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HER.
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I giorni stavano passando lentamente, marzo stava spianando la strada all'arrivo della primavera e, come ogni anno, la scuola avrebbe partecipato alla festa che ogni equinozio di primavera si teneva nella città di Seoul. La città sarebbe stata completamente addobbata di carri, luminarie, musica, bancarelle e molte altre belle cose. Le scuole di Seoul molto spesso approfittavano di questa ricorrenza per creare uno stand di orientamento per i ragazzini che ancora erano indecisi su che tipo di scuola buttarsi. E quindi, ogni anno, uno studente Heron e uno studente Cobra, assieme al rappresentante di istituto, erano praticamente obbligati a partecipare e stare tutti e tre i giorni in piazza sotto un tendone per tutto il giorno, perdendo ore preziose di scuola e non arrivando praticamente a nulla dal momento che la Élite Way Academy era una scuola che accettava solo gli allievi per discendenza, raramente li accettava per altri motivi.

In tutto ciò, nonostante le acque a scuola fossero relativamente calme, San sembrava essere ancora molto agitato e nei giorni precedenti aveva passato la maggior parte del tempo a rimuginare sul fatto che fosse meglio, forse, lasciare il posto di capo fazione a Seonghwa che sembrava davvero essere più portato.

"Quale razza di capo si fa comandare così dalle emozioni, eh?" si chiese tirando la palla con violenza contro il muro, tanto che gli tornò come una cannonata in pieno stomaco provocandogli un rantolo, quasi un conato di vomito. Buttò la palla a terra, lasciando che rimbalzasse sul pavimento in linoleum e, nel non sentire più nessun rumore dopo tre grossi rimbalzi, si girò per capirne il motivo e trovò una ragazza di fronte a sé. Era bassina, aveva lunghi capelli castani fermati su un lato da una strana molletta, la camicetta bianca legata in un nodino all'altezza dell'ombelico e la gonna forse anche troppo corta per gli standard scolastici. Aveva un paio di calze nere invernali e dei mocassini che su quel tipo di pavimento producevano un ticchettio fastidioso, quasi assordante. Adagiata morbidamente sulle spalle, la ragazza portava la felpa della fazione dei Cobra e tra le mani, il pallone da basket.

"Wang Yiren." pronunciò San il suo nome. La ragazza accennò un sorriso ma più che tale, sembrava essere più un ghigno. "Cosa c'è?" chiese.

Yiren si avvicinò senza rispondergli e gli consegnò il pallone. Sicuramente non era lì per quello, quindi San una volta presa la palla, la lanciò via, lontana.

"Cosa c'è." stavolta, più che una domanda, quella che fece San sembrava essere un'imperazione. Sembrava che volesse per forza sapere il motivo per qui quella Cobra del quarto anno, fosse lì.

"Non pensavo potessi perdere le staffe così facilmente, Choi San. Che fine ha fatto il temuto capo dei Cobra che non si faceva trascinare da niente e nessuno?" parlò lei, tranquillamente.

San e Yiren non avevano mai avuto nessun tipo di rapporto, probabilmente qualche conversazione sporadica ma neanche più di tanto. Sapeva solo che la ragazzina frequentava il quarto anno ed era stata fino a qualche mese prima, il capitano della squadra delle cheerleaders. Per Yiren, non si poteva dire lo stesso: conosceva bene San, lo aveva sempre ammirato e tra tutti, forse era l'unica che non lo aveva mai temuto. In tutto ciò però era strano che in quel momento, Yiren fosse lì. Cosa voleva da lui?

"Non ho perso le staffe, sono calmissimo." rispose.

La ragazzina, a quel punto, prese a camminargli intorno. Il ticchettio ritmato dei suoi mocassini neri riecheggiava in tutta la palestra nel completo silenzio. "Sarò breve, tu mi ascolti e io parlo." iniziò lei.

Nonostante con lei non parlasse granché, sapeva che tipo di caratterino avesse. Sicuramente se lei fosse stata un Capo Fazione, tutti avrebbero come minimo lasciato la scuola. Lui annuì, scrollando le spalle e lasciandola parlare.

Rivals {Woosan}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora