You're My Best Friend

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chapter;four


Alison si ritrova davanti la valigia posta sul letto dell'hotel, con quei pochi vestiti che si era portata dietro.

Il padre, fortunatamente, non era lì e la cosa non le dispiace affatto, anche se un po' di nostalgia iniziava a farsi sentire.

Prende la valigia e, aprendola, le cade tra le mani una foto sua e di Ed, di quando erano piccoli mentre giocavano in giardino. È una foto piccola che ha sempre nei libri, che usa da segnalibro e un po' da portafortuna. È l'unico ricordo che le è rimasto di lui.
Era uno dei suoi migliori amici, anche se aveva solo sei anni.

Sono 12 anni che non lo vede, ma questo non significa che l'abbia dimenticato. Ci ha parlato spesso, anche se non è la stessa cosa.

Un conto è vedersi di continuo e crescere insieme, un conto è essere amici a sei anni e rivedersi poi dopo dodici.

Lei continua a considerarlo uno dei suoi più cari amici qui e si domanda se per lui è ancora lo stesso, anche se presuppone che non sia così.

Distoglie l'attenzione dai suoi pensieri e si precipita a preparare la valigia per poi andare da Ed.
Il tragitto sembra non essere stato lungo, ma si sente alquanto stordita.
La facciata della casa è bellissima ed è la solita abitazione in stile inglese con i mattoncini rossi e le finestre grandi che sporgono all'esterno.
Marcus, il padre di Ed, è sulla soglia della porta ad aspettarla con un sorriso a 32 denti.

«Ciao tesoro, tuo padre mi aveva già avvertito del tuo arrivo, ma non mi aveva detto che fossi diventata così bella!
Devi sapere che sei sempre la benvenuta qui». La abbraccia e continua a sorriderle.

Marcus è sempre stato gentile e, a quanto vedo, non è cambiato questo suo lato.

«Grazie Marcus, sono così felice di essere qui».

È troppo emozionata e anche sul punto di piangere. Cerca di essere forte il più possibile, ma le lacrime cominciano a rigarle il viso quando il portone della casa si apre e da esso esce il suo amico.

Si precipita verso di Alison e le getta le braccia al collo dandole il benvenuto.
È cambiato tantissimo e deve ammettere che è diventato più bello del previsto.

«Ciao Ed, sono così contenta di vederti. Ancora non ci credo!»

La sua voce è allegra ed incredibilmente incredula.

«Non sai quanto mi sei mancata, piccola Lis»

«Oddio, l'avevo rimosso il modo in cui mi chiamavi, ma vedo che tu ancora te ne ricordi» accenna una risatina e lui annuisce.

Da piccolo ha sempre avuto problemi a ricordarsi i nomi delle persone che conosceva, così non ricordandosi quello di Alison un giorno la chiamò Lis e da lì glielo diede come soprannome.

E menomale che il suo nome non è poi così complicato...

Entrano in casa e la aiuta a portare la valigia al piano di sopra, facendola sistemare.

«Senti Alison, ho una proposta da farti... –inizia a parlare Ed, prima di lasciare la stanza- Visto che sei appena arrivata e dovrai passare qui un po' di tempo, ho deciso di presentarti i miei amici, sempre se per te va bene. Oggi è il giorno dell'incontro al bar, quindi ho pensato che ti andava di uscire».

La proposta di Ed non le dispiace affatto e così decide di accettare. Non le farà male uscire un po'.

«Scusa se te lo chiedo, ma perché avete scelto proprio oggi, come giorno? È mercoledì...»

«E' il giorno in cui Calum è stato lasciato dalla sua ragazza l'anno scorso e stava così male che ci invitò tutti al bar per bere e da lì lo ha scelto come giorno settimanale per fare l'uscita di gruppo al bar. Non ci fare caso, ma siamo un gruppo perso» ridacchia, scuotendo la testa.

Alison si sistema e si fa una doccia, così da essere pronta in tempo per uscire.
Opta per un outfit comodo, non troppo esagerato; un vestitino bianco con cinturino marrone in vita e stivaletti primaverili marroni, come il cinturino. Un trucco leggero e capelli sciolti.

Sono le nove ed Ed ancora non è pronto.

Menomale che sono le ragazze, che ci mettono tanto per prepararsi.

La porta del bagno si apre all'improvviso e la fragranza di Fahrenheit le inonda le narici.

«Che buon profumo, Ed!» esclama, continuando ad annusare l'aria.

È da ammettere che Alison ha sempre avuto un debole per i profumi da uomo. Hanno quel non so ché di affascinante che la fa impazzire.

Ed le sorride, annuisce e decidono così di uscire.

Il centro della città di Holmes Chapel non è distante ed il locale scelto da Ed, Alibi, non è niente male.
Si siedono su degli sgabelli altissimi e, nel frattempo che aspettano i suoi amici, decidono di farsi un giro di shottini.
Due ragazzi si avvicinano a loro ed hanno un'aria molto familiare, per quanto le riguarda.

«Hey Ed -dice un ragazzo che sembra avere origini asiatiche o al massimo neozelandesi- non ci presenti la tua nuova amica?» gli batte una mano sulla spalla e continua a guardarla sorridendo.

Il ragazzo biondo che era con lui si gira di scatto verso di Alison, la squadra attentamente e solo all'ora riesce a riconoscerlo.

Ed sta per parlare, sicuramente per presentarla, ma lei lo blocco.

«Io ti ho già visto. Ma sì, tu sei quello stronzo a cui ho restituito la palla e che se ne è andato senza neanche ringraziarmi». Afferma, quando le viene in mente dove già ha avuto il piacere di incontrarlo.

Sente il suo corpo fremere ed il viso andarle in fiamme.

«E tu, a questo punto, dovresti essere quella stronza acida del parco!»

Il tono delle loro voci comincia ad alzarsi sempre più fino a quando Ed non decide di calmare le acque e mettersi tra i due

«Va bene ragazzi, fermate i bollenti spiriti. Mi spiegate cos'è questa storia del parco e delle palle restituite?»

Non fanno in tempo a parlare, dal momento che una bionda platino non solo si getta al collo del ragazzo biondo peggio di una sanguisuga, ma gli stampa un bel bacio sulle labbra.


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il vestito che indossa Alison per uscire e la casa di Ed ✌

il vestito che indossa Alison per uscire e la casa di Ed ✌

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