Parte 1: A te, quando scoprirai la verità

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Mi presento. Mi chiamo Erla Jeager. Proprio così...faccio parte della famiglia Jeager. Mio padre si chiama Grisha, mia madre Carla e quella peste di mio fratello (ugh...gemello) Eren.

Se devo descrivere la mia vita la descriverei con una parola: inferno. Ora vi spiego il perché.

Ero una bambina calma e pacata. Ma poi sono successe numerose cose senza senso. Mio fratello portò una stramba-non-stramba in casa, il mio migliore amico venne considerato un eretico ed io...che ci faccio?!

Insomma, mio padre se ne andò e mi lasciò una chiave ed un foglietto che mi dava delle indicazioni sul suo scantinato puzzolente ed ammuffito. Dopo qualche giorno lo vidi fare un'iniezione ad Eren dicendogli:
"Proteggi Armin e Mikasa. Non fidarti di tua sorella."
Grazie mille papà.
E poi BANG! Eren diventò un gigante e mangia nostro padre. Io accompagnai quel verme di mio fratello a casa e dissi a mia madre la pura verità, ma lei non mi credette. Che seccatura.

Poi ecco dei giganti che attaccarono il nostro caro distretto di Shiganshina. Io mi misi al riparo col mio migliore amico e riuscii a sopravvivere, ma Eren mi disse che mia madre ormai era stecchita. Così decisi di far parte delle milizie con un verme, un ossessionato dal mondo fuori dalle mura e una che non riesce a dire altro che il nome di mio fratello storpiandolo da Eren a Ereh.

Direi che la motivazione è più che valida...
Voglio scoprire la verità che si nasconde dietro la mia vita infernale. Dietro questo mondo infernale. 

Adesso sono nel distretto di Trost. Domani sarà il giorno in cui inizierò la mia carriera.
"Erla, sei agitata?" Mi chiede Armin.
"Non proprio, più che altro non vedo l'ora. Sento che seguirò la strada giusta verso la verità."
Armin ridacchia. Gli chiedo cosa ci sia di tanto divertente.
"Hahah...niente niente...mi fa solo ridere che sei ossessionata dalla verità. Faresti di tutto."
"Tu invece?! 'Voglio andare a vedere il mareeee.' gne gne."
Continuiamo a ridere come degli scemi.

Armin mi è sempre stato vicino ed io sono sempre stata vicina ad Armin. Mi sento più come se fossi sua sorella che di quel rompi scatole. Mikasa invece è sempre stata quella che mi ascolta, ma lei non mi dice niente (ogni tanto mi fa arrabbiare questo suo comportamento). Poi una volta le ho chiesto se le piacesse mio fratello (quello di sangue) e lei mi ha risposto che per lei è solo una parte della sua famiglia. Potrebbe scrivere un libro intitolato "Come familyzare una persona che chiaramente ti piace e non ne puoi fare a meno". Il titolo non è troppo lungo: descrive perfettamente com'è.

Bando alle ciance, oggi abbiamo avuto come cibo una pagnotta dura ciascuno. È da quando siamo qui che ci danno quella robaccia. Speriamo che ci offrano cibo migliore una volta che saremo soldati.

"Notte."
Mikasa puntualmente alle dieci di notte ci vuole far addormentare. Ma se ti ribel-
"MIKASA OGGI DOBBIAMO RESTARE SVEGLI PER FESTEGGIAREEEE."
Ecco la peste.
"No. Oggi proprio no. Abbiamo bisogno di riposo."
"E daiiiii."
"Ah, Ereh, sei tu...ehm...allora va bene."
Probabilmente aveva scambiato la voce di quel lombrico con la mia.

Abbiamo chiacchierato del più e del meno. Poi Armin si è addormentato. È un momento epico. Zittisco Eren (Mikasa è già zittita) per prendere il blocco da disegno e disegnarlo con il graffite.
Che fagottino! Si infurierà quando vedrà quest'"opera d'arte povera"!

SHINJITSU NO KYOJIN (Aot Fanfiction)Where stories live. Discover now