46. No good deed

94 15 7
                                    

Yona corrugò le sopracciglia. Il suo sguardo si concentrò sulla goccia carminia che era sbocciata sul dorso del suo indice destro, sormontando un piccolo taglio che attraversava appena la falange.

Confusa, la donna fece scorrere gli occhi sulla carta argentata che la osservava dal bancone. Il bruciore che aveva sentito e la profondità del taglio non potevano provenire da quello. Pareva una ferita generata da qualcosa di più affilato, qualcosa come...

Yona sentì il respiro abbandonare il suo petto. Le sue palpebre sfarfallarono, prima che le sue pupille prendessero a camminare lungo il ripiano, fino a raggiungere il coltello abbandonato accanto al tagliere. Mentre la donna si mordeva violentemente il labbro inferiore, fece scorrere il suo sguardo ancora, un centimetro alla volta, ponderando se ignorare l'innominabile dubbio che sovrastava la sua mente come una nube di tempesta. Alla fine, i suoi occhi raggiunsero una mano dalle dita lunghe e nodose, sospesa a qualche centimetro dal coltello.

Una mano destra, il cui indice era sporcato da una goccia di sangue sbocciata da un piccolo taglio che attraversava appena il dorso della falange.

La gola di Yona si serrò.

No.

No. Non era possibile.

Era una coincidenza.

Doveva essersi tagliata con la carta. Forse il bruciore era maggiore perché non se l'aspettava, forse il taglio non era così profondo come sembrava e...

Yona fece scattare lo sguardo sul viso dell'uomo accanto a lei. Era immobile, con gli arti paralizzati e la bocca dischiusa, le palpebre spalancate e le pupille che, come le sue, saettavano da una mano all'altra. Sollevando lo sguardo su di lei, le labbra di Seokijn tremarono mentre pronunciava una parola sottile.

-Yo-Yona?

Una domanda o un'esclamazione, una richiesta di spiegazione o una supplica: non sapeva che cosa dovesse significare la sua espressione balbettante. Yona, senza curarsi di rispondere, prese a scuotere il capo. Prima con gesti lenti e confusi, poi con maggiore veemenza fino a che non si ritrovò a negare violentemente mentre si allontanava dall'uomo, con gli occhi ancora incollati all'indice della sua mano, percorso da una scia rubiconda.

-Yona...- ripetè Seokjin e questa volta la sua voce era alterata da qualcosa incastrato nella sua gola, qualcosa che suonava pericolosamente di lacrime. Ma Yona continuò a scuotere il capo mentre sbatteva le palpebre, allontanandosi fino a che la sua schiena non incontrò il muro gelido.

No, era un malinteso.

Una coincidenza.

Non era possibile.

Non era fisicamente possibile!

-Mi dispiace signora, ma sua figlia è una solitaria.

Jin poteva avere l'empatia corporale e per puro caso una ferita poteva essere apparsa nello stesso momento e nello stesso posto su entrambi i loro corpi, ma lei non poteva essere...

-Ci dev'essere un errore, dottore!

-Mi dispiace davvero, signora. Gli esami non fanno che confermare la conclusione che era già stata tratta. Sua figlia non ha nessun legame.

-Yona...

La voce di Seokjin aveva assunto una tonalità ancora più acuta, rivelando inevitabilmente le lacrime che finalmente dovevano essersi liberate. Quando sollevò lo sguardo, infatti, la donna incontrò il bellissimo viso di lui percorso da solchi bagnati, il mento tremante e le pupille scure dilatate, interamente concentrate su di lei.

Solitary (K.SJ)Where stories live. Discover now