Capitolo 19

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Pov -Liam-
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Appena la ricciolina se ne andò, piombò subito Ava nello studio.

«La tua giornata è finita?» chiese avvicinandosi a me ed io nel frattempo, riposi il registratore nel cassetto della scrivania.

«Si, penso che tra un po' tornerò a casa» risposi freddo.

«Mh, madonna che fastidio questa cravatta» disse lamentandosi e poi la tolse.

«È la divisa Ava, dovresti tenerla» dissi e lei si sedette.

«Comunque senti... Che dici se stasera uscissimo?» io aggrottai la fronte e guardai il calendario
«Oggi è venerdì» dissi
«Si, appunto, domani non abbiamo nulla da fare» continuò
«Magari tu non avrai nulla da fare, hai il turno di pomeriggio. Io invece sarò qui dalle sei» risposi e lei sospirò.

«Usciremo qualche altro giorno» dissi e poi mi alzai dandole un bacio sulla testa.

Tutto stava andando secondo i piani.

«E quando? Lavoriamo tutti i giorni, un altro po', persino di domenica» disse
«Devi sempre lamentarti? Il lavoro è importante, e quando state male non lavorate. Cosa volete di più?» ribattei
«Disse quello che lavora anche con 39 di febbre» risi.

«Ma andiamo, puoi prenderti qualche giorno di festa. Cosa ti importa?» roteai gli occhi al cielo.

«Lascia perdere, non capiresti» risposi e iniziai a posare i documenti.

«Oh certo, perché non capisco mai nulla, vero?» sbuffai e la lasciai parlare
«Liam è ormai da 3 mesi che stiamo insieme, mi dici quante volte ci siamo presi un po' di tempo per noi?» noi? Per me non era mai esistito un "noi" era soltanto una delle mie tante pedine da muovere a mio piacimento.

«Hai ragione, scusa tesoro. Ci penserò» risposi per mettere un punto a quella conversazione.

Lei sospirò
«D'accordo» disse e poi mi diede un bacio a stampo.

Appena la vidi uscire dalla stanza, il telefono mi squillò.

Lo afferrai e vidi chi era.

«Pronto»
«Stai tenendo d'occhio la ragazzina, vero?»
«1, gli ordini qui li do io. 2, 24 su 24. Che diamine vuoi, ti ho detto di non chiamarmi»
«Volevo solo dirti che l'edificio sta venendo come previsto, ma penso che manchi qualcosa» sorrisi
«Ashley mi ha dato una mano oggi, stasera ti manderò le apportate modifiche»
«Approposito, quando ci farai conoscere la ragazzina?»
«Mai» risposi e ci fu un minuto di silenzio dall'altra parte del telefono
«Non dirmi che ti stai affezionando a lei. Liam ricordati cosa è successo in passato» roteai gli occhi al cielo, mio fratello era troppo ripetitivo e avvolte non lo sopportavo proprio
«No, non mi sto affezionando, hai rotto il cazzo. Ciao» staccai la chiamata e gettai il telefono sulla scrivania.

Avevo bisogno di distrarmi.

Presi la cartella e la giacca.

Appena arrivai a casa, posai tutto e mi diressi al night club.

Erano le nove, di solito il turno di Grace iniziava alle undici, ma dovevo sistemare due documenti del locale e pagare delle bollette.

Appena entrai nel mio ufficio sul retro, mi chiusi dentro e calai le tende.

Mi misi a lavoro finché non si fece l'ora e poi entrai nel club.

Mi diressi al solito privè e spensi le luci.

C'era il profumo di Grace dappertutto, aspirai a pieni polmoni e poi buttai tutto fuori.

«Come mai sei già qui?» chiese ed io la guardai, era seduta sul divano con un drink in mano.

𝔻𝐨𝐧'𝐭 𝐲𝐨𝐮 𝐥𝐨𝐯𝐞 𝐝𝐚𝐧𝐠𝐞𝐫? 𝐈 𝐲𝐚𝐬.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora