38. È solo l'inizio

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Mi avvicino e, automaticamente, le quattro guardie dietro al consigliere mi imitano di riflesso, pronte a intervenire. «Melissa è morta davanti ai miei occhi a causa di uno dei suoi uomini. Poteva sopravvivere.»

«E lei avrebbe affrontato allo stesso modo le prove?»

Un ghigno inquietante compare sulle mie labbra, tanto che la serenità sul volto dell'uomo che ho davanti vacilla per qualche istante. «Io sarei giunta comunque fino alla fine per ottenere il mio scopo. Lo vuole sapere qual è?» Inarco ancor di più gli angoli della bocca e mi fermo a pochi centimetri dal suo viso. «Io la distruggerò, Glaser, proprio come lei ha distrutto me decidendo al posto mio cosa ne sarebbe stato del mio futuro.»

Le guardie scattano subito in avanti e mi afferrano le braccia per allontanarmi dal consigliere, mentre io non sposto mai lo sguardo dal suo viso per fargli capire che la mia è una promessa.

«E se le permettessi di esaudire una delle sue vendette?»

Non ho il tempo di controbattere che la porta si apre ed entra nella stanza l'ultima delle persone che pensavo di incontrare ancora: Yon.

«Se le dicessi che può affrontare la mia guardia personale senza che nessuno di noi intervenga, senza che lui possa reagire, solo per farle capire, Iris, che stiamo dalla stessa parte?»

Osservo l'uomo di fronte a me e rivedo l'attimo in cui afferra il capo di Melissa prima di spezzarle il collo senza esitazione. Stringo i pugni e digrigno i denti, pronta a scattare, ma la parte di me più razionale mi impedisce di muovermi. Così non farei altro che accontentarli. Sarei ancora una volta il loro burattino. So che prima o poi lo affronterò, ma non sarà per il volere di nessun altro.

Chiudo gli occhi e prendo un profondo respiro prima di voltarmi nuovamente verso Glaser. «Basta giochetti. Mi dica cosa succederà d'ora in avanti.»

L'espressione soddisfatta sul suo volto mi fa capire che la presenza di Yon in questa stanza serve solo per mettermi alla prova, ma giocando così, a carte scoperte, posso anche leggere più facilmente le sue reali intenzioni.

«Tra poche ore, lasceremo questo palazzo per andare a nord, verso il regno di Onice, dove si terrà questa edizione dello Zama.» La sua espressione divertita lascia spazio per la prima volta alla serietà dei suoi lineamenti. «Ho puntato da parecchio tempo su di voi, Iris, e spero che quello che avete affrontato vi abbia preparato anche solo in piccola parte a quello che accadrà tra poche settimane. Lì non ci saranno scappatoie, nessuna botola nascosta o maggiordomi che interverranno in vostro aiuto. Sarete soli contro tutti gli altri e la lotta sarà spietata. Gli scenari verranno scelti dalla giuria, selezionata tra qualche giorno in modo equo tra i membri dei consiglieri di tutti i regni partecipanti.»

«Dunque lei è uno dei papabili componenti.»

«Sono la vostra unica speranza.»

Il suo tono serio mi destabilizza, ma credere davvero che lui possa essere dalla nostra parte, dalla mia parte, mi sembra surreale.

Qualcosa nella mia espressione gli fa comprendere la direzione dei miei pensieri. «Non sia egoista, Iris. Qui non si tratta di una faccenda personale. Lei ha in mano il futuro del nostro regno e se vuole proteggere le persone che ama, dovrà imparare a seguire i miei consigli e mettere da parte le sue discordie.»

Nonostante non voglia apparire debole, ancora una volta sposto lo sguardo verso la persona di cui mi fido di più in questa stanza. Glad annuisce con convinzione e lo scruto senza riuscire a spostare gli occhi dai suoi. Per una frazione di secondo, la corazza che ho indossato da quando è entrato nella stanza insieme a loro si dissolve, permettendo ai miei reali sentimenti di trapelare all'esterno. Mi sento tradita, ancora una volta, da lui e dalle sue azioni incoerenti. Come può poche ore prima essere la mia ancora di salvezza e adesso essere dal lato dei carnefici?

Iris - Il regno di FloraWhere stories live. Discover now