All I need

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Sono l'atto seguente
Che aspetta dietro le quinte

Sono un animale
Chiuso nella tua automobile surriscaldata

Sono tutti i giorni
Che tu decidi di ignorare

Tu sei tutto quello di cui ho bisogno
Tu sei tutto quello di cui ho bisogno
Sono al centro della tua fotografia
Disteso nel canneto

Sono una falena
Che vuole soltanto condividere la tua luce

Sono solo un insetto
Che tenta di venir fuori dalla notte

Rimango fedele solo a te
Perché non c'è nessun altro

Tu sei tutto quello di cui ho bisogno
Tu sei tutto quello di cui ho bisogno
Sono al centro della tua fotografia
Disteso nel canneto

È tutto sbagliato
È tutto giusto
È tutto sbagliato

All I need- Radiohead
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Mi svegliai di soprassalto. Guardandomi attorno, intontita, compresi che il mio cellulare squillava.
《Ma che diavolo...》
Lanciai un'occhiata alla sveglia: le quattro del mattino. Tastai il materasso alla ricerca del Blackberry, sbadigliando lo afferrai e risposi.
《Pronto?》 Mugugnai, non avevo neanche visto chi era.
Apri questa porta!
Scattai seduta, più lucida che mai.
《Harry...》
《Subito, Viv!》 Ordinò. 《Alza il culo e muoviti.
Deglutii rumorosamente e per poco non caddi nel tentativo di scendere dal letto. Non sapevo da dove venisse fuori questo lato del suo carattere, litigavamo spesso ma non era mai così brusco. Ero stata a casa sua appena due ore prima, una volta tornata al cottage avevo passato venti minuti a camminare avanti e indietro per il salotto finché stufa non ingoiato un sonnifero. Adesso, svegliarmi col suo tono infuriato - che non prometteva nulla di buono - era uno choc.
Corsi per il corridoio col cuore in gola. Presi un respiro profondo e per la prima volta, maledii tutte quelle dannate serrature. Infine aprii la porta e notai che anche la sua faccia non prometteva nulla di buono.
Harry era palesemente incazzato. Aveva i vestiti di prima, non era andato a dormire, le labbra strette in una linea rigida e gli occhi mandavano saette.
Indietreggiai, non spaventata ma perché sapevo cosa avrebbe detto e non volevo ascoltare.
Non chiuderla, per favore!
Trattenni il respiro, cercando di racimolare le idee, poi aprii la bocca per parlare ma mi interruppe bruscamente: 《Non una parola!》
In un attimo tutte le mie convinzioni andarono in fumo, Harry mi baciò, strappandomi il respiro. Infuriato e infastidito, con forza e forse un pizzico di odio. Senza che me ne rendessi conto mi stampò al muro e si spinse contro di me.
《Harry》, ansimai, allibita.
《Sono ancora incazzato nero》, dichiarò.
Okay?
Rimasi a guardarlo interdetta, poi infilai le dita tra i suoi capelli e spinsi la bocca contro la sua. C'era un pizzico di dolcezza, nonostante la frenesia e la poca delicatezza. E poco importò che mi abbassasse i pantalonci e l'intimo in un sol colpo mentre gli sfilavo la t-shirt, che mi stringesse nel pugno i capelli per aver maggior accesso al collo o che faticassi a respirare.
Mi sollevò con un braccio cosicché lo avvolgessi con le cosce e le mie mani arrivarono alla patta dei pantaloni. Solo un attimo pensai alla possibilità che potesse andarsene appena finito. Gemetti quando mi strizzò il seno da sopra la maglietta.
Trasalii per l'irruenza e mi irrigidii per un secondo. Ci bloccammo, così. Con la porta ancora spalancata, le luci accese del portico e quelle un po' soffuse dell'ingresso; il muro che mi graffiava la schiena; i respiri spezzati e gli occhi lucidi di desiderio; le dita ancorate sulle sue scapole e i suoi palmi contro la parete, ai lati del mio viso. Lo guardai e rabbrividii per la sensazione di averlo trovato. E morimmo l'uno tra le braccia dell'altro, di questo si trattava: spegnere una piccola parte di se stessi per far posto a un pezzetto dell'altro.
Mi morsi le labbra, chiusi gli occhi e poggiai il viso sulla sua spalla.
《Sono perso, Viv》, esordì tremante e si mosse. 《Ma non puoi farmi impazzire, decidendo tutto.》
《Lo... lo so.》
Mi baciò il lobo dell'orecchio, ora tutto era meno frenetico ma comunque intenso.
《Guardami》, impose. Lo feci.
Mio Dio! I suoi occhi...
《Devi capire》, ansimò, 《vedere... l'esatto istante in cui ti prenderai tutto, ogni parte di me, come ho fatto io.》
Tremai e in qualche modo raggiunsi la sua mano sul muro e legai le dita.
Poggiò la fronte sulla mia.
《Voglio tenerti, sempre.》
E sai quant'è difficile tenere una persona?

Fil rouge |h.s|Where stories live. Discover now