Capitolo 12 - La realtà dei fatti

160 13 5
                                    

ARON

Ero in piedi rivolto con il viso verso lo specchio e con una mano stavo passando la lametta sul mio viso per rimuovere la barba quando una notifica accese lo schermo del mio telefono e richiamò la mia attenzione. Così presi in mano il dispositivo e notai che si trattasse di una mail.

Da: columbiauniversity@segreteriadidattica.it
Gentile studente,
La informiamo che da domani avrà luogo la prima giornata di tirocinio sul campo per gli iscritti al corso di specializzandi in Diritto Penale.
Nel caso in cui fosse interessato, la invitiamo a partecipare e a raccogliere quanti più crediti formativi possibili.
Per ulteriori informazioni può contattare la segreteria didattica al numero che trova nella pagina principale del sito.

Cordiali saluti.
La rettrice,
Danielle Stevenson

Bloccai lo schermo del telefono e presi a finire ciò che avevo iniziato, tenendo a mente l'informazione appena letta. Mi piaceva il tirocinio, lavorare sul campo era fondamentale se volevi diventare un avvocato di successo, tuttavia odiavo collaborare con la maggior parte dei miei compagni, erano tutti per lo più disinteressati e svogliati, la metà di loro non sapeva nemmeno cosa ci facesse dentro quell'aula e l'altra metà, beh, diciamo che il papino stava già scaldando la sedia nello studio di famiglia. Non che la trovassi una pratica inusuale o insolita, anzi, se avessi voluto probabilmente qualcuno avrebbe scaldato un posto anche per me nel vecchio ufficio di papà per far parte del corpo di polizia, purtroppo per loro non avevo assolutamente intenzione di far parte di quel mondo, sebbene fossi consapevole che un avvocato e un poliziotto avessero molto in comune, che agissero nel rispetto della legge e che fossero entrambe due figure facilmente corruttibili, l'idea di avere una colluttazione con un criminale non mi esaltava tanto quanto quella di umiliarlo davanti all'intera corte.

Dopo essermi sistemato mi diressi verso il frigo per tracannare una lattina di birra, una volta finita presi la giacca di pelle e le chiavi di casa e quelle della macchina, chiudendomi la porta alle spalle feci pochi passi nel vialetto e raggiunsi l'auto sulla quale montai. Prima di partire inviai un messaggio a Logan per comunicargli che stavo partendo e misi in moto la mia bellissima Mercedes nera per dirigermi verso casa di Chloe, la quale sarei dovuto passare a prendere prima di arrivare al pub.
Il tragitto breve come al solito, dato che abitavamo a pochi isolati di distanza ma quando giunsi davanti alla sua abitazione notai che non fosse ancora scesa. Attesi cinque, dieci, venti minuti ma della sua traccia ancora nulla. La chiamai e le scrissi ma di lei nessuna traccia. Sbuffai rumorosamente tentato di sgommare e lasciarla a piedi ma il dubbio che potesse esserle successo qualcosa invase i miei pensieri, così con un po' di buon senso e per evitare futuri sensi di colpa, posteggiai l'auto e scesi per andare a suonarle.
Dopo poco ad aprirmi la porta fu la bionda sbagliata, sua sorella Cassie.

«Aron» esclamò con entusiasmo. «Come mai qui?»

«Dove cazzo è finita tua sorella?» chiesi spazientito.

«A cosa devo questa gentilezza?» domandò visibilmente infastidita dal mio tono di voce. «Vado a chiamarla»
La vidi sparire dalla mia vista e sbuffai nuovamente ancora più irritato. Odiavo che mi si facesse aspettare, lo trovavo di un'arroganza incredibile e non tutti potevano permettersi di avere quel tipo di atteggiamento. Per ingannare l'attesa tirai fuori una sigaretta dal pacchetto nella tasca posteriore dei miei jeans e la accesi tra le mie labbra mentre iniziai a respirare quel fumo per sciogliere la tensione accumulata. Nell'ultimo periodo davo in escandescenze per ogni singola cosa, il lavoro era aumentato e Jacob era fuori di se e dato che viveva praticamente dentro quel locale e nostra madre non c'era mai, mi occupavo io di mantenere la casa in uno stato vivibile, solo che la maggior parte delle volte non ci riuscivo mai e di conseguenza, continuava a sembrare un porcile.

L'anagramma del mio nome - IN PAUSAWhere stories live. Discover now