Friends

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chapter;three


Gli amici di Luke erano abbastanza scansafatiche, per non parlare della sua ragazza, Natalie che non faceva altro che attirare la sua attenzione.

Non che non fosse contento delle sue attenzioni, ma non era programmata che la cosa tra loro durasse così a lungo. Luke era un tipo che non amava legarsi per troppo tempo a qualcuno. Amava l'indipendenza, il divertimento, quindi diciamo che con Natalie era alquanto strana la situazione.

Natalie è bellissima e sembra una di quelle modelle che vedi sulle riviste e su cui fai tanti pensieri impuri, però è anche molto superficiale e pensa solo a sé stessa e allo stare al centro dell'attenzione.

Possiamo dire che il suo legame con lei è più per comodità e per abitudine ormai, che per altro. È un annetto che va avanti la cosa, ma sta cercando in tutti i modi di terminarla.

Si ritrova nel solito parco a giocare a calcio con quegli idioti dei suoi amici, ma come al solito ne manca uno: Ashton, ovviamente.

Quel ragazzo ha un grande problema. Il non saper resistere alle donne e divertirsi un po' troppo con loro.

Ovviamente i suoi amici non condividono il suo stile di vita, ma neanche possono dirgli niente perché tanto non li ascolterebbe.

Luke, ad esempio, per quanto non prenda sul serio la sua relazione, non riuscirebbe mai a comportarsi come fa il suo amico.

Ad un tratto, Calum, nel passargli il pallone, lo scaraventa verso lo stagnetto delle papere. Cretino!

Luke cerca di inseguirlo con lo sguardo, finché, non viene fermato da una ragazza bionda.
Si precipita verso di lei, nella speranza di recuperarla al più presto senza fare brutta figura.

«Scusa, mi potresti dare la palla?» dice con tono piatto e anche un po' rude.

Sa di essere stato piuttosto brutale, ma non vuole che per un semplice ciao, quella ragazza possa cadere ai suoi piedi.

La ragazza bionda si china lentamente per prendere la palla e gliela porge senza dire una parola.
Quella scena però, gli ricorda qualcosa di familiare, qualcosa che lo riporta indietro nel tempo.
Le strappa il pallone dalle mani e fa per andarsene.

«Potresti anche ringraziare!» sente la voce della ragazza, urlare alle sue spalle.

Non le rivolge lo sguardo e continua per la sua strada.

Da lontano vede che al gruppo si è aggiunto finalmente anche Ashton.
Alcune volte non lo sopporta, nonostante sia uno dei suoi migliori amici.
La cosa che gli dà più fastidio è il suo modo di trattare le ragazze. A lui non importa niente di loro. Le illude per quei cinque minuti, giusto per poi portarsele a letto e non rivederle più.

«Hey Ash, finalmente tra noi, qual buon vento?» ironizza Luke, spazzando via i pensieri e salutandolo.

«Beh sai, ho finito prima e sono venuto» risponde, accennando un sorriso e poi prende a giocare con i suoi amici, togliendogli la palla dalle mani.
Nel mentre che giocano, la mente di Luke si mette a ripensare a quella ragazza. Al suo modo si chinarsi, al suo modo di guardarlo e a quelle emozioni che gli ha suscitato.
Ripensa al modo in cui l'ha trattata, ma soprattutto ripensa al suo non risponderle ed andarsene senza ringraziarla.
Non ci pensa due volte, si volto e la vede li, ancora vicino lo stagnetto.

Fa per andare verso di lei, quando sente una mano familiare che lo trattiene per la spalla

«Luke, dove vai?»

Crede sia Calum, ma per confermarlo deve girarsi e, nella frazione di un secondo la ragazza sconosciuta è sparita.
Merda!

«Calum, ma te l'ho mai detto che la cosa che apprezzo di più di te è il tuo fantastico tempismo? Grazie tante»

Calum rimane alquanto confuso, non capendo il perché della sua ironia e così, come al solito, sorride.

Il solito sorriso che fa, quando non capisce cosa uno sta dicendo o non sa che dire.

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Alison, dopo essere andata via dal parco, continua ancora a ripensare a quanto sia stato cretino e maleducato quel ragazzo.
Andare via senza neanche ringraziare o guardarla.

Torna in hotel e cerca di non pensare più a quello spiacevole episodio.

Le danno davvero urto i ragazzi che si credono superiori agli altri e se la tirano, credendo che le ragazze gli cadano ai piedi solo perché sono un minimo belli.

La strada non è trafficata e di conseguenza riesce a raggiungere suo padre nel giro di pochi minuti.

Holmes Chapel, sei davvero piccola e concentrata!

«Tesoro, tutto bene?»

Il padre la guarda sorpreso dal momento che, quando ha aperto la porta, aveva un sorriso a 32 denti.

«Si papà, Holmes Chapel non è cambiata per niente. Dal quel poco che mi ricordo è rimasta così, come ieri!
Alcune volte mi chiedo, come sarebbe stato se fossimo rimasti qui, a cosa avremmo fatto, come sarei stata...»

La sua felicità sembra contagiarlo ma, dalle sue parole, non si direbbe.

«Tesoro, lo sai come la penso. Ormai la nostra vita è a Charleston e sarebbe inutile rimanere qui.
Se proprio vuoi, potrei chiudere un occhio e farti rimanere qui un'altra settimana da Marcus, il mio amico»

Alison in quella frazione di secondo pensava davvero di star sognando.

Ha seriamente detto che la farà rimanere un'altra settimana qui?

«Papà, ma cosa stai dicendo? Oh mio dio, sei serio! Rimanere da Ed un'altra settimana?»

«Certo, Marcus è un mio grande amico e poi tu e Ed siete cresciuti praticamente insieme, non sarà poi così strano».

Effettivamente le loro famiglie stavano sempre insieme e lui è un suo carissimo amico, che per vari motivi e soprattutto per il trasloco si sono persi un po' di vista, ma ha comunque tenuto buoni rapporti. È l'unico con cui ha ancora contatti qui.

«Papà, è il regalo migliore che tu potessi mai farmi! Grazie mille, ti voglio bene». lo abbraccia fortissimo, continuando a ringraziarlo.

wherever you will go || lrh {editing}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora