3 - Destiny

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3 - Destiny

Erano le nove ormai, quando aprì la porta di casa. Non accese le luci: gli occhi le dolevano troppo. Camminando verso la cucina, sfilò le scarpe, sbottonò la gonna e, senza alcuna cura, la lasciò cadere sul pavimento. Continuando a piedi nudi, raggiunse la cucina.

- Gelato, ci vuole un po' di gelato. - mormorò, curiosando trai ripiani del frigo. - Se solo avessi anche un cono ... il cono è il massimo. Invece il gelato mangiato col cucchiaino ... - sorrise e continuò, recitando una specie di copione: - La gente è stupida! -

Si lasciò cadere sul divano, accese l'abat-jour, ma solo perché le avrebbe permesso di leggere, e recuperò il libro dalla borsa.

Era piccolo, tascabile, il suo tipo preferito. Sulla copertina, in bianco e nero, la foto di un parco in inverno di una città qualunque.

Il titolo, "Nove vite", campeggiava sulla copertina, con lettere in rilievo.

"Nove vite", di Jess Mariano.

Rory saltò a sedere sul divano, il respiro si fece leggero come un soffio e le labbra si aprirono ad un sottile sorriso.

Quanto è strano il destino, impasta, sapiente, gli ingredienti delle nostre vite per una ricetta che nessun altro avrebbe pensato: Jason e Sara, le doglie ed il parto, la recensione ed il libro, Rory e Jess.

Le pagine scorsero veloci, così veloci da pensare che una folata di vento le avesse sfogliate per arrivare subito alla fine. Così veloci, che Rory fu quasi dispiaciuta di essere arrivata all'ultima parola.

Ciascuna era stata letta ascoltando la voce di lui, inquieta, vibrante e tenera e ciascuna pagina era stata toccata dalle proprie mani, come lui aveva toccato lei, non sul corpo, ma nell'anima e quelle storie raccontate, Rory le aveva guardate con gli occhi nocciola che vedevano in lei ciò che nessuno aveva saputo guardare.

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