Chapter Thirty-Nine

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⚠️Storia originale di MesseMoon su Ao3⚠️

Questa è solamente una traduzione, i diritti vanno tutti all'autrice/ore.
Fatemi notare errori.
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Capitolo Trentanove

⚠️TW: Cancro⚠️

PARTE I: LILY

Lily non si lascia prendere dalle speranze quando le viene detto che la McGranitt vuole vederla nel suo ufficio. Non si lascia pensare, nemmeno per un secondo, a cosa potrebbe significare. Al motivo per cui è stata convocata. Anche dopo che la McGranitt glielo dice, dopo che lascia Lily da sola, inginocchiata davanti al camino, non si lascia credere. Che sta per vedere sua madre. Adesso. Oggi. Qui. Non ci crede fino al momento in cui il suo volto appare tra le fiamme.

"Mamma!" Lily quasi raggiunge il fuoco. "Oh mio Dio, mamma, ciao, ciao, mi senti?" ride un po', sentendo immediatamente diminuire un po' della tensione che si portava dietro da qualche settimana solo alla vista del viso di sua madre.

Sta bene,

Lily si dice.

Guardala, sta bene.

"Ciao, Lily? Cara? Santo cielo," ride anche la mamma. "Non mi abituerò mai a questo."

"No," concorda Lily, "nemmeno io." Vorrebbe davvero poterla abbracciare. Sua madre dà gli abbracci migliori. "Dove sei?" Lily chiede invece.

"Um... a casa dei vicini, qualche isolato più in là," fa a Lily un sorriso sfacciato, abbassando la voce. "A quanto pare anche loro sono magici."

Lily ricambia il sorriso. "Pensa un po'."

"È passato il Ministero, gli ho chiesto se mi lasciavano usare il loro caminetto—non so come lo chiamano i Maghi—"

"La Metropolvere mamma, è la Metropolvere. Beh, Metropolvere."

Sua madre inarca le sopracciglia. "La Metropolvere? Davvero? Sembra una malattia."

"Sì, in effetti hai ragione. Non ci avevo mai pensato."

"Beh, comunque, ho cacciato quei poveretti dal loro salotto quindi suppongo che dovremmo farla breve. Che succede cara? Perché avevi tanto bisogno di parlarmi?"

Improvvisamente Lily si sente incredibilmente sciocca. Come può spiegare che ha fatto tutto questo solo perché sentiva che qualcosa non era... giusto?

"È solo che—" inizia e poi si ferma, sospirando mentre accavalla le gambe e si siede più comodamente sul pavimento di pietra. "Ero preoccupata credo."

Ed è allora che se ne accorge.

La tensione all'angolo degli occhi di sua madre.

"Preoccupata?" chiede, con la voce che si alza. "Per cosa?"

Lo stomaco di Lily inizia a contorcersi, lo stesso disagio che provava leggendo le lettere di sua madre si ripresenta.

"Mamma?" chiede. "Cosa c'è? Che succede?" Non ha idea di cosa possa esserci di sbagliato. Sa solo che c'è qualcosa. Qualcosa che sua madre non vuole farle sapere. Da cui pensa di doverla proteggere.

"È successo qualcosa a Petunia?"

"No, no, certo che no!" la madre fa una risata un po' affannosa, senza incontrare gli occhi di Lily. "Sta bene, stiamo bene entrambe."

Ma Lily si limita a scuotere la testa. È un'esperta dei "bene" di sua madre. Questa l'ha già sentita. L'ha sentita centinaia di volte quando stava accanto a sua madre mentre la gente le chiedeva come stava dopo la morte del padre. L'ha sentita dire a tutti quelli che sono passati a portare casseruole e fiori nei mesi successivi che lei stava "bene."

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