CAPITOLO UNDICI

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Le sue mani finiscono sul mio corpo spingendolo sulle sue gambe, cosa sta facendo?

Deglutisco pesantemente quando le sue mani si intrufolano sotto la mia maglietta sfiorandomi la pelle piano piano.

Brividi di piacere mi fanno irrigidire.

"Rilassati ragazzina, sono io" avvicina le sue labbra al mio ventre, lasciandogli sopra dei leggeri baci.

"Adrian" gemo timidamente il suo nome, le sue mani continuano a salire lasciandomi dei brividi.

"Vai in camera" allontana le sue mani di scatto facendomi aprire gli occhi.

"Ho fatto qualcosa di sbagliato?" Domando in un sussurro, mille paranoie mi tartassano.

"Ho bevuto, non riuscirò a fermarmi un'altra volta" deglutisco vergognandomi dei miei stessi pensieri.

"Io non voglio che ti fermi" balbetto imbarazzata, mi lascia scendere dal suo corpo alzandosi.

"Ho detto vai in camera, odio essere ripetitivo ragazzina" lo fisso un'ultima volta per poi andare via, ritorno in camera soffermandomi sulla mia figura riflessa allo specchio.

"Non gli piaccio" sussurro nel mentre una lacrima solitaria cade liberamente sul mio viso.

"Bambina, tutto bene?" Asciugo velocemente la lacrime per poi voltarmi, fisso una Marika premurosa.

"Non gli piaccio" sussurro tirando su un sorriso, chiude la porta dietro di lei avvicinandosi a me.

"Cosa te lo fa sembrare?" Domanda fissandomi.

"Ci ho provato" sussurro imbarazzata, mi guarda comprensiva alzandomi il viso.

"Se non è successo quel che tu volevi ci sarà un motivo, adesso dormi bambina, domani sarà una giornata impegnativa" impegnativa? Mi fa segno di non fare domande sorridendomi.

"Si farà perdonare, vedrai" mi schiocca un bacio in fronte per poi andare via, afferro il mio pigiama andando in bagno, mi libero dai miei vestiti sostituendoli con il mio pigiama.

Do una pettinata veloce hai capelli per poi ritornare in camera.

Sussulto fissando Adrian messo comodo sul mio letto.

"Hai detto di volermi parlare, parla" ordina, non voglio chs sappia cosa mio padre mi dice.

"Non ricordo" mento fissandolo, mi fissa divertito.

"Avvicinati" mi avvicino piano a lui.

"So tutto, ma preferisco che sia tu a dirmelo" come sa? Gli l'hanno detto qualcuno delle domeniche?

"Parla Hope" chiudo gli occhi per poi riaprirli subito.

"Mio padre, vuole comandarmi, mi infastidisce" ghigna divertito avvicinando le sue labbra al mio orecchio, le sue mani cingono la mia vita riportandomi sul suo corpo.

"Tu sei mia, se vuoi rispondergli può farlo" la sua mano sfiora la guancia dove il livido sta scomparendo.

"Mi dispiace, tuo padre mi aveva rotto le palle e me la sono presa con te" sorrido fissandolo, a modo suo mi ha chiesto scusa.

"Ti perdono, puoi dirgli di non darmi ordini? Mi mette timore" annuisce fissandomi.

"Spiegami ragazzina, cosa non volevi prima?" Mi blocco di scatto fissando il suo solito ghigno comparire sul viso.

"Ho sonno" sussurro provando ad allontanarmi, ma le mie forze contro di lui sono tanto inutili.

"Vai pure a dormire, chiamerò qualcuno che mi soddisfi" lo colpisco fissandolo, sono io sua moglie.

{SONO TUA MIO VOR} MafiaRomance Wattys 2023Onde histórias criam vida. Descubra agora