Capitolo 65 - Soltanto una bugia

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«Brycen, lo so che sei in casa!» Mindy bussò alla porta d'ingresso con vigore, senza staccarsi dal campanello. Lo stava suonando da quasi un minuto, ma il silenzio non era stato sufficiente a farla desistere. «Aprimi o giuro che spacco la finestra per entrare! Lo faccio, eh! Guarda che lo faccio!»

Brycen si accasciò sulla poltrona. Non aveva voglia di vederla, così come il giorno precedente e quello prima ancora. Falso: aveva molta voglia di vederla, ma gli mancavano le energie per giustificare la sua evanescenza o per parlare di Chloe.

Si issò di malanimo e trascinò il passo fino all'ingresso, indugiando prima di abbassare la maniglia. Si sforzò di abbozzare un sorriso per salutarla, ma ebbe appena il tempo di mettere a fuoco la sua figura che la piccola mano di Mindy impattò contro la sua guancia.

«Questioni di famiglia?! Mettervi d'accordo, prima di sparare stronzate!»

Brycen sgranò gli occhi, liberando un lamento confuso mentre si tastava il viso dolorante. Non si accorse del foglio spiegazzato che Mindy stringeva fin quando lei non glielo sbattè contro il petto, ma fu sufficiente un'occhiata per riconoscere la calligrafia di Chloe mentre lo dispiegava.


Cara Mindy,

Scusa se avviso via lettera, ma devo partire immediatamente per una questione urgente di lavoro di cui non posso parlarti – niente di preoccupante, tranquilla! Ci sono stati degli imprevisti e mi servirà almeno una settimana, ma se tutto va bene questo libro sarà l'ultimo che dovrò scrivere su commissione. Mi fai il favore di avvisare tu gli altri? Prometto che ti spiegherò meglio al mio ritorno, e troverò un modo per farmi perdonare.

Ci vediamo presto!

Chloe ♥


Bugie. Era incredibile la maestria con cui Chloe le costruiva, riusciva a far sembrare tutto così reale che Brycen fu tentato di credere a quella versione. I suoi occhi erano ormai aperti ed era impossibile ignorare la realtà che si nascondeva sotto l'inchiostro, ma invece di puntualizzare le discrepanze la sua attenzione si soffermò sulle analogie.

La questione di lavoro, il libro, gli imprevisti da risolvere... C'era verità nelle sue menzogne. Non erano mero frutto di fantasia, ma più simili a un codice che diventava facile da decifrare una volta ottenuta la giusta chiave di lettura.

«Dov'è Chloe? Che cazzo sta succedendo?» ringhiò Mindy, e solo adesso la voce spezzata lasciò trasparire la preoccupazione che aveva camuffato da rabbia.

Brycen schiuse le labbra, ma venne fuori solo un mormorio confuso. La sua pelle formicolava, non solo dove lo schiaffo aveva lasciato la zona pulsante di dolore. L'intero corpo era privo di vitalità, sentiva il bisogno di sedersi e metabolizzare quelle nuove informazioni dopo giorni di silenzio.

Come riusciva Chloe a farlo? A trovare giustificazioni così rapidamente, a presentarle in modo credibile senza vacillare un istante. Lui non era neanche in grado di fare ordine tra i suoi pensieri.

«Dovremmo parlarne al suo ritorno.» La voce superò a malapena il nodo che stringeva la gola. «Segui quanto scritto da Chloe. Dovresti parlarne direttamente con lei.»

«Mi prendi in giro? Ma che risposta è?!» Mindy abbandonò le braccia lungo i fianchi in una risata nervosa. «Secondo te io dovrei dirti "va bene" e tornarmene a casa come se nulla fosse? No, spiegami. Devo fingere che tutto questo sia normale? Non so se lo sia dalle tue parti, ma qui non lo è!»

«Mindy, per favore

«Per favore un cazzo, Brycen. Per favore-un-cazzo!» Mindy lo spinse di lato, facendosi spazio a forza nell'appartamento. «Spostati. Ora io e te ci sediamo, come due persone mature, e mi racconti tutto.»

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