Capitolo 14

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Nota: quando troverete nel testo il titolo di una canzone che ho messo, andate su you tube e mettetela. Il racconto avrà una nota diversa.

Sam

Riconoscerei quel paio d'occhi verdi, in mezzo ad altri milioni dello stesso colore.

-"Seth, cosa ci fai qui?"

-"Cosa cazzo ci fai tu qui! E vestita in quel modo! Ora tu vieni via con me" disse ,per poi afferrarmi il braccio e trascinarmi fuori dal locale. Notai un'ingessatura al braccio destro; cos'aveva fatto? Era per questo che non era venuto da me? E perchè sapeva dove fossi?Tutte queste domande mi sembrarono banali davanti alla sua presenza. Lui era venuto li, ed era venuto per me. Seth solo per Sam.



Seth

Rimasi all'ospedale per due lunghe settimane; non riuscivo a camminare e la ferita mi si infettò, così i medici dissero che era meglio prolungare il mio ricovero. In quel lasso di tempo ebbi modo di pensare a tutto ciò che era accaduto in quel breve lasso di tempo passato con la mia Sam. Si, mia. Doveva esserlo ad ogni costo, nessuno doveva portarmela via. Mi mancava, stavo impazzendo a tal punto che, una notte, uscii di nascosto dall'ospedale, chiamai un taxi e mi feci portare dinanzi casa sua. Lo feci accostare poco più avanti di dove mi mettevo io di solito e la vidi li, con il suo babydoll e un paio di culotte, a leggere uno dei suoi amati libri. Era una Dea ed io ero fottutamente geloso. E se qualcun'altro l'avesse vista? Se un estraneo, passando di li, si fosse innamorato della mia Sam o avesse anche solo osato far pensieri poco puritani su lei? Ero intento a scendere ma non lo feci.

Appena uscii dall'ospedale andai a casa, aprii la porta e mi diressi immediatamente al bagno. Feci una doccia calda, uscii, andai in camera e mi vestii con una camicia di jeans chiara, un jeans chiaro strappato e le converse bianche. Mi sistemai i capelli con un pò di cera, misi one million, chiamai un taxi e uscii.

Vidi un fioraio aperto e chiesi all'autista di accostare, scesi e presi delle rose blu che andavano a sfumare in bianco verso il gambo. Pagai il fioraio e tornai nel taxi, mi diressi verso casa sua e, con tutto il coraggio che avevo, scesi, percorsi il vialetto di casa sua e suonai il campanello. Sentii una voce familiare provenire da dentro, ma non era quella di Sam.

Mi aprì la porta un signore sulla quarantina e, quando lo riconobbi, spalancai gli occhi.

Era il tizio che mi aveva investito!

-"Ma tu.."

-"Si sono io" dissi interrompendolo.

-"Come hai fatto a sapere dove abito? E cosa vuoi da me?" mi chiese impaurito.

-"Caro, chi è?" chiese una voce femminile, ma nemmeno questa era quella di Sam. Una donna si affacciò dall'interno e disse

-"E questo bel giovanotto chi è?"

-"E' il ragazzo di cui ti parlavo l'altra sera, quello che ho investito" si sbrigò a rispondere lui.

-"E cosa vuole?" chiese la donna.

-"C'è Sam in casa?".

Mi guardarono entrambi con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata,

-"Tu come fai a conoscere mia figlia?" chiese l'uomo.

-"E' la mia ragazza" risposi, sostenendo quello sguardo duro.

-"Sam non ha il ragazzo, lo avrei saputo in caso contrario".

Non feci in tempo a ribattere che la donna intervenne al posto mio

-"Amore, deve essermi sfuggito di mente. Sam ha il ragazzo".

Il mio errore più bello. -Trilogia, libro 1- (IN REVISIONE) Where stories live. Discover now