Capitolo 45

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«Aspetta, c'è il pulsante di emergenza» eravamo al buio ed io non vedevo niente.

Presi il telefono per accendere la torcia ma era scarico.

Cazzo stanotte non avevo potuto caricarlo.

«Liam è saltata la corrente, non penso che vada»
«Sarà stata una scossa di terremoto» ma che fortuna.

«Ci tireranno fuori, non preoccuparti»
«Come no, se qualcuno si ricorderà della nostra esistenza» dissi
«Prima di tutto, non farti prendere dal panico, non so cosa si debba fare in questi casi, ma cerchiamo di rimanere calmi»
«D'accordo» dissi sospirando e poi mi sedetti.

«Provo a vedere se riesco a chiamare Grace» disse ma appena prese il telefono, gli cadde a terra.

«La fortuna oggi è dalla nostra parte» dissi
«Non preoccuparti, è sempre caduto ma non si è mai rotto» disse e appena lo afferrò, non rispose
«Tutto bene?»
«Si è disintegrato lo schermo» disse ed io mi alzai
«Ora possiamo farci prendere dal panico?» gli chiesi e lui scosse la testa.

«Qualcuno ci farà uscire, non preoccupiamoci ricciolina» diamine.

«Che giornata del cazzo, avrei fatto bene a rimanere a casa» dissi pentendomi di essere uscita.

«Non vedere sempre tutto in negativo, sei con me» sorrisi.

L'unica cosa bella della giornata.

«Vieni» si sedette a terra e mi fece mettere in mezzo alle sue gambe, poggiai la testa al suo petto e chiusi gli occhi
«Quanto tempo dovremmo aspettare?» chiesi
«Non lo so, penso un paio d'ore»
«Ti è mai capitato di rimanere bloccato in ascensore?»
«No mai e a te?» domandò e scossi la testa.

Rimanemmo in silenzio per il resto del tempo e lui iniziò ad accarezzarmi la guancia.

Lentamente con la mano, iniziò a scendere fino alla mascella, poi arrivò al collo e iniziò ad andare sempre più giù
«Liam» lo richiamai ma lui non rispose, lo lasciai fare, volevo vedere fino a dove volesse andare a parare.

Insinuò la mano sotto la maglia ed io sospirai.

Si fermò prima di arrivare più sopra
«Continua» dissi e lui mi stette a sentire.

Arrivò fino al reggiseno e poi lo slacciò.

Iniziò ad accarezzarmi i seni e iniziò a giocare con i capezzoli.

Chiusi gli occhi e mi lasciai andare a lui, stavolta forse sarei anche potuta andare oltre, ma l'ansia che qualcuno potesse aprire l'ascensore mi bloccava.

Mi scappò un gemito e mi misi subito la mano sulle labbra, lui me la tolse e ma la tenne bloccata a terra.

«Sai, ho sempre trovato la tua voce molto...»
«Eccitante?» conclusi per lui e poi mi strinse un seno, sospirai
«Si esattamente, quindi non puoi vietarmi di sentirla adesso» disse
«E se invece lo facessi?»
«Non ne saresti capace» rispose
«Mi stai sottovalutando»
«No ricciolina, vedi, non è il fatto di sottovalutarti o meno, è che non riusciresti a stare in silenzio, neanche se lo volessi» concluse e poi passò a stringermi leggermente un capezzolo.

Gli strinsi il braccio e lo sentii ridere.

«E i tuoi respiri irregolari me lo confermano» mi sussurrò all'orecchio facendomi venire la pelle d'oca.

Strinsi le cosce perché iniziai a sentire una strana sensazione e lui parve accorgersene perché iniziò a scendere con la mano.

Stavolta non lo fermai, volevo che proseguisse e non lo avevo desiderato mai così tanto in vita mia

𝔻𝐨𝐧'𝐭 𝐲𝐨𝐮 𝐥𝐨𝐯𝐞 𝐝𝐚𝐧𝐠𝐞𝐫? 𝐈 𝐲𝐚𝐬.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora