16. Eri solo da incontrare

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"Sta tramontando il sole" mormorò Hinata, lo sguardo perso fra le chiome degli alberi che si spingeva fino all'estremo orizzonte. Dopo essere rimasti a baciarsi per un po vicino alla porta, i due ragazzi avevano deciso di spostarsi nel loro solito angolino nascosto per sicurezza. Kageyama si era seduto a terra sul tappeto di petali con la schiena poggiata al muro e Hinata si era seduto fra le sue gambe, la schiena poggiata sul suo petto. Kageyama teneva le braccia morbidamente stese in avanti, a circondare il busto sottile di Hinata all'altezza dei fianchi, mentre lui gli sfiorava con le dita la punta delle sue.

"Sembra il primo giorno" rispose il corvino dandogli un lieve bacio sulla guancia.

Hinata socchiuse gli occhi al tocco delle sue labbra sulla sua pelle. Annuì piano.

"Ne sono successe di cose" disse un po' sovrappensiero.

In quel momento Kageyama ripensò a qualcosa che Asahi aveva detto quando era venuto in ospedale.

"Hinata"

"Si?" replicò lui voltandosi leggermente.

"Pensi che... pensi che le cose sarebbero andate diversamente se ci fossimo incontrati in una situazione differente?"

"Perchè me lo chiedi?"

"Niente di che... pensavo" Kageyama si voltò un poco a guardare Hinata e per un istante i loro sguardi si intrecciarono. Poi Hinata ritornò a guardare davanti a se in silenzio. Gli tornò in mente un vecchio mito a cui stava pensando qualche settimana prima. Il mito di zeus e dell'uomo con otto arti e due teste. Il mito delle anime gemelle.

Gli venne da ridere. Quando si era ricordato di quella storia l'ultima volta aveva pensato che fosse una stupidaggine perchè per lui non c'era nulla di simile nel mondo. Ora...

"Perchè ridi?" chiese Kageyama tra lo stupito e l'offeso "Era una domanda così stupida?" chiese accigliandosi e allontanando leggermente le mani da quelle di Hinata. Lui gliele riprese convinto e gliele strinse, intrecciando le sue dita con quelle di lui.

"Non penso sia una domanda stupida scusa" gli disse lasciando andare la testa indietro e poggiandola sulla sua spalla.

"E allora... cosa ne pensi?"

"Penso che in qualche modo mi sarei innamorato di te comunque" disse, lo sguardo fisso nel cielo, dove qualche nuvola di zucchero filato galleggiava muovendosi pigramente sospinta dal vento "Lo avrei fatto comunque" ripetè "perchè tu sei sempre stato qui per me. Dovevo solo incontrarti."

Kageyama rimase in silenzio per una manciata di secondi che sembrarono durare all'infinito. Lentamente sentì le guance diventare bollenti seguite dalle orecchie.

"Boke" disse imbarazzato comprendogli la faccia con una mano perchè non lo vedesse arrossire "Certo che ne dici di cose imbarazzanti"

Hinata rise e tentò di divincolarsi ma con l'altra mano Kageyama cominciò a punzecchiarlo facendogli il solletico.

Kageyama non avrebbe mai potuto immaginare che ci sarebbe stato un suono che avrebbe sperato di sentire all'infinito come quello. Sentire Hinata ridere era qualcosa che non si poteva spiegare, era come essere improvvisamente inondati di buon'umore e positività. Era incredibile quanti pensieri positivi quel ragazzino all'apparenza così fragile sapesse ispirare.

In qualche modo Hinata riuscì a fermare le mani di Kageyama e a riprendere fiato.

Si voltò a guardarlo e l'altro vide che gli brillavano gli occhi. Sembrava risplendere, illuminato dalla luce el tramonto, con i capelli lievemente agitati da una brezza leggiera.

The View over the Wall「Hinata Shoyo × Kageyama Tobio」Where stories live. Discover now