Capitolo 31

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CALEB


Cominciarono a fischiarmi le orecchie per il panico. Non potevo crederci: Melanie e Grace erano sparite in un luogo malfamato e pericoloso come quello, frequentato da delinquenti e sociopatici.

«Dove diamine sono finite?» gridò Robert accanto a me, gli occhi strabuzzati.

«Non ne ho idea. Dobbiamo trovarle.»

Amber aveva un'espressione adirata stampata sul volto «Vi ho fatti venire perché ero sicura che le avreste tenute d'occhio! Cazzo, avete provato a chiamarle?»

Robert annuì «Non rispondono.»

Passai nervosamente una mano tra i capelli e imprecai «Non possono essere stati gli Scorpions? Uno di loro ha dato fastidio a Grace, oggi.»

Amber ci ragionò un po' su, poi annuì «È probabile: non è la prima volta che lei ed uno degli Scorpions si scontrano.»

Tipico di Grace, non riesce mai a tenere la bocca chiusa, pensai.

«Dove possiamo trovarli?» chiesi frettoloso.

Amber si guardò un po' intorno, poi indicò un vicolo isolato «Saranno andati sicuramente di là per evitare di dare troppo nell'occhio.» si voltò e si avviò silenziosamente lungo quella viuzza.

Noi la seguimmo ma ci mettemmo un bel po' prima di raggiungere la fine del vicolo. Più ci allontanavamo dalla pista della gara, meno rumori sentivamo e questo mi preoccupò. Sentivo l'ansia attanagliarmi lo stomaco, il rumore dei passi sul cemento sudicio mi rimbombava nelle orecchie impedendomi di ragionare lucidamente.

«Stiamo calmi, Grace è una tosta, sicuramente gli starà dando del filo da torcere.» commentò Robert affiancandomi.

Lo guardai storto ma fu Amber a rispondergli «Quella ragazza è un fiume in piena, ma non basterà contro gli Scorpions. Sono un gruppo intero contro una e li conosco bene: a loro piacciono le sfide, e per loro Grace non è altro che una sfida.»

«Questo non aiuta, Amber...» mormorai.

Continuammo a camminare fino a che non sentimmo delle risate.

«Devono essere loro.»

Sto arrivando, tigre.

«Per di qua.» disse Amber accovacciandosi e proseguendo a spalle contro il muro. Robert ed io la seguimmo in silenzio fino a che non raggiungemmo le ragazze.

Gli Scorpions erano tutti seduti sui cofani di auto da corsa disposte in semicerchio e con le luci accese a illuminare Grace e Melanie.

«Lasciateci andare, o vi giuro che questa bravata sarà l'ultima della vostra misera esistenza.» ringhiò Grace guardando male ognuno di loro. Tremava di rabbia mentre la sua amica, mezza nascosta dietro di lei, teneva gli occhi serrati e stringeva i pugni.

«Ritira pure gli artigli, gattina. Non abbiamo intenzione di farti male, vogliamo solo divertirci.»

A quel commento, Grace corrugò la fronte e la vidi inspirare forte «Avvicinati, se ne hai il coraggio.»

Ti prego, Grace... non fare nulla di stupido, pregai.

Il ragazzo in questione si girò a guardare i compagni e sghignazzò, si staccò dall'auto e le si avvicinò con quel fare da spaccone.

Stavo per intervenire, ma Robert mi bloccò «Non ora.»

Lo guardai confuso, ma non opposi resistenza.

La mia vita è un clichéDove le storie prendono vita. Scoprilo ora