CAPITOLO 6

5 1 0
                                    

29 GIUGNO 2022

«È scattata la mezzanotte.» disse Dalia mentre Joey ancora era poggiato su di lei, Fforse dovrei andare Joey...». Lui alzò la testa, non la guardò ancora, rimase in silenzio a pensare a qualcosa da dire.

«Io non ho neanche cenato» affermò poi, come a ricordarlo a sé stesso.

«Sai che neanche io ho mangiato?» rise Dalia. Joey finalmente si voltò verso di lei.

«Ti va di passare da me? Mangiamo qualcosa e ti riaccompagno a casa... come due vecchi amici». Dalia stava per rifiutare ma, dopo tutto quel tempo, ancora non riusciva a dire di no a quel viso così dolce.

«Va bene... ma come due vecchi amici, niente di più.» sottolineò la ragazza.

«Potrei morire se ci spingessimo oltre», Joey sussurrò quelle parole così piano che a Dalia arrivò solo un confuso bisbiglio che non riuscì a capire.

Arrivarono davanti ad una casa leggermente fuori dal centro città, era una casa molto grande e bella, con un giardino estremamente curato, appena varcata la soglia del cancello automatico con l'auto i sensori di movimento fecero accendere le luci che illuminarono quel giardino rendendolo ancora più bello. Dalia rimase felicemente stupita, non si aspettava una casa simile da Joey.

«Cavolo...» pensò ad alta voce.

La casa aveva un gusto retrò dall'esterno, era in mattoni, le imposte delle finestre e la porta erano in legno, le luci, perfettamente abbinate con lo stile della casa, illuminavano la porta d'ingresso da entrambi i lati.

Joey scese dalla macchina, aprì la porta ed invitò Dalia ad entrare che, ancora incantata da quella bellissima casa, varcò la soglia senza dire una parola.

«Puoi poggiare la borsa e la sciarpa qui» disse Joey indicando un mobile con vari ripiani.

«Questa non vuoi tenerla?» chiese la ragazza indicando la sciarpa.

«No, quella è tua Dalia.».

Joey sparì in una delle stanze lungo il corridoio, Dalia poggiò le sue cose e lo seguì in fretta, lo trovò in cucina intento a leggere un messaggio con un sorriso stampato sul viso.

Mentre Joey ancora non staccava gli occhi dal telefono Dalia si guardò intorno confermando lo stupore iniziale anche per gli interni, la casa manteneva lo stesso stile retrò anche nell'arredamento, mobili in legno, luci calde, l'atmosfera che si veniva a creare lasciava un senso di conforto addosso.

«Da quanto vivi qui? È molto bello», chiese Dalia.

«Vuoi sapere da quanto sto qui o da quanto sono andato via dalla nostra vecchia casa?».

Beccata in pieno.

Era davvero curiosa di sapere quanto tempo ci avesse messo a rifarsi una vita allontanando tutti i ricordi che aveva di loro due.

«Un anno. Sto qui da un anno, volevo andare via prima da quella casa, passare un anno lì dentro, da solo, a ricordarmi tutto quello che era successo faceva male ma, sai com'è... roba burocratica, contratti e tutto il resto, e fare tutto da solo non ha aiutato. Ho dovuto aspettare per forza», continuò lui mentre fingeva di cercare qualcosa di inesistente pur di non incontrare lo sguardo di Dalia.

«Certo, altrimenti saresti scappato prima.», disse lei sarcastica.

«Tu l'hai fatto.».

Ed eccolo, il silenzio. Un silenzio fatto di vecchi rancori e cose irrisolte, un silenzio che faceva più rumore di dieci trombette da stadio che iniziano a suonare nello stesso momento, Dalia pensò di dover fare qualcosa, cercò nelle tasche e trovò un fazzoletto, il pretesto perfetto: «Dove lo butto questo?», chiese, Joey si voltò per mettere a fuoco l'oggetto ed indicò uno sportello proprio dietro Dalia. «La carta lì».

Two life, One soulWhere stories live. Discover now