Chapter Thirty-Two

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⚠️Storia originale di MesserMoon su Ao3⚠️

Questa è una traduzione italiana, potrete trovare la storia originale (in inglese) su Ao3, sul suo profilo.

Mi scuso per alcuni errori con i verbi, (passare da passato prossimo a passato remoto per esempio), ed eventuali ripetizioni ma mi attengo al testo originale dell'autore/ice.

Alcune parole di cui che non trovo una giusta traduzione verranno messe in fondo al capitolo.

Rispetto la punteggiatura, le parole in corsivo e gli spazi, senza modificare l'opera originale.

Nota: La traduzione è fatta interamente da me. @KookSpook
La copertina della storia pure.

Capitolo Trentadue

⚠️TW: Riferimento a violenza sessuale⚠️

📢Le traduzioni per le parti in francese verranno messe a fondo capitolo📢

PARTE I: REMUS

È sempre un po' imbarazzante. Essere un lupo mannaro. Soprattutto quando si è ospiti in casa di qualcuno e si sta per trasformarsi in un mostro. Non c'è un modo educato per chiedere a qualcuno se può rinchiuderti nel suo scantinato. Anche se i Potter fanno del loro meglio.

"Sei sicuro di non volere niente da mangiare?" Chiede la mamma di James mentre sistema un paio di lenzuola piegate sul letto che hanno portato giù per lui. Tutti gli altri mobili sono stati rimossi, ma nonostante questo i Potter hanno ancora la cantina più bella che Remus abbia mai visto. Pareti calde color burro, pavimenti in legno massiccio, mattoni a vista, un caminetto—al momento scollegato e non acceso—non ha nulla a che vedere con il seminterrato di casa sua. Questa stanza era stata creata per i giochi e le serate di cinema e i pigiama party. Questo fa agitare Remus. È sempre più consapevole di quanto sia un'imposizione. Avrebbe dovuto tornare a casa. Avrebbe dovuto occuparsene da solo.

"Remus?"

Alza lo sguardo e trova Eufemia ancora in piedi accanto al letto, con una preoccupazione evidente negli occhi anche quando gli sorride.

"Tutto okay ragazzo?"

Lui annuisce rigidamente, senza preoccuparsi di parlare del dolore alle ossa o alla testa o della nausea che non si è attenuata da stamattina. Lei sa già tutto. Inoltre, non è proprio quello che sta chiedendo.

"Sono preoccupato per i muri," si costringe finalmente a dire Remus, con le mani infilate nell'astuccio sul davanti della felpa, senza incontrare lo sguardo di lei.

Una ruga appare tra gli occhi di lei. "I muri?"

"Lui li—" tossisce lui. "Intendo io li," non sottraiamoci all'idea, ora, Remus. "Li graffierò."

Lei inarca le sopracciglia, con un'aria un po' divertita. "Non preoccuparti, sinceramente, non ha importanza."

Remus deglutisce, con la gola secca, e lo sguardo corre per la stanza, individuando tutti i punti in cui sono state rimosse foto e quadri. Le foto di James tappezzano praticamente le pareti di questa casa. Remus non sa se i suoi genitori abbiano mai fatto foto di famiglia. Se l'hanno fatto di certo non le hanno mai appese.

"Però sono così belli," dice alla fine. Pateticamente.

Eufemia fa un verso di commiserazione che fa trasalire Remus. "Oh amore," è gentile quando gli cinge il braccio e gli stampa un bacio sulla testa.

"Non sono belli come te," dice, lasciandolo andare dopo un attimo. "E poi, basta un colpo di bacchetta e tutto torna come nuovo, uno dei tanti vantaggi di essere una strega," gli fa l'occhiolino.

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