Comunicazioni dal Sottosopra

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We can dance if we want to

We can leave your friends behind

'Cause your friends don't dance

And if they don't dance

Well, they're no friends of mine

Say, we can go where we want to

A place where they will never find

And we can act like we come

From out of this world

Leave the real one far behind

And we can dance

Or sing

Piano piano ci avvicinammo allo scintillio.  Le particelle sembravano migliaia di fate danzanti ed era davvero bello da vedere, anche se eravamo nel posto più inquietante di sempre.  Volevo toccarlo, quindi mi misi in punta di piedi e allungai il braccio per raggiungere quella polvere brillantinosa.  Quando arrivai a toccarlo, tutto intorno alle mie dita il bagliore era ancora più intenso, come se stesse partendo proprio dalla mia mano.  Ho agitato la mano in aria e il flusso ha seguito i miei movimenti.  Gli altri mi fissavano stupiti.  Feci loro segno di unirsi a me, quindi mi seguirono, facendosi scappare dei risolini al tocco della polvere.

"Fa il solletico" esclamò Steve.  "Sì, è una bella sensazione" confermò Robin, entusiasta.  Mentre continuavo ad agitare la mano, toccai accidentalmente quella di Eddie.  Il tocco mi diede un piccolo brivido sul braccio e distolsi lo sguardo per non arrossire. "Scusa" gli sussurrai, cercando di guardarlo senza fargli notare quello che stavo provando. Con la coda dell'occhio vidi che anche lui stava arrossendo.  "Non preoccuparti" rispose lui. 

"Qualcuno conosce il codice morse?"  Chiese Nancy e noi ci guardammo tutti, prima di scuotere la testa in segno di "no". "Aspetta, l'SOS conta?"  chiese Eddie. Gli rivolgemmo la nostra attenzione e io sorrisi, orgogliosa del mio amico.  "E' proprio quello che ci serve" esclamai e lui mi guardò, sorridendo, ancora con le guance rosse. Sentivamo la voce di Dustin più distintamente, stava parlando con Lucas e un'altra ragazza, che non poteva essere Max, perché non riconoscevo la voce.

Eddie iniziò a toccare il luccichio, usando il codice SOS. Sentii la ragazza dire qualcosa su Vecna ​​e sul suo modo di utilizzare la luce, perciò una volta che si accorsero della luce, smisero di parlare.  "Sta funzionando!" Disse Robin. Dopo pochi secondi di silenzio sentimmo Dustin dire "Ricordate quando ho detto che non erano così stupidi da attraversare? Li ho sopravvalutati".  Ammise.  "Sì, grazie Dustin!"  esclamai, infastidita, e gli altri si lasciarono sfuggire una risata.

"Ok,ho un'idea!"  disse Dustin dall'altra parte.  "Wow, il ragazzo di sicuro sa pensare in fretta!"  Dovetti ammettere e Steve mi rivolse uno sguardo di approvazione.  "Incontriamoci nella stanza di Mike" continuò Dustin, spiegando il suo piano. Corremmo di sopra, verso le camere da letto ed entrammo in quella di Mike. Appena entrati, sul letto riuscimmo a vedere la stessa polvere scintillante della luce del piano di sotto. Nancy si sedette vicino al letto e toccò le particelle luminose. Sentimmo i gridolini entusiasti di Dustin e degli altri ragazzi, quindi l'idea di Dustin probabilmente aveva funzionato. "Provate adesso!" gridò e così, Nancy iniziò a scrivere "CIAO" con il dito.  "C... I... A... O... Ciao! Ha funzionato!" disse Dustin.  Eravamo tutti elettrizzati. "Non posso crederci!" esclamai, guardando le scintille con un luccichio negli occhi.  "Sì... Ciao!"  Eddie esultò dietro di me.

Io ero seduta proprio accanto a Nancy ed Eddie era dietro di me, con le mani sulle mie spalle per appoggiarsi più comodamente. Quando ci accorgemmo che il piano stava funzionando, inclinai la testa all'indietro, posandola sulla sua spalla, chiudendo gli occhi e sospirando di sollievo.  Quando ho aperto gli occhi, l'ho visto che fissarmi e sorridermi. Ricambia il sorriso, ma immediatamente poi ho dovetri alzare la testa, perché già sentivo le guance bruciare.  Riuscivo ancora a sentird ancora il suo respiro caldo sui miei capelli. Che cazzo mi succedeva quando eravamo insieme?

Nel frattempo, Nance continuò a parlare con Dustin tramite la luce. Gli disse che eravamo bloccati qui, quindi il ragazzo se non potessimo passare attraverso il watergate.  "Watergate?"  chiese Steve confuso.  "Sì, perché è un portale nell'acqua" dissi, ridacchiando per immaginazione del ragazzo.  "Carina questa"  mormorò Eddie.  Nancy pensò a cosa potesse scrivere "Mmh.. no, è... uh..." E iniziò a scrivere la parola "guardiano".  Dustin l'ha capito "Guardiano... Il watergate ha un guardiano. Ok, pensiamo di avere una teoria che ci possa aiutare. " esclamò Dustin.  " Il Watergate non è l'unico portale. Ce n'è uno in ogni luogo degli omicidi."  Affermò. In realtà, questa teoria aveva senso, ma perché nessuno se n'era accorto?

"Qualcuno capisce di cosa sta parlando?" chiese Nancy. Se avessi dovuto essere sincera io sì, ma ero comunque ancora molto confusa, esattamente come tutti gli altri.  Quindi Nancy scrisse un punto interrogativo.  "Sul serio? Quante volte devo avere ragione prima che voi vi fidiate di me."  Dustin si incazzò per la mancanza di fiducia dei suoi amici.  "Gesù, deve tenere l'ego sottocontrollo."  Steve rimproverò l'amico in tono scherzoso, anche se non poteva sentirlo.  "È il suo tono."  Eddie sottolineo.  "Lo so".  Il loro scambio di battute mi fece ridere.  "Ha ragione, comunque. Quel ragazzo è un genio!"  Intervenni nella conversazione per difendere Dustin. 

"Ok, siamo a circa una dozzina di chilometri dal nostro parcheggio, quella è il posto più vicino." Ho iniziato a pensare a come potessimo andarci. "Come facciamo a camminare fino a lì velocemente? Non abbiamo nemmeno una macchina" ha detto Eddie.  "Nancy... Io lo so che casa tua è in un inquietante e strambo blocco del tempo, ma... non avevi delle bici?" Chiese Robin, e io le diedi il cinque, perché quella ragazza aveva sempre delle grandi idee.

"Sì, ma ne ho solo quattro" Nancy ci guardò, e tutti si girarono verso di me.  Ovviamente ero io quello che doveva andare con qualcuno.  In effetti, ero ancora molto debole dopo quell'incubo e la schiena mi faceva ancora male per provare ad andare in bicicletta.  "Lei viene con me" rispose Eddie prima che potessi farlo io. Io annuii.
Quindi, prendemmo le bici e ci dirigemmo verso alla roulotte di Eddie.  Io ero seduto su un pezzo della sella e abbracciavo Eddie, seduto sull'altra metà, da dietro. Mi guardai intorno scioccata, perché fino a quel momento non avevo ancora avuto il tempo di guardare quell'altro mondo intorno a me. Era decisamente spaventoso.  Il cielo era tempestoso e ogni tuono sembrava provocarmi un attacco di cuore, erano diversi da quelli normali - di cui, comunque, avevo paura lo stesso. I fulmini illuminavano il cielo di un intenso rosso sangue.  Quando passammo davanti alla casa dei Creel, tutto si intensificò, accresciuto anche dalle urla dei pipistrelli. Vecna era lì dentro. Il solo pensiero mi fece rabbrividire e premetti la testa contro la schiena di Eddie nascondendo quell'atmosfera da film horror dalla mia vita.  Non ho mai avuto paura degli zombi o dei demoni, ma i temporali mi hanno sempre fatto cagare sotto. Eddie notò il mio disagio e mi accarezzo le mani, salde sul suo petto, mentre pedalava ancora.

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Canzone: The Safety Dance dei Man Without Hats

Outsiders - Eddie Munson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora