CAPITOLO CINQUE

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I giorni passano velocemente e senza rendermene conto mancano meno di dieci giorni a quel maledetto matrimonio che cambierà tutto nella mia vita, evito come la peste il russo che diventerà tra non molto mio marito, da quel giorno evito anche di respirare in sua presenza.

Mi sono fatta un'amica, Polina nel mentre con la cuoca siamo arrivate a tal punto che lei voglia che non mi sposi con il Vor russo, vorrei che mettesse veramente quel dannato punto.

Sussulto nel sentire delle urla al piano inferiore, deglutisco pesantemente nel mentre le urla man mano si avvicinano alla camera in cui mi trovo, brividi di paura percorrono il mio corpo come una pista.

La porta si apre rivelando il russo con alcuni suoi uomini, fisso la mia unica amica spaventata.

"Non ho fatto nulla" sussurro sperando che mi abbiano ascoltata, abbassa lo sguardo amareggiata.

"Portatela in cantina" singhiozzo nel mentre uno dei suoi uomini afferra il mio braccio, provo ad allentare la sua presa ma vengo spinta fuori dalla camera in cui mi trovavo.

"Vor, non ho fatto nulla" sussurro tra i singhiozzi nel mentre l'uomo continua a camminare ignorando i miei piedi scalzi e i passi con cui non riesco a stargli dietro.

"Lo spero per te ragazzina, perché vai a finire dritta in uno dei miei bordelli" boccheggio in cerca di aria, cado rudamente nel mentre l'uomo che mi trascina se ne infischia continuando il suo percorso.

Fisso la caviglia dolente nel mentre dei brividi percorrono il mio corpo.

Mi guardo attorno spaventata soffermandomi su una figura davanti a me.

Un urlo di spavento esce dalle mie labbra facendo sbraitare l'uomo che mi lascia andare come un sacco, trattengo un conato di vomito fissando l'uomo sfigurato in viso davanti a me, volto il viso dalla parte opposta singhiozzando.

"Adrian cos'è questa merda? Portatela al piano di sopra" le urla di mio padre divertono il russo che gioca con una pistola in mano, fissa la parte della cantina che io non voglio vedere ritornando serio.

"Parla" ordina, con chi parla? Singhiozzo sfinita nel mentre le gambe ritornano a tremare, non voglio questa vita.

"Me la sono scopata, mi sono scopata la figlia di John Cooper nel mentre facevo la guardia per rapirla" mi si blocca il fiato in gola, mi volto di scatto fregandomene del suo viso mal ridotto.

"Menti! Sei un bugiardo! Padre, non ho mai fatto nulla, non sono mai stata con nessuno" mi avvicino a mio padre pregandolo con lo sguardo di credermi, fisso la sua mano alzarsi e colpirmi in pieno viso, le mie gambe cedono facendomi cadere a terra urtando con la testa i gradini dietro di me.

"Spero che quest'uomo abbia torto perché vorrei evitare una guerra tra famiglie, spero anche che non mi avete dato qualcosa di usato" ringhia a pochi centimetri dal viso di mio padre, il fiato sempre mancarmi mentre la testa duole ferocemente.

Va via seguito dai suoi uomini lasciandomi con mio padre.

"Hai disonorato la nostra famiglia, ti spedirò io stesso nei miei bordelli" ringhia colpendomi con un calcio.

"Cos'è questa orribile visione? Allontanatevi subito dalla ragazza, vi credevo un padre di famiglia ma vi siete rivelato come tale, va via Americano ti farà visita mio marito" mi lancia un'occhiata per poi andare via lasciandomi con la donna che sembra avermi salvato dalla furia di mio padre.

"Madre, prendetela e portatela in camera" la voce del Vor mi fa accattonare la pelle, vengo alzata per il braccio senza nemmeno chiedersi se sono ferita in qualche parte.

"Non ho fatto nulla, ve lo giuro" singhiozzo provando a sottrarmi dalle mani di questo aguzzino, vengo trascina nella camera in cui alloggio, fisso la donna che si trova in camera.

"Stenditi, tu fai il tuo lavoro" l'aguzzino va via lasciandomi con Adrian e la donna vestita di bianco, mi stendo attirando l'attenzione della donna su di me.

