Sugar

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Sto soffrendo tesoro, sono a pezzi
ho bisogno del tuo amore, amore
ne ho bisogno adesso
quando sono senza te
sono davvero debole
sono qui che ti imploro, imploro
sono sulle mie ginocchia
non voglio aver bisogno del tuo amore
voglio solo essere amato profondamente da te
e mi uccide quando sei via
oh tesoro, perchè ad un proiettile
non interessa dove sei
voglio solo essere lì dove sei tu
e devo assaggiare un po' di...

Zucchero
sì, per favore
verresti a cospargerne un po' su di me?
oh, proprio qui, perchè ho bisogno
di un po' d'amore e di un po' di comprensione
sì, tu mi mostri cos'è il vero amore
metti tutto apposto
ho bisogno di un po' di dolcezza nella mia vita
zucchero
sì, per favore
verresti a cospargerne un po' su di me?

I miei pezzi rotti, li hai messi a posto
non mi lasci in sospeso, sospeso
vieni, dammene un po'
quando sono senza te, mi sento così insicuro
tu sei l'unica cosa, l'unica cosa
di cui non mi sazio mai
non voglio aver bisogno del tuo amore
voglio solo essere amato profondamente da te
e mi uccide quando sei via
oh tesoro, perchè ad un proiettile non interessa dove sei
voglio solo essere lì dove sei tu
e devo assaggiare un po' di...

Zucchero
sì, per favore
verresti a cospargerne un po' su di me?
oh, proprio qui, perchè ho bisogno
di un po' d'amore e di un po' di comprensione
sì, tu mi mostri cos'è il vero amore
metti tutto apposto
ho bisogno di un po' di dolcezza nella mia vita
zucchero
sì, per favore
verresti a cospargerne un po' su di me?

Sì,
voglio quella red velvet
voglio quel dolce zuccherino
non permettere a nessuno di toccarlo
a meno che quel qualcuno sia io
devo essere un uomo
non c'è altro modo
perchè, ragazza, tu sei più calda della baia nella California del sud
non voglio fare dei giochetti
non devo aver paura
non darmi della merda
nessun trucco su
quello è il mio

Zucchero
sì, per favore
verresti a cospargerne un po' su di me?
oh, proprio qui, perchè ho bisogno
di un po' d'amore e di un po' di comprensione
sì, tu mi mostri cos'è il vero amore
metti tutto apposto
ho bisogno di un po' di dolcezza nella mia vita
zucchero
sì, per favore
verresti a cospargerne un po' su di me?

Zucchero
sì, per favore
verresti a cospargerne un po' su di me?
oh, proprio qui, perchè ho bisogno
di un po' d'amore e di un po' di comprensione
sì, tu mi mostri cos'è il vero amore
metti tutto apposto
ho bisogno di un po' di dolcezza nella mia vita
zucchero
sì, per favore
verresti a cospargerne un po' su di me?
Sugar- Maroon
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Da più di mezz'ora me ne stavo in ammollo nella vasca da bagno, coperta da tanta schiuma che mancava solo una paperella di gomma per farmi giocare come una bambina. Sugar dei Maroon 5 era in sottofondo e canticchiavo spensierata. Avevo una gamba sul bordo della vasca e il rasoio in mano. Supponevo che mi stessi comportando come una normale ragazza, anche se di solito preferivo le docce veloci.
Mi riscossi quando sentii un rumore di passi sotto la musica e inevitabilmente sorrisi. Forse avrei dovuto trovare inquietante che si presentasse qui a qualsiasi ora del giorno e della notte e usasse la sua copia delle chiavi.
Un attimo dopo la porta si aprì e il viso di Harry spuntò.
《Ehi!》 Protestai. 《Vorrei avere la mia privacy e poi che ci fai qui?》
Ridacchiò. 《Cos'è quella roba verde sulla faccia?》 Chiese, cambiando discorso. Feci una smorfia.
《Una maschera al cetriolo》, spiegai, infastidita.
《Perché la usi?》
《Pensi che le ragazze abbiano la pelle liscia così, dal nulla?》
Scrollò le spalle, divertito. 《E il lecca-lecca in bocca?》
《È alla ciliegia, ne avevo voglia.》
La sua espressione si fece furba ed estrasse il cellulare dalla tasca dei jeans.
《Harry!》 Lo avvertii, capendo le sue intenzioni. Sorrise e fece gli occhi dolci. Sbuffai.
《Okay》, cedetti.
Un secondo dopo mi misi in posa con le dita alzate nel simbolo della pace - alquanto strano dato che avevo un rasoio nell'altra mano - e una smorfia divertita. Mi scattò una fotografia.
《Contento?》
《Molto. Farò una gigantografia.》
Cercai di schizzarlo con l'acqua, ma si spostò. 《Provaci e ti priverò della possibilità di avere figli》, lo minacciai. Sghignazzò.
《Ora potresti aspettarmi di là?》 Continuai. 《Sai, devo depilarmi, anche le ragazze sono pelose.》
Annuì, anche se quella strana luce negli occhi.
Mi lasciò sola e presi un respiro profondo. Va bene, mi aveva visto fare tante cose disgustose ma la maschera rinfrescante era imbarazzante.
Non ebbi tempo di posare il rasoio sulla pelle che la porta si spalancò nuovamente.
《Co... Oddio!》 Strillai, agitandomi tanto che l'acqua finì sul pavimento. 《Harry, che diamine!》
Mi coprii gli occhi con un mano, ero certa che sotto lo spesso strato della maschera rinfrescante, fossi arrossita.
Scoppiò a ridere. 《Sì?》
《Sei nudo!》 Constatai, la mia reazione derivava dalla sorpresa. Creai un piccolo spiraglio tra le dita e senza volere fissai la parte inferiore del suo corpo. 《Sei un depravato!》
《Tu sei nuda con un lecca-lecca in bocca!》, Esclamò, innocente, avanzando di qualche passo.
Adesso la colpa è mia?
《Sono a casa mia, posso fare quel che mi pare》, sottolineai, divertita.
《Lo so, Piccola》, concordò.
Avevo una voglia matta di ridere. 《Sto facendo il bagno.》
《Considerala una sorta di condivisione》, dichiarò, infilando un piede nell'acqua e poi l'altro.
《Cioè?》
Tenni lo sguardo puntato sulle sue ginocchia. Un ragazzo nudo - lui - era in piedi di fronte a me mentre io ero seduta. Mi sentivo in svantaggio.
《Voglio stare dove sei tu》, chiarì, il tono palesemente finto di chi sparava una stupidaggine.
《Stai davvero cercando di far passare questo come una qualcosa di romantico?》
《Sì》, confermò, accovacciandosi di fronte a me. La vasca era piccola per lui, era divertente da vedere.
《Devo depilarmi》, ripetei.
《E con questo?》
《Sarai in ammollo con i peli delle mie gambe.》
Mi afferrò la caviglia e la poggiò sulla coscia. 《Ci laviamo i denti con lo spazzolino dell'altro, fai la pipì mentre io mi faccio la barba e usi i miei rasoi》, ricordò. 《Non è troppo tardi per essere disgustati?》
Risi. 《Sei un manipolatore.》
Fece spallucce.《Forse.》
Sbuffai e gli lanciai un panno.
《E poi sono io il pervertito》, borbottò.
《Che?》
《Vuoi che ti insaponi, eh?》 Ammiccò.
Gli pizzicai il polpaccio, saltò in aria e altra acqua strabordò. Ridacchiai.
《Non mi piaci manesca》, protestò.
《Bé... è quello che avrai. Stavo per chiederti di pulirmi il viso.》
Sorrise malizioso, e mi tirò a sé, rischiando di farmi annegare. Mandò in fumo l'idea di non bagnarmi i capelli. Quando emersi sputacchiai come una vecchietta.
《Sei un cretino!》 Mi lagnai.
《Zitta e lasciami lavorare.》
Ruotai gli occhi, anche se ammisi a me stessa che nessun ragazzo mi faceva ridere quanto lui.
Ci ritrovammo a una distanza davvero ridicola per due persone nude. Le sue gambe stese ai lati del mio corpo, le mie alzate con i piedi che toccavano le sue anche. La bocca a pochi centimetri, mentre qualcun altro avrebbe pensato di saltargli addosso, io non riuscivo a non concentrarmi sui dettagli. I capelli con le punte umide, il volto lucido per il vapore, le labbra con un leggero sorriso, la delicatezza delle sue dita mentre mi ripuliva, era così concentrato da stupirmi.
Al diavolo Nate e le sue convinzioni, io non scappavo dai ragazzi che mi trattavano bene.
Il suo sguardo incrociò il mio e mi sembrò di non avere aria a sufficienza per respirare. Mi prese la mano e ne baciò le nocche.
《Sono nei guai》, bisbigliò, serio.
Anch'io.
Gli scostai una ciocca dietro l'orecchio. 《Perché?》 Incespicai.
Deglutì forzatamente e scosse il capo come se non volesse rispondere, mi diede solo un bacio a stampo.
《Niente più roba verde》, disse, poco dopo. Mi allungai per prendere io flacone dello shampoo.
《Vai giù》, consigliai. Sorrise, contento come un bambino e eseguì i miei ordini. Appena emerse, gli insaponai i capelli bagnati.
《Volevi fare il bagno, ti sto accontentando.》
Mi avvolse con le braccia. Chiedere a un ragazzo di bloccare le sue reazioni fisiche era impossibile, ma non ci fu nessuna malizia quando mi indusse a sedermi su di lui. Poggiò la nuca contro il bordo della vasca e chiuse gli occhi mentre gli massaggiavo la testa. Forse ero davvero infatuata ma pensai che fosse perfetto. E cavolo! Lo stavo coccolando, come una fidanzatina stucchevole. Se avessi avuto della benzina e un accendino mi sarei data fuoco, ma Harry era così. Uno schiavo delle coccole.
《Potrei rapirti e costringerti a farlo ogni mattina》, sospirò.
《Sì, padrone》, affermai, ironica.
Alzò le palpebre e mi studiò. Poi prese tra le dita lo stecco del mi lecca-lecca. Strinsi i denti per non permettergli di rubarlo.
《Molla!》
《No.》
《Viv!》
《Harry!》
《Dammelo.》
Scossi il capo in segno di diniego. 《Ognuno si tenga i suoi lecca-lecca.》
Sollevò le sopracciglia, stavolta malizioso. 《Ah sì?》
《Già.》
《Non era un doppio senso?》
《Per niente!》 Mentii.
《Per cui non mi hai ammesso che non toccherai il mio lecca-lecca?》
Mi battei una mano sul volto.《Sei vergognoso!》
Approfittò di quel momento di distrazione, per fregarmi il lecca-lecca e lo mise subito in bocca, infine ammiccò sfacciato. 《Dicevi?》
Lo ignorai, allungandomi per afferrare il bocchettone della doccia.
《Taci, ladro!》
Misi il broncio e iniziai a sciacquarlo mentre ridacchiava.
《Sei un tale bambino.》
Per smentirmi spinse i fianchi contro i miei e quando cercai di colpirlo mi bloccò il polso per poi baciarmi.
《Viv?》
《Mmm?》
《Ho un problemino》, mi fece notare, anche se non ci sarebbe stato bisogno. Scoppiai a ridere.
Rimanemmo nella vasca finché i polpastrelli non diventarono rugosi come quelli di una vecchietta. Facendo un gran casino, cambiammo posizione. Stavolta io mi trovavo con le spalle contro una parete della vasca mentre la schiena di Harry era sul mio corpo. La schiuma si era diradata e passavo la spugna sul suo petto, più per noia che per reale interesse.
Poi il campanello suonò, facendoci irrigidire.
《Chi è?》 Domandò, serio.
Deglutii rumorosamente. 《E se è papà?》 Pigolai. Era difficile non fraintendere se mi presentavo con addosso un accappatoio e subito dopo arrivava Harry con i capelli bagnati.
Non rispose.
《Non uscire da qui》, imposi, alzandomi.
《Il pick-up come lo spieghi?》 Ribattè.
《Non lo so!》 Sbottai, comprendomi. Corsi leggermente spaventata, poi aprii la porta d'ingresso. Sospirai di sollievo.
《Sei tu!》 Esclamai.
《Chi ti aspettavi?》 Replicò Karine, superandomi.
《Puoi uscire!》 Urlai a squarciagola, spaventando la mia amica.
《Sei impazzita?》
Non risposi, un attimo dopo Harry uscii dal bagno coperto da un telo così piccolo che non gli avvolgeva la vita, teneva le due estremità con le mani. Sia io che Karine rimanemmo a bocca aperta. Non era che non avessi mai visto dei ragazzi carini ma Harry, nudo e bagnato fradicio, con i capelli arruffati mentre le deliziose fossette erano in bella mostra...
《Wow!》 Non fui io a parlare. Ridacchiai, anche se Karine stava palesemente sbavando. Non mi infastidivano i suoi commenti e neanche che lo vedesse in questo stato. Era consapevole della bellezza oggettiva di Harry ma se mai si fosse avvicinata a lui, lo avrebbe fatto per spupazzargli le guance e non con malizia. Karine era leale.
E poi, con tutta onestà, mentre lo fissavo sentivo il mio orgoglio di donna scalpitare.
《Non c'era un asciugamano》, si giustificò Harry e il suo sorriso imbarazzato si ampliò.
《Stai tranquillo!》 Dicemmo entrambe. Harry sgranò gli occhi e noi due scoppiammo a ridere. Nel momento in cui si voltò per andare in camera a vestirsi, mostrò il sedere. Per quanto potesse essere timido, era anche un bastardo egocentrico e camminò con nonchalance come mamma lo aveva fatto.
《Tu te lo sbatti》, affermò Karine, non si preoccupò neppure di usare un tono di voce basso. Ero certa che lui l'avesse sentita e che se stesse gongolando tra sé e sé.
Non risposi, mi limitai a batterle il cinque e ammiccare. Ogni donna si vantava quando frequentava un ragazzo carino.
Harry ci trovò in salotto a guardare la televisione mentre parlavamo e si diresse in cucina.
《Che ti ha fatto Liberty?》 Chiese curioso, passandoci due birre e sedendosi sulla poltrona. Karine aggrottò le sopracciglia.
《Non dovresti andartene?》 Replicò.
《È una serata tra ragazze?》
《No》, negai, 《noi non facciamo queste cose.》
《Già》, confermò la mia amica.
《Cioè?》 Domandò Harry.
Scrollai le spalle. 《Niente treccine e niente abbracci.》
《E nessuna manicure a vicenda》, continuò Karine.
Lui ci fissò, divertito. 《Delle vere dure》, disse sarcastico.
《Non prenderci in giro》, borbottò Karine, lanciandogli addosso un pugno di popcorn.
《Comunque, cosa ha fatto stavolta tua nonna?》 Ribadii la stessa domanda di Harry. Lei fece una smorfia.
《Ha iniziato a chiamarmi Karine Elizabeth, sa che lo odio.》
《Elizabeth?》 Farfugliai.
《Non azzardarti》, intimò.
《Preferisci Beth?》
Lizzie ti dona》, scherzò Harry.
《Non prendetemi per il culo!》 Brontolò, affossandosi sul divano. 《Voi non avete un secondo nome?》
《Sì, ma mio padre non mi chiama Vivienne Rae.
Rae?》 Domandò retorica. 《Fa schifo anche il tuo.》
Sogghignai, per nulla toccata. 《Non è colpa mia, lo hanno scelto Gabe e Harry.》
《Cos' ha che non va?》 Proruppe il diretto interessato. 《È figo!》
Ruotai gli occhi e Karine mi guardò. Capii all'istante i suoi pensieri: era assurdo che avesse a che fare con ogni particolare della mia vita.
《E il tuo secondo nome qual è Occhioniverdi?》
《Edward》, confessò.
Karine sbuffò. 《Vecchietto.
《Acida!》 Rispose. Okay, sembravano due bambini. Continuarono a pungolarsi per cinque minuti interi, io me ne stavo spaparanzata a girarmi i pollici ancora in accappatoio.
Di colpo Karine mi diede uno schiaffetto sulla coscia per attirare la mia attenzione, decidendo di ignorare Harry.
《Hai ragione tu.》
《Eh?》
《È carino solo con la bocca chiusa.》
Risi mentre Harry si alzava per prendere un'altra birra.
《Vado a vestirmi》, la informai. Harry e Karine andavano molto d'accordo ma trovavano divertente insultarsi. Io non c'entravo nulla, lo facevano da quando si erano incontrati. Lei gli diceva che era bello ma senza cervello e lui di sistemarsi i capelli.
Indossai un prendisole e mi asciugai i capelli con un telo, pettinandoli con le dita. Quando tornai da loro riuscii a sentire uno stralcio di conversione:
《Conosco il tuo segreto, Occhioniverdi, solo un cieco non se ne accorgerebbe.》
Ci fu un minuto di silenzio.
《Non azzardarti, Karine.》

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