝐞𝐫? 𝐈 𝐲𝐚𝐬.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora