12 - Show me your secrets.

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12 - Show me your secrets.

La serata con Jason e Sara ed il loro bambino, le aveva messo voglia di casa. Spesso, nonostante vivesse da sola da anni, sentiva prepotente il desiderio di sua madre vicina, delle sue braccia, del suo odore e perfino delle sue stranezze.
Non la vedeva da Natale e quella sera, la voleva accanto disperatamente.
Ma, lo sapeva, non era per il profumo di famiglia che aveva respirato con i suoi amici, era per il segreto che le nascondeva, per la "storia" con Jess. Averle mentito la intristiva e, soprattutto, confondeva anche le poche certezze che cercava di raccogliere in quella nuova o rinnovata relazione. La voglia di lui le faceva paura, il bisogno della sua voce, i pensieri che venivano a cercarla dolcemente la sera, quando posava la testa sul cuscino, la spaventavano.
Ma ancora di più, aveva il terrore che Jess potesse essere travolto dagli stessi suoi tormenti, che le loro vite si stessero irrimediabilmente, inestricabilmente aggrovigliando l'una intorno all'altra.
Sentiva ogni volta che si parlavano o quando si erano visti, quell'attrazione, quel desiderio di smarrimento totale e ingestibile che li aveva presi già da ragazzi. Non era sesso, o meglio, non era solo quello. Non era neanche amicizia, però: lei e Jess non erano mai stati amici. Piuttosto "amichevoli o amichetti", come aveva definito il loro rapporto una volta con Lorelai, che insisteva per sapere cosa ci fosse tra loro. Era qualcosa di così singolare e profondo che, neanche Rory, che usava le parole per mestiere, riusciva a definire.
Come poteva parlare con sua madre di quel groviglio di pensieri, di quella confusione cosmica, sapendo che Lorelai per anni aveva odiato Jess e aveva fatto di tutto per tenerlo lontano dalla sua bambina.
Ma sua madre era anche la sua migliore amica. Aveva sempre saputo gestire entrambi i ruoli con consumata esperienza, alternandoli alla bisogna, e Rory sentiva di non poter fare a meno di nessuno dei due.- Mamma! - gridò, trionfante, appena Lorelai rispose al telefono.
- Tesoro, ti sei ricordata della mamma per ben due volte oggi! - rispose Lorelai, con tono decisamente sarcastico.
- Io mi ricordo di te molte, ma molte volte, al giorno, mamma! - puntualizzò, risentita.- Oh, certo ... - la canzonò, pensando ad intere giornate in cui sua figlia, presa dal lavoro e dagli impegni di una donna in carriera, non la chiamava.
- Come è andata la giornata? Risolto quel problema al Dragon Fly? - le chiese, temporeggiando, nella speranza di trovare presto, il modo indolore per introdurre l'argomento.
- Tutto a posto, tesoro: Sookie ha risolto cambiando menù all'ultimo momento. E tu ... La cena con Jason e Sara? - chiese a sua volta.
- Oh bellissima, mamma: quel bimbo è adorabile ... - continuò, ancora incerta su come procedere.
- Allora, cosa c' è? - la interrogò Lorelai, che aveva fiutato qualcosa.
- Cosa? - rispose la ragazza, stupita da tanta intuizione.
- C'è qualcosa che devi dirmi? - la incalzò.- No! - si affrettò a rispondere Rory, insospettendo ancora di più la madre.
- Andiamo, Rory, dì tutto a mamma ... - insistette, addolcendo il tono.
- Come hai fatto? - le chiese, mentre si arrendeva alla sua perspicacia.
- Come ho fatto sempre, tesoro! - le rispose e continuò, pavoneggiandosi: - Sono un inarrestabile, tenace segugio. E poi anni con Patty e Babette danno i loro frutti! -
- Avresti dovuto dirmelo prima, ti avrei fatto risparmiare un ingente somma di denaro per la mia retta a Yale ed io avrei frequentato un corso di "Scova la notizia", direttamente nella palestra di Miss Patty! - le disse, con tono rammaricato.
- C'è sempre il corso di specializzazione ... - la rincuorò. - Ed ora che la mamma ti ha dato il tempo per capire da dove iniziare, dimmi tutto! - le disse con l'ironia che la caratterizzava anche nei momenti più difficili.
Rory si chiese se quella mirabile capacità di intuire le sue inquietudini fosse solo dovuta ad una grande perspicacia ed anni di addestramento o, semplicemente, al profondo ed innato legame che le legava.
- Ricordi il pacco espresso a Natale? - cominciò, titubante.
- Sì ... - rispose, con tono incoraggiante, Lorelai che, in quei giorni, non aveva fatto altro che chiedersi chi lo avesse mandato.
- Non era dei nonni ... -
- Ah no? - la canzonò la madre che lo aveva capito dall'inizio, ma aveva voluto darle il tempo di scegliere il momento per parlarne.
- No ... - continuò la ragazza, incerta. - Era di Jess! - terminò espirando.
- Jess, quel Jess? - chiese Lorelai, visibilmente sorpresa.
- Sì, proprio quello! - precisò. - Era il suo ultimo libro ... cioè l'originale ... L'ultima stesura prima della stampa. - le spiegò.
- Sapevo che aveva pubblicato un altro romanzo, me lo ha detto Luke qualche giorno fa, Jess gliene ha spedito anche una copia. Ma non l'abbiamo ancora letto: il mio fidanzato lo tiene come una reliquia! - le rivelò, in tono sarcastico.
- Io, invece l'ho letto. - disse con voce persa.
- E ... - la esortò Lorelai.
- E ... - continuò, Rory, - E' bellissimo ed è dedicato a me! - confessò d'un fiato.
- Cioè, nel leggerlo, tu hai intuito che lo ha dedicato a te? - indagò la madre.
- No, c'è il mio nome nella prima pagina ... - disse a metà tra l'imbarazzato ed il lusingato.
- Per tuo nome, intendi quello che ti ho dato io? - chiese ironica, - O un vezzeggiativo tipo: "orsacchiotto, pesciolino",che, sotto l'effetto di potenti droghe, Jess ha pronunciato una volta rivolgendosi a te? - insistette, curiosa.
- Intendo proprio quello che mi ha messo tu! - puntualizzò, un po' seccata dall'umorismo incalzante della madre.
- Oh ... - esclamò Lorelai, meravigliata.
- L'ho chiamato per ringraziarlo e poi a Capodanno ... -
- Sei andata da lui! - la interruppe, con lo stomaco attorcigliato per l'agitazione.
- Mi dispiace, mamma ... - si scusò.
- Tranquilla, tesoro, non è la prima volta che fuggi per andare da lui e menti alla mamma. - le ricordò, ripensando al giorno del diploma ed alla fuga a New York.
- Mi dispiace ... - ripeté due volte mortificata.
- Non importa. - la rassicurò la madre, mentre pensava all'ascendente che quel "galeotto", come lo aveva apostrofato una volta Emily, aveva ancora su sua figlia.- E cosa è successo a Philadelphia? - la esortò.
- Abbiamo festeggiato il capodanno in strada e ... - si interruppe, intimorita dal seguito.
Lorelai smise di respirare.
Pensò a quando la sua bambina le aveva confessato di essere pronta per "quello",proprio con Jess, ed il sangue si fermò nelle vene. Certo Rory non aveva più diciassette anni; era una donna, con alle spalle due relazioni importanti, che avevano incluso anche il sesso. Ma l'idea di lei con Jess, il primo che avesse aperto le porte alla possibilità di un coinvolgimento, anche fisico, e l'unico con il quale non fosse accaduto, la fece tremare.
- ... Ho dormito a casa sua! - terminò Rory che, dal canto suo, considerava l'aver trascorso la notte a casa di Jess, sufficientemente coinvolgente da riaprire un varco nel proprio cuore.
- Dormito solo dormito? - cercò di tranquillizzarsi, regolarizzando il respiro.
- Dormito solo dormito! - le fece eco Rory. - E poi abbiamo passato la giornata successiva in giro per Philadelphia, fino alla partenza del mio volo. - finì, sentendosi liberata dalle bugie e dalle omissioni di quei giorni.
- Degna conclusione della tua gita! - commentò ironica. - Ora, passiamo ad esaminare motivazioni, implicazioni e conseguenze di questa esperienza fuori programma. - la esortò.
- In realtà, non so cosa pensare ... - le confessò. - Speravo che tu riuscissi a dipanare la matassa ... - quasi la supplicò, affidandosi completamente al suo giudizio.- E' chiaro che Jess gioca ancora un ruolo significativo nella tua vita. E quello che ha fatto per te: aprirti gli occhi per indurti a tornare al College, venire ad Hartford, nonostante vi foste lasciati in quella maniera a Yale ... non sono cose che ci si aspetterebbero da uno come lui, così ... così testardo e orgoglioso ... E poi la dedica. Tutto fa pensare che tiene a te ancora molto. So che è cresciuto, è più responsabile, ha un buon lavoro, si sta realizzando. Insomma è un uomo che combatte per i propri sogni e Luke è così fiero di lui. -
- Credevo che lo odiassi ... - intervenne la ragazza, sorpresa nell'udire proprio sua madre tessere le lodi di Jess.
- L'ho odiato quando ti visto piangere per lui, non volevo che soffrissi: sono tua madre, Rory, se potessi ti preserverei da ogni male! - le confessò. - Ma quando è uscito dalla tua vita, ho cominciato a vederlo come un ragazzo solo e triste, a cui erano state negate le cose a cui ogni uomo anela. Sono riuscita a capire il perché della sua ostilità verso il mondo, quel non lasciarsi mai coinvolgere dalle persone, tranne che da te e da Luke ... - le rivelò in tutta onestà.
- Ma ... - insistette Rory.
- Ma Jess è Jess! - replicò la madre. - E' travolgente, ti toglie il fiato con quegli occhi, è intelligente e ruvido quanto basta, e mi fa paura, mi fa paura quello che riesce a farti provare ... - terminò, accarezzando Paul Anka, che le si era accucciato a fianco sul divano.
- E cosa riesce a farmi provare? - domandò, sicura che il bandolo fosse stato scovato.
- Io potrei dirti solo quello che riesce a far provare a me! - la punzecchiò, senza premura di mascherare una punta di rabbia e di impotenza. - Per il resto, la risposta può essere solo tua, tesoro. - le disse, sperando che quella conversazione avesse fatto un poco di chiarezza.
- Già solo mia ... - ripeté, mentre l'unica cosa a cui riusciva a pensare era la voce di lui e la voglia di sentirla.

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