Capitolo 21 - Cosa ti piacerebbe fare?

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Gli incontri tra Chloe e Yu-Zhay avvenivano sempre sulla spiaggia, quando il sole si avvicinava al tramonto. Sedevano sulla sabbia l'uno di fronte all'altra, con un tavolinetto di legno posto in mezzo a loro a sorreggere una teiera di ghisa e due tazze.

Chloe non aveva mai incontrato un Monaco dell'Anima prima di lui, perciò non sapeva dire se fossero tutti simili tra loro o se fosse Yu-Zhay a sembrarle così insolito. Era così diverso dal suo mentore: aveva superato da molti anni la mezzetà ed era privo di capelli, compensando con una lunga barba bianca che teneva intrecciata. Non era molto più alto di Chen-Yi, ma la sua corporatura non poteva essere più dissimile da quella tonica e slanciata del Senza Volto: spalle larghe e un fisico paffuto si accompagnavano a una postura rilassata e un viso rotondo con labbra sempre sorridenti. Chen-Yi non alzava mai la voce né mostrava la sua rabbia, ma era Yu-Zhay la persona che Chloe associava alla pazienza. Il suo modo di parlare era calmo come le acque di un lago e il suo sguardo gentile come una carezza, specchio del buon umore che sembrava non abbandonarlo un istante.

«Come ti senti, giovane Kiyoko?»

Una domanda a cui Chloe non sapeva rispondere.

Yu-Zhay aspettò a lungo, senza impazienza o fastidio a deturpare la sua immagine. Nell'attesa le offrì del tè ai frutti rossi e la invitò a contemplare il mare – no, non era corretto; non fece altro che voltarsi ad osservare la riva mentre sorseggiava la bevanda calda. Sembrava in perfetta armonia con la natura. Non le disse nulla, ma quel sorriso era così pacifico che a Chloe venne voglia di bere tè e guardare il mare.

«Ho forti crampi allo stomaco. Sento l'intestino contorcersi, tutto spinge verso il diaframma» ammise Chloe dopo un lungo silenzio. «Non capisco. Il mare è un luogo piacevole e il tè è buono. Non dovrei stare bene?»

Yu-Zhay ridacchiò. «Bambina mia, stare bene è quanto di più complesso esista al mondo, e questa è una domanda a cui soltanto tu puoi trovare risposta.»

Chloe restò a fissarlo, sentendo il fastidio allo stomaco farsi più persistente. «Credevo fosse questo il tuo ruolo, nobile Yu-Zhay: risolvere la mia condizione. Come puoi farlo, se non sei in grado di darmi risposte?»

«Oh, ma il mio compito non è rispondere, giovane Kiyoko.» Yu-Zhay afferrò la teiera, versando abbastanza tè nella tazza da riempirla fino all'orlo. Chloe pensò che l'avrebbe rovesciata con movimenti goffi e lenti, invece la portò alle labbra senza versare una goccia. «Concedimi la possibilità di un'ipotesi: potrei suggerire che ciò che provi sia dovuto a timore e diffidenza. Ti viene chiesto di fidarti di me come del tuo mentore, ma le differenze tra noi ti disorientano. Non vedi in me il tuo maestro, perciò non riesci a fare affidamento su di me e la cosa ti preoccupa. Se questa fosse la mia analisi, cosa mi risponderesti?»

«Che sei in errore. Sei un Monaco, e so che chiunque segua la volontà degli Dèi è degno di fiducia. Chen-Yi e la Madre ritengono che tu possa aiutarmi, perciò non ho motivo di essere preoccupata, intimorita o diffidente.»

«Ecco perché non posso offrirti risposte, giovane Kiyoko, non ne gioveresti.» Yu-Zhay si sistemò sulla sabbia, senza preoccuparsi di sporcare la tunica bianca e grigia che lo avvolgeva. Il vortice dell'Heiko che pendeva dalla sua collana era dorato, a simboleggiare il suo ruolo di consulente emotivo. «Vedi, il mio compito è renderti capace di rispondere da sola alle tue domande. Potrei supporre, ma nessuno sarebbe in grado di leggere ciò che provi nel profondo se tu per prima non ne sei consapevole. Chen-Yi ti ha addestrata a studiare le persone e i loro comportamenti, io invece ti insegnerò a conoscere te stessa e a comprendere le emozioni a cui adesso non sai dare un nome.»

«In che modo? Cosa dovrei fare?»

«Cosa ti piacerebbe fare?» la corresse il Monaco.

Chloe ci pensò per qualche istante, osservando la tazza che reggeva tra le mani come se potesse darle un qualche consiglio. «Rendere onore agli Dèi.»

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