Capitolo 8

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Pov ~Ashley~
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Non sapevo cosa ci facesse Liam qui e non sapevo neanche perché lo avevo fatto entrare sinceramente.

«Bell appartamento» disse ed io mi sforzai di sorridere.

Speravo di non avere gli occhi lucidi e di non destare sospetti sul fatto che avessi pianto.

Se pensavo all'evento di stamattina, mi venivano ancora i brividi.

«Ehm... Hai bisogno di qualcosa?» chiesi e lui si voltò verso di me squadrandomi dalla testa ai piedi.

«Hai mangiato?» mi chiese ed io aggrottai la fronte.

No, non avevo mangiato e non avevo neanche fame.

«Si, perché me lo chiedi?» mentii e lui socchiuse gli occhi in due fessure.

«Sai, per caso avevi la tenda della tua stanza, aperta. Mentre stavo lavorando, ti ho vista» strabuzzai gli occhi.

In quel momento volevo sprofondare.

Già mi aveva visto oggi piangere, anche adesso doveva succedere?

«E quindi?» dissi
«E quindi volevo sapere come stessi e so che non hai mangiato. Il tuo stomaco parla» disse notando i miei brontolii.

«No, non...» sospirai.

«Sto bene, prima o poi mi passa e non ho bisogno di aiuto. Grazie lo stesso» lo guardai meglio e dovevo dire che in canotta non stava niente male.

No, la dovevo smettere, stavamo parlando di cose serie.

«Ti piace la pizza?» mi chiese ed io aggrottai la fronte.

«Non penso che alle due e mezza sia aperto un locale dove preparano le pizze» dissi ridendo
«Ma a te piace?» chiese di nuovo ed io annuii
«Quale?»
«Marinara. Ma la fanno bene solo in Italia, qui non l'ho mai assaggiata» dissi.

Si, una volta eravamo andati in vacanza in Italia e cosa avrei dovuto provare se non la pizza?

Lui prese il telefono e poi se lo portò all'orecchio.

«Pronto, si una marinara e una diavola. Grazie» disse e subito dopo gli diede l'indirizzo con il numero civico, poi staccò.

«Ma sei impazzito?!» dissi e poi mi portai una mano alla bocca per aver alzato troppo la voce.

Lui rise.

«Ehi ho fame anch'io» in effetti lo stomaco mi faceva male.

«Posso?» disse indicando il divano.

«Oh, si» dissi e mi sedetti insieme a lui.

«È sempre ordinata? La casa intendo» disse ed io annuii.

«Odio il disordine» dissi e poi iniziai a giocare con la maglia del pigiama.

In realtà indossavo una maglia oversize con un pantaloncino.

«Allora, potrò sembrati poco professionale ma non intendere cose sbagliate. Voglio solo aiutarti per quello che è successo oggi, finita la questione, si torna come prima» a ecco c'era qualcosa di strano.

«Posso farti vedere una cosa?» chiesi e lui aggrottò la fronte.

«Perchè me lo chiedi, è casa tua, puoi fare quello che vuoi» disse ed io roteai gli occhi al cielo.

Mi alzai svelta dal divano e presi il mio modellino dallo studio.

«Eccomi. L'ho fatto oggi» dissi poggiandolo sul tavolino.

𝔻𝐨𝐧'𝐭 𝐲𝐨𝐮 𝐥𝐨𝐯𝐞 𝐝𝐚𝐧𝐠𝐞𝐫? 𝐈 𝐲𝐚𝐬.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora