13 - Mother and daughter ... uncle and nephew.

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13 - Mother and daughter ... uncle and nephew.

- Ehi, Pisolo! - gridò Lorelai, lasciando cadere la copia del libro di Jess, giusto sulla faccia del suo fidanzato, che alle due del mattino se la dormiva beato.
Dopo la telefonata con la figlia, aveva deciso di scoprire cosa avesse di così coinvolgente quel romanzo, da travolgere furiosamente, ancora una volta, mente e sensi della sua bambina. E dopo averlo letto con l'avidità con la quale addentava tortine e ciambelle, si era ritrovata, all'ultima pagina, a desiderare che il pompiere di "Fahrenheit 451", esistesse davvero per bruciare quel libro e soprattutto l'autore.
Come aveva detto a Rory, negli ultimi anni, aveva imparato a guardarlo con occhi più obbiettivi, complice il fatto che Luke parlasse del nipote come di un ragazzo che ormai era diventato un uomo sano, forte e con la strada finalmente spianata davanti.Ed in tutta onestà, doveva ammettere, anche con sé stessa, che Jess era un vero miracolo, tenendo conto dell'esistenza dolorosa, solitaria e senza scopo che aveva vissuto prima di arrivare a Stars Hollow e, probabilmente, anche dopo essere fuggito in California, alla ricerca di un padre.
Era stato forte, ce l'aveva fatta da solo e dietro quell'aria strafottente e maleducata, Lorelai sapeva, adesso, che c'era sempre stata una persona determinata, volitiva, fiera che non si lasciava calpestare dalla volontà o dal giudizio altrui.
Vedeva in Jess un po' sé stessa, un po' di quella ragazza che a sedici anni, con una bambina tra le braccia, aveva lasciato la casa dei suoi ricchi genitori che le avrebbero permesso sì di allevarla nell'agio, ma che le avrebbero anche impedito di scegliere per la sua vita.
Ma Jess era Jess, continuava a ripeterselo: troppo travolgente e passionale per una ragazza di diciassette anni, come per la donna di ventiquattro che era diventata sua figlia.
- Ma ... che diavolo succede? - farfugliò Luke, mettendosi a sedere nel mezzo del letto, con la voce impastata e gli occhi ancora semichiusi.
- L'hai letto? - gli chiese Lorelai, senza dargli tregua. - Di'?, l'hai letto? - ripeté.
- Lorelai ... ma sono le due del mattino! - le rispose, guardando la sveglia di Hello Kitty sul comodino.
- Allora? - chiese ancora più indispettita, come se la casa stesse andando a fuoco e Luke non muovesse un muscolo per spegnere le fiamme.
- Cosa? - rispose spazientito. - Il libro di Jess? Certo che l'ho letto, credevi che lo tenessi come soprammobile? - le chiese ironico.
- E perché non me lo hai detto? - incalzò.
- Cosa? Cosa dovevo dirti, che l'ho letto? - le rispose, mentre gli occhi si aprivano completamente ed il cervello diceva addio alla sua notte di sonno.
- Non fare dello spirito con me, Luke Danes! - lo riprese, - Quella che fa battute in famiglia sono io, ricordi? - insistette. - Dovevi parlarmi di quello che c'è scritto qui dentro ... - disse, sventolando il volume, - ... e della dedica! - terminò.
- Oh ... - esclamò Luke, mettendo a fuoco il motivo di tutta quell'agitazione. - Capisco. - continuò. - Quando Jess e Rory sono nella stessa frase, tu vai in paranoia! -
- Non è paranoia la mia, è istinto di protezione. - precisò.
- Lorelai ... - cercò di spiegarle, - Rory è una donna, ormai. E poi, da cosa dovresti proteggerla? Da Jess? - le rispose quasi indispettito.
- Da Jess, esatto ... -
- Di' un po' ... Sei sicura di averlo letto? - le chiese.
- Certo, altrimenti non sarei qui alle due di notte con il cuore in gola per l'agitazione.
- Beh, permettimi di dirti che non l'hai fatto con la dovuta attenzione e col dovuto rispetto, Lorelai! - la riprese e, togliendole dalle mani il libro, cercò una pagina in particolare e gliela lesse :

" Che mi importava della gente, di quello che avrebbe detto quella stupida gente di quella assurda città, ultimo paradiso dei benpensanti.
Del resto non mi è mai importato di cosa pensano gli altri, perché avrebbe dovuto contare proprio in quel momento!
Io l'amavo e stavo andando a dirglielo. Gli altri avrebbero potuto andare ad uno ad uno al diavolo, bruciare all'inferno per quanto mi importava.
E anche io sarei potuto andare all'inferno, sentire le fiamme salire dalla terra sotto i miei piedi.
L'avrei considerato solo calore, perché io ero già dannato.
Io sono nato dannato e non c'è redenzione per chi già brucia.
Neanche dirle che l'avevo sempre amata mi avrebbe salvato.
Perché non c'è redenzione per chi già brucia."

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