'Voglio quello che non siamo riusciti ad ottenere fino a questo momento.'

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LOUIS' POV.

Dopo che Niall entrò nella stanza calò il gelo tra di noi ed uscii sapendo che lui avrebbe usato quella situazione per rivoltarsi contro di me. Harry non voleva che io vedessi i suoi occhi ma ormai lo conoscevo meglio delle mie tasche ed era inutile dire che non poteva nascondere le sue lacrime da me; stava male, lo sapevo, e non avrei voluto lasciarlo solo, ma Niall mi metteva troppo in soggezione.

Quando arrivai all'entrata trovai tutti lì a chiaccherare mentre mi aspettavano. Appena mi videro mi vennero incontro, ma notai che qualcosa non andava in Eleonora.

''Che c'è?'' La bloccai per un braccio prima che potesse mostrare il suo pass alla sicurezza, e lei fece di tutto per non far incrociare i nostri occhi. Silvia, prima di lasciarla le disse qualcosa, e lei annuì.

''Nulla di importante Louis, possiamo raggiungere gli altri?''

''Dimmi.'' Le afferrai entrambe le spalle cercando di farla tranquillizzare.

''Louis davvero, non è niente.'' Mi sorrise debolmente ed io non potei fare altro che abbracciarla, tentando di sollevarle il morale.

''Mi fai sentire inutile così, dai.''

''Ho visto Niall in quel ristorante vicino casa tua l'altra sera, era con una bionda piuttosto vistosa. Mi sono sentita presa in giro perchè la mattina gli avevo chiesto di uscire a cena ma lui aveva rifiutato dicendo di volersi riposare. Non che mi importi molto, voglio dire, ci conosciamo appena. Non capisco tutta questa sfiga con i ragazzi.''

E come se qualcuno lo avesse chiamato, ecco il diretto interessato uscire dalla porta dell'edificio con il cellulare in mano.

''Wow, Tomlinson. Ora fai piangere anche lei?'' Niall si avvicinò a noi due mettendo in una tasca il telefono che stava usando un attimo prima. ''Non mi sembra carino farne star male due nel giro di dieci minuti.''

''Zitto Niall. Taci se non sai come stanno le cose.''

''Ehilà, che caratterino. Ti rode la verità per caso?''

''E tu invece? Qual'è il tuo problema ancora?''

''Il mio problema sei tu. Tu, e tutto quello che fai alle persone che ti stanno vicine. Ho torto per caso ad essere fottutamente incazzato nero con te, quando per un pelo, hai rischiato di rovinare la vita a noi quattro? Ho torto se mi stanno a cuore i miei amici? Rovini sempre tutto.'' Il suo tono insolente e troppo alto per i miei gusti mi irritava forse di più dell' espressione altezzosa che aveva assunto. Eleonora ci stava incoraggiando di smetterla, ma per noi era diventata praticamente invisibile.

''Ah si? Ora ti stanno a cuore? Due anni fa però i tuoi amici volevano la libertà e ops, non li hai aiutati.''

''Tu non hai idea di cosa abbia comportato la tua scelta.'' Aveva finalmente smesso di urlare.

''Non mi sembra che sia andata male a nessuno.'' Ognuno aveva comunque continuato a vivere facendo ciò che gli piaceva, ma le sue parole non mi convincevano. C'era qualcosa che non sapevo?

''Siete due bambini, mi avete stancato entrambi. Dovremo essere qui per sostenere Harry e invece pensate solo a litigare. Fate quello che volete, io entro.'' Così dicendo la ragazza ci diede le spalle e entrò velocemente nell'edificio, lasciandoci soli in balia della rabbia.

-

La sfilata era iniziata da un po' ed Harry aveva già percorso la passerella tre volte, in tutta la sua abbagliante bellezza. Non feci altro che osservarlo e studiare ogni suo movimento.

''Louis?'' Silvia richiamò la mia attenzione.

''Cosa?''

''Penso che rispondere al telefono non sarebbe una brutta idea.'' Ero talmente preso che non mi accorsi che stesse suonando. Lo presi e lessi i messaggi che mi erano arrivati.

''Scusate, io vado in bagno.'' Mi alzai e mi allontanai dalla sala. Mi diressi all'esterno, cercai un posto meno affollato possibile e mi accesi una sigaretta in preda al nervoso. Non avevo idea di cosa stesse succedendo o chi fosse a mandarmi ancora dopo mesi quei messaggi, c'era la possibilità che fosse uno scherzo, sicuramente uno di pessimo gusto e troppo di lunga durata. Cominciai a pensare alle ipotesi più assurde ed ai colpevoli meno probabili finendo una sigaretta dietro l'altra, facendo passare probabilmente un bel po' di tempo, tanto che vidi Harry scrutare attentamente l'esterno attraverso le ampie vetrate dell'edificio e quando mi vide, si avvicinò e si sedette sul muretto in pietra proprio di fianco a me.

Stemmo entrambi in silenzio senza mai guardarci. C'erano tensione e imbarazzo tra di noi.

''Louis.'' Pronunciò in modo appena udibile il mio nome, si voltò per un secondo verso di me poi riposò lo sguardo sulle sue mani, rigirandosi tra le dita uno dei suoi soliti anelli. ''Scusa per prima. Non avevo il diritto di aggredirti così, solo sai..''

''Ho capito Harry, è tutto ok.''

''Posso sapere solo una cosa?'' Annuii. ''L'altra sera, vorrei sapere se per te abbia significato qualcosa.. o no.'' Esitò prima prima di finire la frase.

''Non importa.''

''A me importa.''

''Non dovrebbe.'' Ero nervoso per conto mio, Harry continuava a tirare fuori argomenti su di noi, io non avevo voglia di parlare di niente, ed il suo essere così innocente mi dava sui nervi. Forse avrei dovuto dirgli dei messaggi dato che riguardavano lui, ma decisi che mi sarei dato da fare per scoprire il colpevole senza tirare in ballo persone che non c'entravano nulla o che non volevo si preoccupassero per una probabile stupidata. E così presi la mia decisione. ''Non dovrebbe importarti perchè non succederà più, e sarebbe meglio che questa storia assurda finisse qui.''

''Perchè?'' Si girò verso di me e rimasi colpito non sentendo nessuna emozione nella sua voce.

''Perchè tutto questo non ha senso. Non ha senso il fatto che non ci siamo parlati per una vita; non ha senso che la prima volta che ci vediamo finiamo a letto insieme; non abbiamo senso noi e non ha senso la nostra malata relazione, o qualunque cosa sia quello che c'è tra noi.'' Fece male dirgli quelle cose, ma sentivo che fosse la cosa giusta da fare. Forse Niall aveva ragione, rovinavo sempre tutto.

HARRY's POV.

''Se questo è quello che vuoi Louis, lo avrai. Voglio solo che tu sappia quanto assurdo sia il tuo comportamento. Forse sono stato io a portarti ad allontanarti da me col mio atteggiamento di prima, ma dimmi, cos'ho fatto per meritarmi questo? Urlami contro, prendimi a pugni, ma non dirmi che non mi vuoi più.''

Mi aveva evitato i giorni prima della sfilata, non mi aveva risposto né ai messaggi né alle chiamate quando solamente i giorni prima avevamo girato la città come due perfetti fidanzati. Cos'era successo in soli due giorni? Stava rompendo con me una relazione che neanche avevamo, pronunciando parole orribili e pesanti. Mi stava dicendo che non voleva più vedermi o aver a che fare con me; mi fece provare un dolore immenso e sentivo ogni singola cellula del mio corpo collassare, proprio come me.

''Pensaci Harry.''

''Louis io non voglio dover pensare al perché tu mi tratti male. Voglio svegliarmi la mattina e la prima cosa che faccio è darti il buongiorno, voglio mangiare fuori con te e litigare per chi deve pagare il conto. Voglio farmi stracciare a fifa da te e voglio vederti fare il broncio come un bambino quando non ti lascio vedere la partita. Voglio quello che non siamo riusciti ad ottenere fino a questo momento. Ora possiamo, cosa ti blocca?"

''Harry, non stai rendendo le cose più semplici. Finiscila.''

''Dannazione Louis, vuoi sentirti dire che ti amo ancora? E' questo che vuoi? E' così, provo per te ancora questo enorme, incontrollabile e scomodo sentimento che in tutto questo tempo non è mai minimamente diminuito.''

''Non possiamo e basta Harry, ok? Secondo qualche strano motivo per noi non è stato scritto un lieto fine!'' Urlò a pieni polmoni e tutto d'un fiato disse quella frase. Non ne potei più di trattenere il dolore e la rabbia così sferrai un pugno ad una colonna in cemento. Mi voltai verso Louis e lo vidi appoggiato con i gomiti al muretto su cui era seduto prima, con le mani a coprirgli il viso e le lacrime che scivolavano sulle guance a entrambi. Non capivo il suo sfogo. Lui mi stava allontanando senza motivo. Lui non aveva diritto di piangere.

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All Over Again 》 || One Direction|| Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora