3. Il palazzo di Onice

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«Questa è la vostra stanza per questa settimana. Alcuni degli altri selezionati sono già arrivati e sono nella sala di addestramento, altri arriveranno stasera.»

Glad entra senza esitare, mentre io rimango a osservare la ragazza che avrà solo qualche anno meno di me.

«Dovrò condividere la stanza con lui?»

Lei alza di scatto il capo e per la prima volta riesco a vedere i suoi occhi verde smeraldo. La sua espressione sbigottita mi lascia confusa e quando capisce che sto attendendo una risposta si schiarisce la voce. «Non ci sono altre camere a disposizione. Le nostre risorse sono limitate.»

Stringo i pugni mentre annuisco, sentendomi stupida e capricciosa come una bambina. Loro muoiono di fame e io mi lamento perché devo condividere la stanza con il principe del mio regno. Varco la porta e poso lo zaino nel lato opposto a quello in cui si è sistemato Glad che, grazie al cielo, mi ha lasciato quello vicino alla finestra.

«Se volete seguirmi, vi mostro la sala di allenamento così potrete orientarvi da soli.»

Io e Glad la seguiamo e non riesco a non pensare a come questo luogo sia molto diverso dal palazzo di Flora. Lì non avevo la possibilità di muovermi liberamente. Torniamo indietro verso l'atrio e stavolta proseguiamo dritto. Superiamo un'ampia sala illuminata da candelabri a soffitto ornata con divani di pelle nera, disposti vicino alle zone perimetrali. Vedo il pianoforte nero nell'angolo sinistro solo quando ci passiamo accanto. Superiamo altre due stanze di dimensioni più contenute, ma anche queste hanno l'aria di essere delle sale di rappresentanza.

Agata cammina davanti a noi senza spiegarci nulla e capisco che il suo ruolo non è quello di intrattenerci. Adesso che la esamino meglio, la sua schiena dritta e il suo passo deciso e fluente non mi ricorda per nulla le cameriere che incrociavo al nostro palazzo.

Si ferma davanti a una porta con due pomelli argentati e, quando apre le ante, rimango affascinata dalla vastità dello spazio. La seguiamo all'interno e tutto mi ricorda la sala di addestramento in cui ci siamo allenati per la Messe, anche se noto che le attrezzature qui sono inferiori. Per quanto il nostro regno abbia finanziato lo Zama, non ha comunque voluto dare dei vantaggi ai nemici che utilizzerebbero contro di noi.

C'è un'altra coppia che si sta allenando nella zona da tiro. La selezionata dai capelli rossi lancia una lama che squarcia l'aria per conficcarsi nel petto del manichino, proprio dove si troverebbe il cuore. Alza lo sguardo e incrocia il mio, con un sorrisino scaltro che le compare lentamente sulle labbra. Mi volta le spalle prima di rigirarsi verso il bersaglio con un movimento fulmineo che mi coglie di sorpresa, colpendo la sagoma al centro della fronte. Lei è decisamente un bel tipino.

«Potete scegliere se allenarvi adesso o riposare. Il pranzo vi verrà servito in camera, mentre alle ore otto ceneremo tutti insieme nella sala reale, dove verrete accolti dai sovrani e dal principe» dice Agata, ferma sulla soglia.

«Come faremo a capire l'ora?» chiedo confusa.

La ragazza mi rivolge un sorriso che per la prima volta mi sembra sincero. «Non si preoccupi, lo capirà.» Ci dà le spalle e ritorna indietro da dove siamo venuti.

Glad la osserva pensieroso e non distoglie lo sguardo neanche dopo che la porta è definitivamente chiusa. Vorrei chiedergli che cosa lo turba, ma ormai lo conosco bene da sapere che pressarlo non serve a nulla. Sarà lui a parlarmi quando vorrà. «Allora, principe, preferisce allenarsi o riposare?»

I suoi occhi scuri si posano su di me. «Dovrebbe dirmelo lei. Stanotte non è rientrata nella sua cuccetta. Magari ha del sonno da recuperare.»

Inarco un sopracciglio. «Adesso controlla anche i miei spostamenti?»

Iris - Il regno di FloraWhere stories live. Discover now