«Che facciamo, si dorme?»

La nonna si mise a fare i piatti. Alla madre di Olivia diede un'abbondante dose di spaghetti, al padre gliene diede una ancora più grande ed Olivia dovette fermarla quando vide quanto stava riempiendo il suo piatto.

«Meno, nonna. È troppa.»

«Silenzio! Dimagrisci ogni volta che ti vedo!»

«Va' buttata, se me la metti nel piatto. Non la mangio tutta.»

La nonna tolse due spaghetti di numero, poi le rifilò il piatto insieme ad un'occhiataccia che non accettava proteste. Olivia sospirò e cominciò a mangiare senza aggiungere altro. Soddisfatta, la nonna si fece un piattino di spaghetti minuscolo e si sedette a tavola.

Dopo che tutti ebbero finito di pranzare, nell'appartamento scese il silenzio denso e pigro della pennichella pomeridiana. Nonna Cuoghi alzò il volume del televisore per guardare una soap opera, ma si addormentò sulla sua poltrona reclinabile. Il padre di Olivia restò seduto a tavola apposta per tenersi sveglio, ma cedette al sonno con le braccia incrociate al petto e la testa a ciondoloni.

Per scampare a quel destino, Olivia e sua madre si spostarono sul divano con due tazzine di caffè bollente. Anna controllò quanto tempo mancava prima che lei e suo marito dovessero rientrare a lavoro, poi si girò verso Olivia e cominciò l'intervista settimanale.

Come stava la amica che si era appena trasferita? Si trovava bene nel bilocale? Quando l'avrebbero conosciuta? Magari poteva venire a pranzo da loro il martedì successivo.

«Il martedì non può.» rispose Olivia. «Lavora sempre all'ora di pranzo.»

«Ah. Avevo capito che studiava.»

«Anche. Studia e lavora.»

«Che brava. Hai già detto a quelli del Rancio che te ne vai?»

L'interrogatorio andò avanti finché le lancette dell'orologio non segnarono le tre meno un quarto. Anna si alzò dal divano e svegliò suo marito, poi lo sospinse nella zona notte per prepararsi ad uscire.

Olivia ne approfittò per togliere il disturbo. Andò in bagno per rimettersi i suoi vestiti e qui salutò sua madre che si stava lavando i denti. Suo padre era in camera da letto e si era appisolato di nuovo. Olivia gli sussurrò che si sarebbero rivisti la settimana successiva e lui fece di sì con la testa, ma i suoi occhi stanchi si velarono di tristezza.

Olivia voleva andarsene senza svegliare la nonna, ma quando tornò in salotto la trovò già in piedi.

«Resta, Olivia. Facciamo qualcosa insieme.»

«Devo andare a prendere il bus. C'è uno sciopero dei mezzi alle sedici.»

Nonna Cuoghi era così stufa di quelle bugie che le passò la voglia di trattenere sua nipote. Olivia le rivolse un sorriso pieno di sensi di colpa, ma non poté fare a meno di sospirare dal sollievo quando uscì dalla casa dei suoi genitori. Si infilò al volo le scarpe bagnate e cominciò a scendere le scale del condominio, ma dopo la prima rampa rallentò il passo.

Olivia si voltò a guardare la porta dei suoi genitori. Scese altri due gradini, ma poi si fermò una seconda volta e risalì le scale. Stava cercando le chiavi nella borsa, quando sentì le voci che provenivano dall'interno.

«È sempre così stanca...» stava dicendo sua madre. «Non parla. Non si esprime. Non racconta nulla.»

«Non mangia.» aggiunse nonna Cuoghi.

«Mangerebbe di più, se tu non controllassi sempre cos'ha nel piatto! Quante volte ti ho detto di smetterla?»

«Le hai poi chiesto degli amici?» intervenne suo padre.

I LOVE YOU, OLIVIAWhere stories live. Discover now