Capitolo 48 - Ti amo [Revisionato]

Start from the beginning
                                    

«Amore» lo chiamò, avvicinando piano. «Non riesci a dormire?»

Lui scosse il capo, abbozzando un sorriso stanco. Aveva il viso smunto, gli occhi cerchiati da occhiaie profonde che il rientro a Mehtap non aveva ancora fatto svanire. La prese per mano e la attirò a sé, circondandole la vita mentre abbandonava la testa contro il suo grembo.

Chloe lasciò scorrere le dita tra i suoi capelli sciolti. Era un pensiero sciocco, ma una parte di sé temeva che si fosse alzato per non restare al suo fianco, che si sarebbe allontanato da lei sempre di più. Non perché credeva che Brycen sarebbe stato capace di abbandonarla a quel modo, ma perché sospettava di meritarselo. Forse sarebbe stata la giusta conclusione dopo ciò che aveva fatto, ma l'idea le annebbiava la mente e le toglieva il fiato.

«Mi dispiace» mormorò Brycen, accarezzandole la parte bassa della schiena. «Ho detto che avremmo parlato una volta finito tutto, ma non credo di sapere come affrontare l'argomento. Ci ho pensato e ripensato, ma non sono riuscito a trovare le parole giuste e non vorrei correre il rischio di ferirti più di quanto abbia già fatto.»

Chloe trattenne il respiro, stringendo le ciocche viola tra le dita. Non fa niente, ecco quali erano le parole che avrebbe dovuto dire, ma dalle sue labbra non venne fuori alcun suono. Tremavano quando le schiuse per prendere fiato, sentendo il senso di colpa lacerare la gola con lame arrugginite.

«Non mi hai ferita, Bry. Non hai fatto niente di male, è solo colpa mia. Ho continuato a rimandare, a costruire scuse, a fuggire. Avrei dovuto dirtelo, avrei dovuto dirti tante cose, ma avevo paura. Avevo troppa paura.»

«Del mio giudizio» mormorò Brycen.

"Di destare troppi sospetti" suggerì la sua mente, ma Chloe esitò.

«Di scoprire che ciò che mi ha detto sia falso.» Le parole scivolarono da sole fuori dalle sua bocca. «Perché se fosse così, allora tutta la mia vita... Tutto quello in cui credo...»

Singhiozzò, ritrovandosi a boccheggiare. Le sembrò impossibile persino respirare finché Brycen non incrociò il suo sguardo, sollevando una mano per accarezzarle il viso.

«Di chi stai parlando?»

«Mio padre» sputò fuori in un sospiro. Era la risposta più vicina alla verità che poteva offrirgli senza rompere il suo Giuramento, ma la lasciava comunque insoddisfatta. «Non è... Non è davvero mio padre, ma... Lui mi ha cresciuta, si è preso cura di me dopo che i miei genitori sono morti.»

Brycen strabuzzò gli occhi. «Mi dispiace.»

«È tutto a posto. Non soffro la loro mancanza, ero troppo piccola persino per ricordare i loro volti.»

«Vieni qui.» Brycen la fece sedere sulle sue gambe, circondandole le spalle. Le baciò la fronte e cominciò a lisciarle i capelli, invitandola a poggiare la testa contro la sua spalla. «È stato tuo padre a darti quella teoria su Maelstrom?»

«Sostiene che sia un mistero di fede, qualcosa che non dovremmo cercare di svelare.»

«E tu cosa credi?»

Chloe trasalì. Alzò gli occhi, il fiato immobile nel suo petto, e capì di aver parlato troppo. Non poteva addentrarsi in quell'argomento e pretendere che si accontentasse di risposte vaghe. Non poteva rivelargli qualcosa di così profondo senza aspettarsi che cominciasse a fare dei collegamenti. E le bastò incrociare lo sguardo di Brycen per comprendere che lui sapeva.

Sapeva che Chloe non riusciva ad accettare quella risposta, anche se diceva il contrario. Sapeva che il problema non era Maelstrom, e neanche gli Dei.

Era solo Chen-Yi.

BluebirdWhere stories live. Discover now