CAPITOLO 4

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27 GIUGNO 2022

Il tempo passò in fretta per Dalia, quella mattina non vide Joey neanche una volta dopo ciò che le aveva detto prima di entrare.

Tra l'incontro con vecchi colleghi, un meeting durato tutta la mattinata, la visita alla nuova sede, la pausa pranzo con i vecchi amici e tutte le mille cose da fare Dalia ebbe pochissimo tempo per sé stessa e, in un certo senso, questo le impedì di pensare alle cose successe prima del lavoro.

Quando finalmente riuscì a ritagliarsi del tempo per lei decise di scrivere qualche idea che le era venuta in mente per cercare di non pensare a quanta confusione le avesse creato in testa l'incontro di quella mattina eppure, come lei si aspettava, non riusciva a pensare ad altro che a quello... "ti amavo" le aveva detto. Joey le disse raramente di amarla quando stavano insieme e questo rendeva tutto più bello, più speciale. Un "ti amo" detto poche volte è sempre vero, senza ombra di dubbio ma una domanda continuava a tenerla occupata: "ti amavo" passato. Aveva smesso di amarla? Non sapeva neanche lei se volesse delle risposte o meno a quella maledetta domanda.

4:30 P.M.

«Tè, caffè, birra, dimmi che vuoi qualcosa, qualsiasi cosa pur di fare una pausa cazzo!». urlò una voce maschile fuori dall'ufficio che avevano assegnato a Dalia appena arrivata, una voce per lei inconfondibile.

Alzò lo sguardo fisso sul computer, aspettò per qualche secondo che gli occhi si abituassero di nuovo a vedere il mondo reale e vide Tommy affacciato alla sua porta con un'espressione da cucciolo che la implorava di prendersi una pausa.

«Dai, ci sono le macchinette nuove su questo piano, un bar al piano terra... COS'ALTRO DEVO DIRE PER CONVINCERTI?».

«Tommy... sto finendo di buttare giù qualche idea», disse Dalia scocciata.

«Senti. Un bar solo per i dipendenti, capisci? Che cavolo ci fa lì se non lo usiamo?! Dai tu eri l'unica che mi appoggiava... tutti che pensano solo al lavoro... ti pregoooo», continuò Tommy con fare insistente e scherzoso.

«Ma le idee...» cercò di dire Dalia.

«Le idee saranno migliori con un bel tè nella pancia. Dai!», il ragazzo la prese per un braccio trascinandola fuori dal suo ufficio, fino all'ascensore, fece per premere il pulsante e le porte iniziarono ad aprirsi mentre Dalia si guardava intorno, incuriosita dai cambiamenti apportati all'ufficio e dalla strana assenza di quel ragazzo dagli occhi azzurri che l'aveva accompagnata.

D'un tratto Tommy vide il viso di Joey comparire dalle porte dell'ascensore e notò che, per sua fortuna, Dalia era persa nei suoi pensieri.

«No. No. Chiudi queste porte imbecille!», disse con un filo di voce.

«Ma devo scendere qui!», cercò di fargli notare Joey.

«E chi se ne frega, fai le scale!», lo spinse dentro l'ascensore e prima che le porte si chiudessero di nuovo sentì Joey parlare: «oh Gesù cristo.».

Dalia continuava a guardarsi intorno e sembrò non aver notato nulla di quello che era appena accaduto, «Ma l'ascensore?» chiese quasi fuori dal mondo.

«Occupato ancora... come mai ti guardi intorno?», Tommy cercò di cambiare discorso senza sapere a cosa avrebbe portato quella domanda.

«Non ho visto Joey tutto il giorno...».

«E tu lo cerchi da tutto il giorno?», continuò premendo più volte il pulsante dell'ascensore.

«No è che... nulla, lascia stare. Senti facciamo le scale eh?», disse avviandosi senza neanche aspettare la risposta di Tommy.

Two life, One soulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora