Capitolo 74 - Costruire

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«Avevi ancora dubbi? Se Drumainn ne ha parlato bene, era impossibile che qualcuno lo rifiutasse!»

«Drumainn si è concentrato unicamente sulle note scientifiche, non ha valutato la componente filosofica e religiosa.»

Brycen spostò lo sguardo, rigirandosi la catenella dell'orologio tra le dita. Il nome Maxwell Drumainn faceva riaffiorare nella sua memoria quello di Arturo Soleni, e con esso gli interrogativi irrisolti che lo riguardavano. Chloe aveva assicurato di non aver avuto alcun ruolo nell'interessamento di Soleni verso le teorie di Brycen, e lui le credeva; il resto, però, era avvolto nello stretto silenzio che il suo Giuramento le imponeva.

È meglio non avere a che fare con lui, gli aveva suggerito Chloe, con un'ombra scura in volto che non prometteva nulla di buono. E se anche non aveva potuto spiegargli la ragione, Soleni era il motivo per cui si era detta costretta a lasciare Mehtap al più presto.

Qualunque cosa ci fosse sotto, ogni volta che Brycen ripensava a quell'uomo la sua pelle cominciava a formicolare, avvisandolo che sarebbe stato più saggio tenersi a debita distanza.

«Ero comunque certo che avresti trovato facilmente un editore per la pubblicazione» concluse Louis alla svelta, forse intuendo il suo disagio. «E non ho dubbi che il tuo lavoro sulle Interconnessioni sarà ancora più fenomenale! La comunità scientifica andrà in delirio, vedrai.»

«Sto solo scribacchiando appunti, non so neppure dove l'approfondimento potrebbe portarmi.» Brycen sorrise nel vedere le labbra di Louis arricciarsi in una smorfia. Prima che l'amico potesse esternare il suo rimprovero, proseguì: «Temo inoltre di dover sospendere le ricerche, almeno per il momento. La mia concentrazione è interamente assorbita dalla revisione, e gestire un doppio lavoro consumerà tanto il mio tempo quanto le mie energie.»

«Un doppio lavoro? Credevo smettessi di insegnare zimeo per concentrarti sulla filosofia.»

«Quella è la mia intenzione, ma attualmente è infattibile: mi hanno assunto per poche supplenze, lo stipendio non sarebbe sufficiente a mantenermi da solo. Ho perso la mia eredità quando la mia famiglia mi ha ripudiato, perciò non posso permettermi di lasciare il mio lavoro qui a Mehtap.» Un soffio divertito gli sfuggì dalle labbra, tale era la serenità con cui quella frase era venuta fuori. Nessun patrimonio perduto, per quanto ricco, avrebbe mai oscurato il benessere che provava da quando aveva messo un punto fermo alle sue questioni familiari. «Se anche facessi affidamento sui miei risparmi, non so come si evolverà la questione in futuro. Potrebbero offrirmi solo altre supplenze oppure potrei non trovare un nuovo incarico così in fretta. Senza considerare il trasferimento: non è detto che vendere la villa fornisca un ricavato sufficiente a coprire tutte le nuove spese. La cosa migliore da fare per il momento è provare a gestire entrambe le cose.»

«Fortuna che c'è Chloe a rendere insignificanti le distanze, allora» ridacchiò Louis. «Suona assurdo se ci pensi, no? Un lavoro a Mehtap, l'altro a Polluce e casa ad Acamar. E in più c'è Chloe che ha trovato lavoro a... dove, di preciso?»

«Lenwish» borbottò alla svelta, arricciando il naso.

Era una magnifica opportunità per lei, questo non poteva negarlo: in quanto patria dei cocktail, Roumberg era l'aspirazione di molti baristi. Il locale che aveva assunto Chloe era di alto livello e lavorare nelle ore serali le avrebbe permesso di seguire i corsi di psicologia all'Accademia di Acamar, perciò era la combinazione migliore che si potesse sperare. Di quello, Brycen era entusiasta; del fatto che Chloe avesse ottenuto il lavoro tramite Kolt, un po' meno.

«Sono soluzioni temporanee, ad ogni modo» si affrettò a continuare. «L'idea è quella di concentrare tutto ad Acamar appena possibile. Non possiamo dipendere così tanto da Maelstrom, non voglio che Chloe si affatichi troppo. E non amo l'idea che sia costretta ad accompagnarmi in ogni dove.»

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