With me

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Vorrei che questo momento non finisse mai
dove tutto è niente, senza di te
aspetterò qui per sempre
solo per vedere il tuo sorriso
perchè è vero, io non sono niente senza di te

per tutto questo tempo ho fatto degli errori
inciamperò e cadrò
ma intendo le parole che sto dicendo

voglio che tu sappia che
con tutto quello che è successo
non permetterò che questa cosa vada in fumo
queste parole sono il mio cuore e la mia anima
e terrò stretto questo momento
mentre il mio cuore sanguina per mostrartelo
e non permetterò che questa cosa vada in fumo

pensieri letti e non detti
per sempre e sai, ci sono
pezzi di ricordi che sono caduti sul pavimento
so quel che ho fatto e come l'ho fatto
non permetterò che questa cosa vada in fumo
perchè è vero, io non sono niente senza di te

per le strade, dove cammino da solo
senza alcun posto dove andare
sono arrivato alla fine

di fronte ai tuoi occhi, cade dal cielo
quando non sai cosa stai cercando di trovare
di fronte ai tuoi occhi, cade dal cielo
quando non sai cosa stai cercando di trovare

vorrei che questo momento non finisse mai
dove tutto è niente, senza di te
With me - Sums 4
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Le due ragazze mi salutarono, le liquidai con un sorriso e tirai un sospiro di sollievo quando sparirono. Dio mio!
Uno dei problemi fondamentali di posti come Blacksburg era che uscirne - scappare via - era più difficile del previsto. Nascere in paesini piccoli, in un certo modo, trasmetteva sicurezza e ti poneva in una campana di vetro.
Kate e Sidney erano state le amiche del liceo. Da ragazzine le chiacchiere erano incentrate per lo più sul futuro, sulle feste universitarie, i ragazzi fuori dalla Carolina; perciò per poco non svenni quando le incontrai, la prima - sposata, incinta e spaventosamente grassa - mentre Sid gestiva il negozio di famiglia. Che fine avevano fatto le università dell'Ivy League?
E rimasero un'ora con me in un tavolo della tavola calda, mentre il mio cheeseburger si freddava, a parlare, parlare e ancora parlare come se fossi un dannato soldato arrivato dall'Iraq.
Un altro dei problemi della gente del buco era che voleva sapere: sempre e ogni cosa. Mi era venuta una paresi a furia di sorridere come una cretina, per non far capire loro quanto mi stessero infastidendo.
Per essere chiari, non ero una snob di provincia che dopo aver visto qualche metropoli, rinnegava le proprie origini, no, ma odiavo chi faceva domanda su domande senza aspettare una mia risposta.
E per tutto il tempo mi ero chiesta se si erano dimenticate delle loro ambizioni.
Tastai con un dito il cibo nel piatto. Freddo. Lo allontanai e sorseggiai il mio frappé mentre mi guardavo attorno.
Non ero mai stata una di quelle ragazzine con dei pensieri profondi, il giusto, ma mi piaceva osservare i comportamenti delle persone. Ad esempio c'era il signor Philips che, da quando ne avevo memoria, ogni mattina andava alla tavola calda per leggere il suo giornale accompagnato da una tazza di caffè; oppure Joyce, la proprietaria, che si ritoccava il rossetto rosa pallido ogni trequarti d'ora.
In quel momento, mi stavo concentrando su un ragazzino che, se non ricordavo male doveva essere Jemison Holland, fissava una ragazza come se se la volesse mangiare. E non in modo innocente. La fortunata stava col naso tra le pagine di un libro ed era troppo impegnata a leggere per accorgersi di quello che stava accadendo.
Adoravo i quindicenni ai primi approcci. Un po' mi dispiaceva non essere stata quel tipo di ragazza intimidita e che arrossiva costantemente.
《Ti sei incantata?》
Saltai in aria, per poco non mi spiaccicai contro la vetrata.
《Che cazz-》
《Non essere volgare, Viv》, mi interruppe, sedendosi di fronte a me. Harry. Mi sorrise e un po' mi persi. La ragazzina infatuata di un tempo avrebbe voluto affondare le mani tra i suoi ricci. Non era una maniaca dell'ordine, ma i suoi capelli mi facevano venir voglia di sistemarglieli.
Sbuffai. 《Parli come papà.》
《Cioè?》
《Da anziano》, constatai, alzando le sopracciglia, provocatoria.
Solitamente non trovo affascinanti gli anziani ma sono dettagli, no?
《Non sono vecchio!》
《In confronto a me lo sei.》
《Hai vent'anni, neanche tu sei una ragazzina.》
Adesso mi consideri adulta?
Ridacchiai. 《Non ci provare Harry.》
《Cosa?》 Protestò, facendo un sorriso d'angelo. Non mi sembrava reale affrontare quella conversazione. Quanti problemi si erano creati per la mia età?
《Io sono appena una ventenne e tu ti stai avvicinando ai trenta.》 Dire quelle parole quasi fu una rivincita. Era bello vederlo e non dover soffrire.
《Lo fai intendere come se dovessi andare a una casa di riposo?》 Rise. Poi mangiò qualche patatina dal mio piatto e si leccò le dita lentamente. Distolsi lo sguardo e il bastardo lo notò. La sua ripicca per contestare il mio discorso.
《No, ancora è presto per l'ospizio》, mormorai, sorridendo. Di colpo mi tirò addosso una patatina.
《Ehi!》
《Cosa ti passa per la testa?》
Tu e non so perché.
《Prima che arrivassi, stavo guardando quel ragazzino, non so se abbia una cotta o se si stia semplicemente comportando da maschio.》
Osservò i diretti interessati con circospezione. 《Secondo me gli piace.》
《Come fai a esserne certo?》
《Le guarda il viso e non il culo》, disse, sicuro di sé. Risi e stavolta fui io a tirargli le patatine in faccia.
《Idiota!》
《Perché? E' vero!》
《E secondo te perché non le chiede di uscire?》 Ribattei.
《Le quindicenni sono impegnative!》
《Ah sì?》 Chiesi, interessata.
《Sì. Specie se non hanno mai avuto un ragazzo prima》, spiegò. Incrociai le braccia al petto e gli feci segno di continuare. Volevo vedere, dove andava a parare.
《Si aspettano... il principe》, concluse, convinto.
《Io ho sempre desiderato il pirata》, ammisi, 《molto più sexy》, ammiccai. Assottigliò lo sguardo e si avvicinò, anche se c'era il tavolo a dividerci. Si era creata una strana energia, l'aria che si respirava era elettrica, riusciva ad avvertirla il mio corpo.
《Ne hai avuti tanti di pirati?》
《Nessuno che abbia mai capito che per conquistarmi bastava offrirmi un cheeseburger, un frappé alla fragola e una fetta di torta al cioccolato di Betsy》, dissi, sovrappensiero, fissando il piatto colmo di cibo. Un sorriso gli incorniciò le labbra e la mia bocca le imitò. Le mani per qualche assurdo motivo cominciarono a sudare.
《E cosa facevano?》
《Non vorresti saperlo.
Parve confuso. 《Perché?》
Non penseresti bene di me.
Respirai profondamente.
《Mi portavano al lago e stavamo dentro i pick-up...》 Il resto era facile immaginarlo. Indietreggiò tornando serio.
《Ah...》
Che potevo dire? Non ero mai stata facile, ma neanche così pudica. Quando scoprii la mia sessualità, avevo appena capito di essermi innamorata di Harry, credevo che se lui non mi avesse mai voluto, mi sarei accontentata degli altri. Era il pensiero stupido di una quindicenne.
Rifletté per qualche secondo, gli occhi furono nuovamente su di me. Era rigido.
《Quanti?》
Sgranai gli occhi. M'infastidiva questo suo atteggiamento da padrone del mondo, come se rispondergli fosse un obbligo.
Misi le mani sotto il mento e simulai il mio sorrisino sfacciato, quello che faceva pensare ai ragazzi che fossi un'oca senza cervello.
Buon viso a cattivo gioco, no?
《Non credi dovresti farti gli affari tuoi?》 Chiesi, divertita.
《Vivienne...》
《Intendi in generale o solo quelli di qua?》 Lo provocai.
《Quante relazioni hai avuto?》
《Non sono fatta per le storie d'amore...》 Borbottai.
《Perché?》
Scrollai le spalle. 《L'impegno non fa per me.》
Si passò una mano trai capelli. 《Cos'è uscivi da casa e te ne sceglievi uno a caso?》 Sbottò,  alzando la voce.
Coglione!
Neanche mio padre o i miei fratelli mi avevano mai detto qualcosa del genere. Cosa gli importava se ero una libertina? Mi fissava come se non lo avesse mai capito e probabilmente era così, mi aveva visto nascere ma non mi conosceva.
Appoggiai la schiena contro la panca e accavallai le gambe, la perfetta posa di chi non aveva nessun problema al mondo. Calma e pacata mentre dentro avevo una bufera. Così infuriata che avrei potuto piangere per il nervoso oppure far diventare la tavola calda un campo di battaglia.
《E anche se fosse?》 Replicai, sfacciata. Il suo viso s'incupì poi si guardò attorno, rendendosi del luogo in cui ci trovavamo.
《Devo andare.》
Lui mi dava della puttana e adesso, magicamente, aveva fretta.
Bastardo!
Quando scomparve dalla mia visuale, scattai. Corsi fuori e lo vidi camminare verso la locanda, aveva le mani nelle tasche, come se niente lo toccasse.
《Vaffanculo Harry! Rimarrai sempre il piccolo stronzo che sei》, strillai, con tutto il fiato che avevo in corpo. Non si voltò nella mia direzione. Solo in quel momento mi accorsi delle persone che mi stavano fissando.
《Che avete da guardare?》 Sbraitai, irritata.

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