Capitolo 23 -Taylor-

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«Taylor... Che hai?» Emily mi beccò a fissare il vuoto, come la maggior parte delle volte d'altronde.

Mi girai a guardarla, stava ancora fumando quella cazzo di canna.

Gliela presi da bocca e feci un tiro anch'io.

Eravamo sedute su un muretto mentre i ragazzi erano andati a prendere da bere -Ethan l'aranciata con precisione-.

«Non ho niente, perché?» espirai il fumo e poi lo buttai fuori.

«Non ti fanno bene le canne, da qua stupida» disse Emily e si riprese la canna, non prima di avermi fatto fare un altro tiro.

«Neanche a te se è per questo, cretina» lei sorrise.

«Lo sai che non m'importa un emerito cazzo» sospirai e accavallai una gamba.

«Sei giù perché Ethan non ti sta calcolando di striscio, vero?» mi chiese ed io chiusi gli occhi, presi un profondo respiro e poi li riaprì.

«Da quando si è messa in mezzo quella troietta, sembra diverso, anzi no. Con me sembra diverso» dissi guardando le onde del mare.

Molte volte, seduta qui sù, sopra ad un muretto del cazzo, avevo pensato a un mio possibile annegamento.

Scossi la testa e scacciai quel pensiero dal cervello.

«A me quella bambinetta non sembra stia davvero facendo qualcosa sai?» disse lei, poi gettò la canna per terra.

«E tu che ne sai, si vedono a casa di Ethan, Emily».

«Cambiamo discorso Taylor, l'argomento -Chloe Patterson- non ti fa bene» disse ed io mi girai a guardarla.

Amavo guardarla, mi rilassava, era...perfetta.

«Neanche altri argomenti mi fanno bene, Emily» lei si girò.

«Oggi è...»
«Sta zitta, lo so» la fermai prima che potesse continuare.

Oggi era il compleanno di mio padre, non ero andata a trovarlo al cimitero con di solito facevo tutti gli anni, se lo meritava? Non lo sapevo, non l'avrei mai saputo.

«Nonostante quello che ti ha fatto quando eri piccola però... Lui teneva a te, come teneva a tua madr-»
«Sta zitta Emily! Non la devi nominare. È chiaro?» scesi dal muretto e decisi di raggiungere i ragazzi.

«Taylor! Aspetta cazzo! Ma che diamine hai capito» Emily mi stava dietro ma io non avevo intenzione di girarmi e guardarla un solo secondo di più.

Mi prese per il braccio e mi fece girare di scatto verso di lei, fece unire le nostre labbra e mi mise una mano dietro al collo, l'altra sulla guancia.

Mi staccai subito.

«Non qui Emily» dissi passandomi il pollice sulle labbra.

«Di solito ti calmi quando... ti bacio» mi disse sorridendo.

Scossi la testa, lo sapeva che ero confusa, altamente, quindi perché faceva così.

«Ti piace Elias, perché cazzo mi baci in mezzo alla strada dove qualcuno potrebbe vederci?!» lei sospirò.

«Perchè tu...» mi guardò le labbra e si morse il labbro inferiore.

«Lascia stare, scusa. Andiamo dentro» si accese una sigaretta ed entrò nel bar lasciandomi lì da sola.

Che nervoso che mi dava porca puttana.

Entrai anch'io ma prima mi accertai che non ci fosse nessuno lì fuori.

«Oh eccoti, che prendi?» mi chiese Brian.

«Non voglio niente adesso» dissi sedendomi sullo sgabello.

«D'accordo» disse Brian per poi andarsene.

Vidi un bicchiere davanti a me con la cannuccia del medesimo colore della bibita, gialla.

Girai il capo.

«Stai morendo di sete, bevine un po'. E fa presto» mi disse Ethan per poi prendere un'altra cannuccia e dei pezzi di ghiaccio per metterli dentro al bicchiere.

Aggrottai la fronte.

Bevve dalla cannuccia che si era preso e mi lasciò la sua.

Dovevo... Bere con lui? Era matto? Stava delirando?

«Bhe, allora non me lo faccio ripetere due volte» dissi e bevvi l'aranciata insieme a lui.

• • • • •
Che cazzo di sonno, avevo anche saltato la cena.

Andai in cucina ed aprì il frigo per vedere cosa c'era da mangiare.

Non avevo neanche acceso la luce della stanza

Mi squillò il telefono.

Era Brian, cosa voleva alle due di notte? Se fossi stata da Ethan, l'avrei ucciso.

Risposi
«Che cosa vuoi?» dissi
«Apri» non era lui, era una voce femminile a me molto familiare.

Non mi diede neanche il tempo di rispondere che staccò la chiamata.

Mi diressi alla porta e guardai prima dallo spioncino.

Aprì la porta.

Emily e Brian entrarono.

«Cosa ci fate qui a quest'ora? Se vi vede quella stronza di mia madre, ci fa fuori a tutti e tre».

«E me ne dovrebbe fregare?» disse Brian dirigendosi in cucina.

Sbuffai e mi concentrai su Taylor.

«Allora, quando avresti intenzione di rispondere alla mia domanda?» mi squadrò da testa a piedi e si morse il labbro.

«In realtà dovresti chiederlo ad Ethan» disse e tutti i miei pensieri su me e lei svanirono all'istante.

Aggrottai la fronte
«Ma lui non c'è» dissi ed Emily sbuffò dirigendosi anche lei in cucina.

«Brian, prendi il pc» disse
«L'ho anche già acceso» wow, che velocità.

«Si, ma adesso mi spiegate cosa stracazzo sta succedendo?!» mi stavo innervosendo e tanto, l'unica a non sapere cosa stavano combinando, praticamente ero solo io.

«Ethan ha commesso qualcosa di terribile, che sfortunatamente è finito su un sito. Guai a te se ne farai parola con qualcuno. Ti è chiaro?» mi disse Brian e adesso ero più confusa di prima.

«Mi è chiarissimo, adesso spiega» dissi sedendomi.

«Bhe diciamo che riguarda Ethan, ma lui non sa che siamo venuti a conoscenza di questo. Allora ecco...» non sapevano come dirmelo? Che cazzo ci voleva?

Mi alzai per prendermi un bicchiere d'acqua.

«Ethan e Chloe... Hanno commesso un omicidio ed ora un sito l'ha scritto sul web. Potrebbero finire dietro le sbarre da un momento all'altro» mi cadde il bicchiere d'acqua da mano.

Mi girai scioccata verso di loro.

«No, non è vero» dissi anche se non sapevo se credermi o no.

Ethan non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere.

«Vieni a vedere, Taylor» andai dietro Brian che mi fece leggere ciò che c'era scritto.

«Dobbiamo hackerare il sito per cancellare questa roba. Subito» dissi senza pensarci un secondo di più.

Emily mi prese per le spalle.

«Ma sei impazzita? Sono due assassini Taylor, svegliati!!!» non stavo capendo più niente.

Ethan aveva davvero ammazzato qualcuno.

Ecco perché era così strano ultimamente, parlava di meno.

Ecco perché Chloe lo guardava in continuazione e non gli toglieva gli occhi di dosso.

Cosa avremmo dovuto fare, anzi, cosa avrei fatto adesso?

Non avrei mai avuto il coraggio di denunciarli, anche se la troietta non mi andava per niente a genio.

Non sapevo cosa rispondere.

Non ero lucida al momento.

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Nothing is impossibleWhere stories live. Discover now