Capitolo 34 -Taylor-

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Mi svegliai prima della mocciosetta in modo da preparargli una colazione coi fiocchi.

Apparecchiai la penisola.

«Maledizione,  i biscotti!» imprecai a bassa voce dato che avevo dimenticato i biscotti nel forno.

Lo tirai fuori.

Erano leggermente bruciacchiati, ne assaggiai uno ed erano buoni.

«Vedo che ti sei impegnata stamattina» sentii la voce di Chloe e mi girai.

La trovai a strofinarsi un occhio.

«Come stai stamattina?» mi domandò e poi si avvicinò a me per abbracciarmi.

«Sto bene, però avresti dovuto svegliarmi per andare a letto, i tuoi fratelli non hanno detto nulla?» dissi accarezzandogli i capelli morbidi.

«Lo ho chiamati, poi stavi dormendo come un ghiro, come avrei dovuto svegliarti» disse ridendo.

Gli diedi un bacio a stampo... Anzi due... No, tre, quattro... Troppi maledizione.

«Ora mangiamo però» disse lei ed io sorrisi.

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1 settimana dopo
Pov -Chloe-
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Stavo indossando i pattini perché tra poco sarei dovuta entrare in pista.

Era il giorno della gara -giorno tanto atteso- ed ero nervosa.

«Andrà tutto bene» disse Taylor mettendomi una mano sulla coscia.

Annuii e poi presi un respiro profondo.

«Se vinci, stasera ti offro la cena» continuò ed io scoppiai a ridere.

«Se è per questo allora va bene» dissi e gli strappai un sorriso.

Era più tesa lei che io.

«Chloe, tocca a te. Sei pronta?» io annuii e mi alzai.

Taylor mi prese il polso.

«Ti prego sta attenta, se qualche esercizio in quel momento per te risulta troppo difficile, non farlo per favore» mi disse con lo sguardo preoccupato.

«C'è un "ti amo" sotto sotto?» domandai e lei rise.

«Fa attenzione mocciosa» mi diede un bacio casto e poi mi lasciò il polso.

Entrai in pista e iniziai a pattinare.

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Finii l'esercizio senza errori.

Mi mancava il fiato ma avevo finito.

Applaudirono tutti e poi mi girai verso Taylor.

Mi stava guardando fiera.

Feci per uscire dalla pista ma rimasi di sasso dopo aver sentito un tonfo.

«TAYLOR!» mi precipitai fuori e quasi inciampai.

Mi inginocchiai vicino a lei e misi la sua testa sulle mie gambe.

«Oi!» tossì sangue.

Chi cazzo era stato a sparare, chi!

«Chiamate un ambulanza, subito!» disse Noah.

Le lacrime iniziarono a rigarmi il viso.

«Non... Piangere sciocca, credi davvero che... Ti lasci da sola...in questo modo?» disse lei e poi tossì ancora.

«Shh, non devi parlare, risparmia le forze adesso» la strinsi a me più che potevo.

«Non lasciarmi Taylor, ti prego» dissi tra una lacrima e un'altra.

«Non ho intenzione di farlo» il suo respiro era irregolare strinse i denti per il dolore e avrei tanto voluto fare qualcosa per aiutarla.

«Promettimi una cosa però...» aprii le palpebre.

Stavamo parlando e non ci stavamo minimamente accorgendo del fracasso che c'era in torno a noi, erano tutti terrorizzati.

«Dimmi»
«Non... Ti scordar di me» chiuse le palpebre.

«Taylor?» la scossi piano.

«Taylor!!! Svegliati ti prego!!!» piansi ancora di più.

Avrei voluto urlare ma non potei farlo.

«Se non vuoi lasciarmi allora svegliati» dissi con la voce spezzata.

Arrivarono i medici.

«Fatemi andare con lei vi prego!» dissi quando portarono la barella.

Una dottoressa si avvicinò a me.

Mi mise una mano sulla spalla e poi mi guardò comprensiva.

Cosa voleva dirmi?

«Sei sua sorella?» scossi la testa, tanto valeva dirglielo.

«La... Sua ragazza» dissi e lei annuii.

Sospirò.

«Scusaci... Ma siamo arrivati troppo tardi, non c'è più niente da fare» sgranai gli occhi e il mondo mi crollò addosso.

«Come?» dissi e uscì più come un sussurro.

«No... Non è vero» dissi arretrando e  scuotendo piano la testa.

«Ehi» Willie mi mise una mano sulla spalla ma io mi scostai.

«State dicendo un mucchio di stronzate!!! Non avete controllato tutti i parametri! Dovreste portarla in ospedale subito!» dissi scoppiando di nuovo a piangere.

I medici abbassarono lo sguardo.

«Ehi, Chloe! Chloe!!!» iniziai a vedere tutto sfocato e mi girò la testa.

«Calma piccola, calma» Willie mi massaggiò lo stomaco.

Mi calmava quando faceva così.

«Taylor non è morta... Taylor...» mi asciugai le lacrime e strattonai la presa di Willie per liberarmi dal suo contatto.

Superai la dottoressa per avvicinarmi a Taylor.

Non sarebbe finita in questo modo.

Ero sicura che lei era viva, doveva, altrimenti questa storia si sarebbe conclusa qui.

«Sigorina, non può avvicinarsi» mi disse uno di loro.

«Fate silenzio» dissi guardandoli infuriata.

Appoggiai l'orecchio sul petto di Taylor.

Strinsi le palpebre ormai conscia di quello che stava accadendo.

Il suo battito non c'era più.

Avrebbe dovuto mantenere la sua promessa.

Dovevamo ancora fare un sacco di cose insieme, domani avremmo anche fatto due mesi di relazione e oggi... Oggi me l'avevano portata via.

Ma perché non c'è ne andava mai una giusta... Perché?

Avrei voluto svegliarmi con lei a fianco un giorno, avrei voluto scegliere l'università e chiedergli un suo parere.

Avrei voluto fare mille passeggiate con lei, sia di notte che di giorno.

Mi aveva promesso che saremmo andate sulla spiaggia insieme e adesso non potevamo fare più nulla.

Avrei voluto preparargli anch'io una colazione come si deve.

Però... Tutto questo non era più possibile e io dovetti accettare la realtà.

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Nothing is impossibleWhere stories live. Discover now