Capitolo 18

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«Ma tu e la segretaria, per caso eh, non che m'interessi...» dissi gesticolando
«Stiamo insieme, ma fatti gli affari tuoi ricciolina» rispose
«Oh» dissi e poi mi voltai verso la porta.

Non me lo sarei mai aspettato.

Appena tornai con lo sguardo su di lui, lo trovai a fissarmi di sottecchi.

«Bene, allora. Ti ho fatta venire qui, per mostrarti questo» mi mise un progetto enorme davanti ed io sgranai gli occhi.

«Ma cos-...»
«Nessuno ne è a conoscenza, è un nuovo progetto a cui sto lavorando da mesi» aggrottai la fronte
«E perché lo stai facendo vedere a me?» chiesi
«Perchè voglio che tu mi dia una mano» disse ed io risi.

«Ma sei matto, frequento ancora l'università» dissi
«Si è vero, ma quando sei venuta al colloquio, oltre a dei documenti, avevo chiesto anche il tuo blocco da disegno. Oh, che tra l'altro... Ti restituisco» disse e poi me lo pose.

Ah, ecco dov'era finito.

Lo afferrai
«Sono rimasto colpito dai particolari dei tuoi disegni. Ad essere sincero, ho provato a vedere parecchi schizzi dei ragazzi della tua stessa università. Nessuno è al tuo livello» rimasi sorpresa
«Ma volevo chiederti una cosa...» continuò ed io annuii
«Perchè sei hai questo talento, frequenti quella università» disse ed io alzai un sopracciglio.

«Perchè, in realtà è quella che mi è stata consigliata di più. Per questo sono venuta qui a Los Angeles» risposi.

Lui rise
«Davvero? E chi te l'avrebbe consigliata, un professore delle superiori?» chiese ed io mi portai una mano dietro la nuca.

«Al dire il vero... Si» dissi e lui sospirò.

«Beh, io non ti avrei consigliato questa. C'è ne sarebbero di migliori e molto più istruite» disse
«Ma va bene così, ti insegnerò tutto quello che so» continuò ed io misi il blocco nello zaino.

«Allora, vieni qui e guarda un po'...» mi avvicinai e lui con un dito, m'indicò un punto preciso sul progetto.

«Cosa mancherebbe secondo te qua» inclinai un po' il capo.

«Inanzitutto, io ci metterei due parallele, per mantenere le assi in sospensione, altrimenti la stanza cadrebbe, poi...» iniziai a prendere più confidenza con il progetto e ci dedicammo a quello per tutto il pomeriggio.

«Ma è un deposito per caso?» chiesi e lo vidi leggermente sorpreso.

«S-... No, cioè no, perché lo chiedi?» disse mentre chiudeva il progetto
«Beh, 1 perché ancora non so cos'è, 2 ancora devi dirmelo e 3, sono stata ore ad aggiungere cose al disegno, senza sapere effettivamente di cosa si trattasse la struttura» dissi e lui si sedette, dopo aver posato il lavoro.

Incrociò le mani e le portò davanti alle labbra.

«Non c'è bisogno che tu lo sappia, non ti riguarda» disse ed io aggrottai la fronte
«Se non mi riguardava, allora avrei potuto anche starmi ferma tutto il pomeriggio senza fare un cazzo-» ops.

Lui alzò un sopracciglio.

«Ragazzina, è vero che non usiamo certe formalità, ma l'educazione la esigerei» disse severo.

Mi morsi il labbro e poi mi alzai dalla poltrona.

«Bene, se per oggi non abbiamo nulla da fare, allora io andrei» dissi prendendo lo zaino.

«Ieri hai baciato una tua amica per caso?» deglutii.

«Come?»
«Alla festa Miller, ti ho vista» disse ed io sgranai gli occhi.

A CHI AVEVO BACIATO A QUELLA CAZZO DI FESTA?

«Non mi ricordo nulla in realtà» risposi
«Eri ubriaca, mi pare più che normale, per questo te l'ho detto» disse e poi si alzò raggiunendomi da quest'altra parte della scrivania.

«Qualsiasi cosa io abbia fatto, non volevo per niente» dissi.

«Ma guarda che se ti piace una donna, non c'è niente di male» disse confuso
«Oh, si lo so, il fatto è che a me piacciono gli uomini» misi in chiaro le cose.

«Oh, d'accordo» rispose ed io dovetti alzare lo sguardo per incorciare il suo.

«Questo è tuo, oggi l'hai dimenticato» disse porgendomi il registratore.

Cazzo, se lo avessi perduto porca miseria.

«Grazie» risposi e poi lo afferrai.

«Stamattina non volevo essere così brusco» rispose
«Neanche io» dissi abbassando lo sguardo.

«Ashley, non fa bene tenersi tutto dentro» sospirai
«Si, lo so» ma con la moto mi passava.

«Hai provato a chiedere aiuto a qualcuno? Di esperto intendo» alzai di nuovo la testa.

«Non mi serve, ho la moto» dissi e lui rise
«Lo sapevo che avresti risposto così. Ma no, la moto può solo farti distrarre dai problemi, non li affronti così» sbuffai
«Invece li affronto benissimo, non sei il mio psicologo» dissi nervosa
«È proprio da lui che dovresti andare, ah poi dato che li affronti benissimo. Prima appena sei entrata in stanza, come ti sei sentita?» appena pronunciò quella frase, tutto mi risultò più chiaro.

«Lo hai fatto apposta per arrivare a questo?» chiesi e lui non mi rispose.

«Perchè, perché ca-»
«Voglio solo aiutarti Ashley» disse
«E non ho chiesto il tuo aiuto Jackson!» e quello da dove mi era uscito.

Lui alzò un sopracciglio
«Potresti non pronunciare quel nome? Lo odio» disse nervoso
«E sai quanto m'importa» risposi e lui si avvicinò velocemente a me.

Mi poggiai contro la scrivania e Liam si calò fino alla mia altezza.

«Cos'hai detto Miller?» disse ed io deglutii
«Ho detto che non m'importa» ripetei continuando a fissarlo.

«Che c'è, ora vorresti uccidermi?» continuai e lui mi guardò con sguardo minaccioso.

«Non ripetere mai più quel nome, ci siamo capiti?» disse ed io sorrisi
«Altrimenti?»
«Preferiresti non saperlo, fidati» io scoppiai a ridere
«Non faresti paura neanche ad un gattino, fammi il favore e torna dalla tua ragazza» mimai le virgolette con le dita.

Poi mi calai per sfuggire alle sue grinfie e presi lo zaino.

«Oh, a proposito. State insieme da poco? Spero di sì altrimenti non sarà contenta di sapere che ti sbatti altre segretarie oltre lei» dissi ghignando e lui assunse una posizione autoritaria.

«Per chi mi hai preso?» disse mostrandomi il registratore.

Io sgranai gli occhi e controllai nello zaino.

Brutto figlio di-

«Che ci stai a fare con lei allora?» chiesi e lui scrollò le spalle.

«Non sono affari che ti riguardano ricciolina. Fatti i fatti tuoi che campi» rispose ed io sbuffai.

Già, non erano affari miei, ma avrei scoperto perché stava insieme a lei se poi si faceva altre.

Che razza di relazione era mai quella.

Alzai gli occhi al cielo e poi me ne andai.

Vaffanculo a quel registratore.

Ne avrei preso un altro, poco m'importava.

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𝔻𝐨𝐧'𝐭 𝐲𝐨𝐮 𝐥𝐨𝐯𝐞 𝐝𝐚𝐧𝐠𝐞𝐫? 𝐈 𝐲𝐚𝐬.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora