Capitolo 14

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Avviso: la Tracklist si trova leggendo il capitolo, giusto per non farvi perdere il filo del discorso. Buona lettura.

Alessio chiuse la porta, eravamo appena entrati nello studio di un tatuatore amico suo. Si, alla fine mi aveva convinto: mi sarei tatuata il fianco. Ovviamente avevo paranoie da giorni, e lui lo sapeva. Mi aiutó a togliere il giubotto che mi riparava dal freddo glaciale e sorrise.

Guardandomi in giro, notai degli oggetti a me familiare: i disegni apoesi alle pareti, le poltroncine rosse... "Arrivo Alessio, tu stai comodo" disse un ragazzo dall'altra saletta. Era qualcuno che conoscevo, mi sembrava familiare. Arrivó un ragazzo alto, pieno di tatuaggi, capelli scompigliati e un sorriso piacevole. "Marco!" Esclamai stupita. "Cleo! Che ci fai qui?" Mi abbracció forte. "Voi due vi conoscete?" Rise Alessio. "Certo! Eravamo migliori amici alle medie... e vicini di banco." Sorrise Marco mettendomi un braccio sulla spalla. "Come mai qui?" Chiedo mentre ci fa accomodare in saletta. "Oh sai, i miei si erano trasferiti qui e io li ho seguiti dalla prima superiore. Ora sono in giro per il mondo a lavorare e mi hanno regalato lo studio. Tu invece? Come stai?" Chiese pulendo il porta inchiostro per i tatuaggi. "Avevo bisogno di cambiare aria, non so se sai la storia di Diego..." dissi senza andare nel dettaglio. "Si, purtroppo lo so. Mi dispiace tanto Cleo. Sai che anche io ci tenevo a lui" disse sistemando delle cose. "Bene, cominciamo... aspettate, ma vi conoscete pure voi due?" Chiese insospettito. Scoppiai a ridere e anche Alessio non era preso meglio. "Amici..." dissi io. "Fidanzati." Disse lui. "Oh ma era destino! Il vostro amico Marco vi ha fatto incontrare! Dai il primo seduto qui" disse Marco indicando la poltrona nera dove doveva lavorare. Si alzó Alessio che mi guardó ridendo. "Cleo, hai paura? Sei paralizzata" rise. "Paura? No, guarda prenditi lo sgabello e vieni qui, così vedi il lavoro" mi istruì Marco e così feci. Alessio si tolse la maglia. Non che lo avessi mai visto senza, ma forse l'ansia mi giocava brutti scherzi, infatti perlustrai il suo corpo in ogni centimetro mentre un brivido mi percorse la spina dorsale. "Allora é questa la scritta" disse Marco mostrandoci un foglio con una scritta in corsivo, era bellissimo. "Ti piace?" Chiese Alessio guardandomi soddisfatto. "É bellissimo" sorrisi.

Dopo 15 minuti Marco aveva in mano lo strumento con a capo un piccolo ago per incidere l'inchiostro sulla pelle. Lo accese, vibbrava un poco. Inizió a mettere l'inchiostro su una scritta precedentemente fatta con un inchiostro temporaneo. Alessio mi guardó, ogni tanto strizzava gli occhi ma resisteva. Mi accarezzava la spalla ogni tanto, e mi tranquillizzava. Finì presto, Marco mi guardó. "Devo togliermi la maglia?" Chiesi. Loro scoppiarono a ridere. "Tranquilla, cercheró di non saltarti addosso." Rise Alessio. Che simpatico. Fortuna mia é che avevo un reggiseno coprente, se mi mettevo un pizzo avrei visto gli ormoni di entrambi volare. Mi sedetti sulla poltroncina mostrando il fianco e strinsi la mano di Alessio per farmi coraggio. Segnó anche a me con l'inchiostro temporaneo il prototipo del tatuaggio e poi accese lo strumento. "Faccio piano Cleo, tu non muoverti." Mi ordinó Marco. Inizió, non che mi facesse malissimo ma mi pizzicava tremendamente il fianco. Appena finì guardai la scritta. Era bellissima, la dissai per alcuni minuti. "Ti piace?" Chiese Alessio. "Si" sorrisi. Marco mi mise della crema gel per alleviare il rossore che si era formato intorno al tatuaggio e finalmente avevamo finito. Dopo esserci sistemati e aver chiaccherato un po', uscimmo dallo studio soddisfatti. "Ti piace?" Alessio mi guardó. "E bellissimo" sorrisi anche io. Mi bació sulle labbra. "Ho la casa libera stasera" disse a fior di labbra. "Mmh... andiamo a cena fuori" dissi seria. "Allora ti porto in un posto." Sorrise. "Che posto?" Chiesi avviandoci mano nella mano in macchina. "Un posto per mangiare, é una sorpresa" disse aprendomi la portiera. "Basta che non sia troppo chic" risi io. "Ma sei vestita benissimo, andiamo in un bel posto" disse salendo in macchina. Mi guardai: gonna nera che arrivava al ginocchio, calze color carne, magliettina bianca, giacchettino e pochette nera. Si, forse ero vestita piuttosto bene. Scendemmo dalla macchina una mezzoretta dopo, eravamo ai piedi di un palazzo modernissimo in vetro. "Che ci facciamo qui?" Chiesi estasiata. Lui mi prese sottobraccio e mi strinse la mano, entrammo e mi accompagnó su per le scale. Al secondo piano ci arresimo e chiamammo l'ascensore. "Ho gli stivaletti col tacco, mi fanno male i piedi" brontolai salendo in ascensore. "Perché mi hai portato qui?" Chiesi. "Così, volevo regalarti una serata speciale. Non siamo mai usciti insieme" mi bació giocando con la mia lingua mentre mi teneva per i fianchi. Poco dopo si aprirono le porte mostrandoci una terrazza coperta immensa: era un ristorante, bellissimo. Il soffitto aveva una tela trasparente per vedere il cielo, i tavoli erano per due illuminati con delle candele. Ci sedemmo vicino la finestra e lo guardai mentre sorrideva. "É... é stupendo... oddio Alessio, grazie" dissi meravigliata guardando ovunque. Arrivó un cameriere a prendere le ordinazioni. Ordinó tutto lui, quasi come sapesse a memoria i piatti. "Sai, ora che hai la famiglia allargata non sei più a casa sola, io ho sempre i miei. Così ho pensato di uscire." Sorrisi guardandolo. Ci portarono dello champagne che, pur essendo diciottenne da molto tempo, avevo già gustato. "Se mi fai queste sorprese di punto in bianco dovresti prepararti per San Valentino" risi. "Per quello ci sarà tempo, é anche il tuo compleanno e non ti lasceró sola a casa" sorrise ricordando il giorno del mio compleanno.

Fu una cena favolosa, la più bella della mia vita. Era anche una serata bellissima, passarla con lui mi faceva felice e serena. Girammo un po' per il centro mano nella mano, guardando negozi e rilassandoci. "Andiamo a casa?" Disse mettendosi davanti a me sorridendo. "Si, non ho detto niente a nessuno e si staranno preoccupando" constatai guardando in giro. "Piccola, non hai capito: io volevo guardarmi un film... a casa mia, sul divano, con te" sorrise accarezzandomi le guancie. "Sarebbe bellissimo" lo baciai sulle labbra. "Andiamo" sorrise andando in macchina. Durante il viaggio ripensai a tutto quello che era successo tra me e Alessio. Mi aveva dedicato due canzoni stupende, é così che mi fece innamorare: la sua voce, il suo sorriso, la sua continua voglia di vivere e sostenermi, sempre. Il suo amarmi, che era qualcosa di meraviglioso e grande. I suoi baci, le sue carezze, il suo tocco che mi provocava brividi sulla pelle. La sua risata, che saprei riconoscere tra mille e infine i suoi amici: la band e Viola, diventati una seconda famiglia per me. Lo amavo così tanto. "Ti amo" sussurrai guardandolo. Rimase stupito sentendo le mie parole, forse perché finora, era sempre stato lui a dirmi "ti amo", invece stavolta feci io il primo passo, donando un primo pezzo del mio cuore a lui. "Anche io ti amo" disse appoggiando una mano sulla mia coscia.

Ascolta:"Anima Gemella"- Dear Jack.

Tornammo a casa sua, accendendo la tv e cercando qualcosa di valido da guardare. Mi distesi in fianco a lui, e lui mi accolse tra le sue braccia accarezzandomi il volto. "Cosa c'é piccola? Sei strana..." chiese baciandomi dolcemente il collo. "Niente, ho solo mal di pancia" dissi accarezzandogli i capelli. Continuó a baciarmi il collo spostando una mano sotto la mia maglia, accarezzandomi la pancia. Ansimai per i brividi al contatto con la sua pelle fredda, poi inizió a massaggiarmi il ventre. "Forse hai digerito male" sussurró. Sorrisi e lo baciai sulle labbra.

"Sei troppo magra." Disse tastando i miei fianchi dove si potevano sentire le costole. "Ma mangio, da quando sono qui mangio" risposi. "Cleo, dimmi la verità" mi guardó negli occhi. "Non sempre, ma comunque una volta al giorno mangio, più o meno" ammisi sincera. "So di fare schifo, sai? Sono uno scheletro vivente, di certo non sto bene" aggiunsi poi. Senza più badare alla televisione, mi prese in braccio portandomi di fronte a uno specchio che aveva in entrata. "Guardati: non fai schifo. Non mi fai schifo. Sei magra, ma io mi sono innamorato di te per il tuo viso, il tuo sorriso, luminoso come il sole che abbraccia coi suoi raggi una semplice canzone. Sei una tipa coi suoi spazi. Guardi fisso o t'imbarazzi. Bevi il latte a colazione, entri dentro le persone. Ma é di questo che mi sono innamorato. Immagino d'inverno le mani fredde sulla schiena, poi d'estate tu che nangi e ridi con la bocca piena. Non é facile pensarti come un sogno e niente più. Perché sai cosa c'é? Che da quando ti ho visto a quella benedetta fermata non riesco a smettere di pensarti, nemmeno un secondo. Mi dicono che sono un tipo con la testa tra le nuvole, ed é un bene. Almeno penso a te, a quanto ti amo e a cosa ti farei ogni maledetto giorno. Non sai a quante ore ogni notte penso a te, alla tua vita e di quanto sia stronzo il tuo destino perché ti ha fatto tutto questo male. Io ti amo Cleo, ti amo da morire." Disse tutto questo sussurrando, quasi come se avesse paura di ferirmi alzando la voce. Invece no, non mi aveva ferito, anzi, aveva ricomposto il mio cuore infranto, per questo lo amo anche io. Mi ha salvato dalla tentazione di morire, dal pensare a tutto tranne che alla vita. "E cosa mi faresti ogni giorno?" Chiesi guardandolo negli occhi. Lui mi fissò per una manciata di secondi, cercando le parole da usare. Poi si avvicinó al mio orecchio. "Vuoi fare l'amore con me, Cleo?" Chiese sussurrando ancora più piano. Sapevo che era arrivato il momento, quello di riacquisire di nuovo la fiducia delle persone e la fiducia di me stessa. Non esitai a rispondere, dopo tutto quello che aveva fatto per me. "Si" risposi vedendomi riflessa nei suoi occhi che si illuminarono di gioia.
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Nuovo capitolo! Hehe so che aspettavate la parte meglio dopo le ultime parole ma per quello ci sarà il prossimo capitolo, vi tengo sulle spine (lo so sono abbastanza malefica). Sono vivaa (yee) e quindi molte di voi ringrazieranno la pioggia di essere venuta per portare il nuovo capitolo, in realtà scrivere dal pezzo del tatuaggio fino a queste ultime parole, collegare il tutto é stato un parto per me. Ma leggendo altre fan fiction da cui prendo ispirazione mi si é accesa la lampadina, quindi sono riuscita nonostante il capitolo sia corto. Buona giornata a tutte! :*
P.s. come noterete la Tracklist é mobile, ovvero d'ora in poi la metteró anche in mezzo al capitolo, dove mi sembrerà più adatta.

Resta anche domani (Alessio Bernabei) #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora