Capitolo 36 -Taylor-

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Tornammo a casa alle sei del mattino e finalmente riuscii a far addormentare la mocciosetta.

Amavo vederla dormire, sembrava una bambina.

Mi alzai e mi andai a fare la doccia dato che fra le due ero l'unica a non averla fatta.

Una volta finito, mi asciugai i capelli e indossai dei pantaloni abbastanza eleganti e una camicia, avevo il primo colloquio di lavoro e col cazzo che mi sarei fatta vedere in uno stato pietoso.

Avevo una tremenda voglia di gelato e nell'appartamento ne avevamo zero.

Così uscì dal palazzo per dirigermi al supermercato.

E come la mia fortuna comandava.

Non trovai un cazzo, almeno non i gusti che piacevano a noi due.

«Porca miseria ora mi tocca andare da quello più lontano» borbottai tra me e me e mi avviai con la speranza ti trovare qualcosa.

Ero quasi arrivata quando sentì due braccia grandi stringermi la vita.

Feci per voltarmi di scatto ma qualcuno mi mise una mano sulla bocca.

Mi sollevarono di peso e io provai ad oppormi scalciando a vuoto.

Era più forte di me.

Arrivammo in un  vicolo e io continuai a dimenarmi.

Mi sbatterono contro un muro.

Ma quanti cazzo ne erano, 5? 6?

«Ma chi cazzo siete, si può sapere?!» provai a tirare un pugno a quello che era davanti a me, ma aveva i riflessi pronti e mi fermò subito.

Mi strinse i polsi ai lati della testa e cazzo, stava stringendo troppo.

«Vogliamo solo una cosa ragazzina. Conosci una certa Chloe Patterson?» feci finta di non capire.

«Ah, ha perso la lingua» disse uno di loro e risero tutti.

No, maledizione, se rimango zitta capiranno che la conosco! .

«E perché dovrei» dissi e quello che mi stava tenendo ferma, aggrottò la fronte.

«Non ti crederebbe neanche il peggiore dei clown, ti rendi conto biondina?»
«Allora che cazzo me lo chiedete a fare!» dissi tirandogli un calcio nei coglioni.

Mi lasciò per accasciarsi a terra e io ne approfittai per fuggire via.

Ma qualcuno mi prese per i capelli.

«Cazzo!» dissi a denti stretti quando mi strattonò a lui e mi sbatté con forza a terra.

Digrignai i denti per l'urto.

Si mise a cavalcioni su di me e con una sola mano mi legò i polsi sopra la testa per mantenerli.

Calma Taylor, non perdere la calma.

«Ma chi straminchia siete!!!» sbraitai e si misero a ridere.

Calma persa.

«Dicci subito dove si trova Chloe Patterson, e non ci perderai la pelle» disse l'uomo al mio orecchio.

«Ma col cazzo» dissi seria e lui parve innervosirsi.

«A quanto pare qualcuno qui vuole giocare» disse un altro e io girai il capo per guardarlo.

Non sembravano uomini troppo grandi, alcuni dovevano avere pure sulla ventina, altri credevo sui 26?

Ghignai.

Nothing is impossibleWhere stories live. Discover now