Fisso le sue mani andare sull'orlo della mia gonna, tolgo bruscamente le sue mani dal mio corpo.

"Che diavolo sta facendo?" Domando alzandomi di scatto, lo sguardo severo del Vor e su di me, deglutisco fissando la donna in cagnesco.

"Cosa deve visitare?" Domando, temo la risposta che non arriva, vengo scaraventata sul letto, il mio sguardo si muove con Adrian che apre la porta.

Quattro donne entrano, cosa gli sta dicendo?

"Tenetela, tu sbrigati non ho tutto il giorno" lacrime salate scendono dai miei occhi, nel mentre le donne mi tengono ferma.

"No!"

**

I giorni passano e la mia esistenza sembra invisibile agli occhi di tutti, hanno scoperto che sono vergine, lo avevo giurato ma non hanno voluto ascoltarmi.

Ho scoperto da poco che per il matrimonio che si terrà a breve è arrivata la moglie del mostro, Polina mi aveva avvisata che aveva il piacere di conoscermi ma l'ho ignorata nascondendomi in camera, sono giorni che non esco da queste quattro mura.

"Bambina mia, non puoi restare rinchiusa" la voce dolce di Polina mi fa alzare il viso, fisso il vestito che ha in mano.

Abbasso il viso, non voglio incontrarlo.

"Il Vor è uscito se ti fa stare bene saperlo, ripasso tra poco" va via senza farmi controbattere, alzo il busto fissando il vestito celeste che mi ha portato.

Tolgo il pigiama indossandolo, vedo la donna che non accetta il 'no' come risposta rientrare in camera, mi alzo dal letto seguendola fuori da questa camera.

"La signora Mariya ti aspetta per fare colazione, se hai bisogno di me mi trovi in cucina" scuoto la testa ma ignora le mie suppliche, mi spinge verso la sala pranzo.

"Hope giusto? Polina mi ha detto che è il tuo dolce preferito" indica la cheesecake, annuisco avvicinandomi alla tavola.

"Sei proprio bella, hai dei capelli lunghissimi" sussurro un 'grazie' per poi sedermi affianco a lei.

"Come stai bambina?" Sussurro un 'bene' non ho tanta voglia di parlare ben che meno di dirle come mi sento, fisso la cheesecake davanti a me.

"Non lascerò che mio figlio ti faccia del male, hai la mia parola di donna" alzo il viso fissandola, si metterebbe contro suo figlio per me?

Il mio cuore ritorna a martellare udendo dei passi venire dalla mia parte, i suoi passi.

"Madre, il tuo telefono risulta fuori dal mondo, mio padre vi cerca" abbasso il viso sperando che la mia figura passi inosservata.

"Figlio mio, stiamo mangiando un bel dolce se ne vuoi siediti pure ma se vuoi farmi strozzare ascoltando il tuo pessimo umore ti prego di andartene e facci mangiare il nostro dolce in tranquillità" sembra divertito dalla risposta della madre, prende posto affianco a me facendomi mancare il fiato.

Mi alzo di scatto correndo in camera, non voglio vederlo, non voglio nemmeno sentire la sua presenza affianco a me.

"Non devi scappare da lui" fisso sorpresa la donna davanti a me, come può dirmi una cosa del genere? Lui sa cos'ha fatto suo figlio? Lei non sa come mi ha umiliata.

"Se scappi lo nutri della tua paura, sono uomini" facile per lei dirlo, lei non è stata rinchiusa per tutta la sua vita in una struttura abbandonata del mondo.

"Amo mio figlio come amo tutti i miei figli, ma odio come si comporta con le donne, come si comporta con te! Sarai sua moglie, la donna che gli porterà suo figlio, il suo erede! Deve rispettarti" sbianco nel sentire quelle parole, lui non deve nemmeno osare ad alzare un dito, lui non si avvicinerà nemmeno a me.

Angolo autrice
Scusate la mia assenza, spero vi piaccia e di ricevere molti commenti positivi❤️

{SONO TUA MIO VOR} MafiaRomance Wattys 2023Where stories live. Discover now