Capitolo 3 -Ethan-

456 10 0
                                    

La odiavo.
La odiavo.
La odiavo!

Non potevo sentire il suo nome e per giunta amava pattinare! Ora oltre che a scuola dovevo vederla pure sulla pista?! Il mio peggior incubo!

Se lei quest'anno avrebbe vinto il campionato io mi sarei sentito uno schifo totale.

Perché quella bambina che mi aveva fatto finire la carriera doveva vincere? Perché Chloe Patterson?!!!.

Dovevo trovare un modo per impedirgli tutto questo.

Mi squillò il telefono e io dovetti rispondere.

«Cosa cazzo vuoi?»
«Sei occupato?» era Taylor.

«Cosa vuoi?» dissi di nuovo
«Puoi rispondere alla mia domanda?» sbuffai nervoso.

Ma che cazzo voleva, gli costava tanto rispondere alla mia di domanda? Che per giunta avevo chiesto prima io?!

«Si, sono occupato» mi passai una mano tra i capelli.

«Con Emily?»
«No, non sono cazzi tuoi, stasera ti voglio nella mia stanza, sul mio letto. Ciao» staccai senza dargli neanche il tempo di controbattere.

Mi sfogavo così, a letto, credevo che oramai Taylor lo avesse capito dato che veniva sempre a letto con me.

Non mi ero mai posto il problema che provasse qualcosa nei miei confronti, anche perché già sapeva la mia risposta.

Uscii da quel cazzo di locale e mi diressi alla spiaggia.

Entrai negli spogliatoi e indossai la tuta per fare surf.

Prendere quella cazzo di tavola e cavalcare le onde, soprattutto d'inverno, mi aiutava a calmarmi.

Pensare a quella ragazzina mi faceva bruciare la pelle.

Ogni suo sguardo era come un colpo di testa sul ghiaccio e faceva male, molto male.

«Anche tu qui eh?» mi voltai per vedere chi era.

Elias.

«A quanto pare» dissi ed entrai in acqua.

«Sai... I turisti che passano e ci vedono entrare in acqua con questo freddo, ci prendono per pazzi» mi venne da fare un'amara risata.

«Faglielo credere, che ti importa» dissi e appoggiai la tavola sull'acqua.

«Che dici, oggi proviamo di nuovo a sfidare l'oceano?» guardai Elias che mi stava guardando sorridente... In effetti lui un pazzo lo era.

«Stai scherzando? Vuoi morire? Fa pure Ross, io non voglio esserne responsabile» l'oceano non andava mai sfidato, dovevi ascoltarlo e fidarti di lui.

In poche parole, dovevi lasciarti andare dalla corrente, non si poteva opporre resistenza.

Lo avevo imparato quando ero un ragazzino e mi era servito da lezione.

Elias sbuffò
«D'accordo porca miseria, facciamo come vuoi tu» prendemmo la prima onda e subito dopo di questa altre ancora.

Fino ad adesso c'erano solo delle onde troppo basse.

Dove erano finite quelle alte?

Stavo iniziando a rompermi il cazzo quando vennero due/ tre onde belle grandi.

«Ora arriva il bello Elias»
«Ci sarà da divertirsi» disse ridendo.

Cavalcammo molte onde quel pomeriggio ed Elias cadde un bel po' di volte dalla tavola.

• • • •
Arrivai in villa bagnato fradicio.

Mi sarei beccato una bella influenza ma sti cazzi.

Nothing is impossibleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora