Capitolo 14 - "Non ancora"

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NORA

L'alba di un nuovo giorno era arrivata già da qualche ora a svegliarmi. Non ero solita finire il mio sonno prima del suono della sveglia, eppure quella notte feci fatica a dormire perché gli occhi scuri e profondi di Aron non sembravano voler abbandonare i miei pensieri. Mi sentivo estremamente ripetitiva, bloccata in un loop temporale dal quale non riuscivo ad uscire, come se vivessi nuovamente la parte della "conquista" al mio ragazzo, come se avessi di nuovo sedici anni e lui fosse di nuovo il mio bellissimo compagno di banco che dormiva in continuazione e scappava dalla classe ogni cambio dell'ora. Stentavo a credere che lui conducesse una vita della quale non facevo parte mentre io, malgrado pensassi che non ci fosse più, avevo condotto l'ultimo anno della mia vita tormentata dal pensiero di lui.

Spronata dal pensiero delle lezioni, mi alzai dal letto e affrontai la giornata. Sebbene potesse suonare strano che fosse proprio lo studio a motivarmi, la ragione per cui avevo attraversato il paese e avessi studiato disperatamente e senza sosta durante la riabilitazione era realizzare il sogno della mia Lizzie, di Aron (quando ancora non sapevo che a quanto pare lo stava realizzando già da solo) ma soprattutto, il mio. Mi immaginavo vestita di tutto punto a varcare l'entrata dei tribunali più prestigiosi del paese per seguire e risolvere i casi più avvincenti e intricati.

Quando misi piede nella classe il mio sguardo saettò verso il banco dove l'ultima volta avevo visto sedere Aron, che però era vuoto. Feci cadere l'occhio su ogni singolo tavolo ma di lui nessuna traccia. Attesi innumerevoli minuti con il petto gonfio di speranza, quest'ultima però prese a sfumare lentamente quando mi resi conto che non sarebbe arrivato e, con uno sbuffo, scacciai il suo pensiero per concentrarmi sulla lezione. La mia concentrazione durò poco, il suo nome attanagliava la mia mente e liberarmene sembrava impossibile. Pensai che magari dovessi semplicemente concedermi del tempo per metabolizzare le notizie e gli avvenimenti degli ultimi giorni, che la mia vita era cambiata di nuovo in modo drastico e improvviso, senza che, anche sta volta dipendesse da me. Mi sentivo stanca, sopraffatta, come se perdessi costantemente il controllo della mia esistenza e fossi costretta ogni maledetta volta ad appellarmi il destino, il quale, non pareva darmi pace.

La vita sarà pure una montagna russa e a me erano sempre piaciute, ma al decimo giro consecutivo di giostra, anche il più forte di stomaco cede. L'idea che mi balenava nella testa già da qualche giorno era quella di contattare i nostri vecchi amici: Justin, Zack, Joey, James o Sophie. Loro credevano che Aron fosse morto, avevano preso parte al funerale prima di venire a trovarmi nella clinica e magari sarebbero stati disposti a rimanermi accanto se non avessi scelto io di tagliarli fuori della mia vita per eliminare ogni ricordo di lui. Ma loro erano suoi amici e meritavano di sapere la verità. Purtroppo a frenarmi dal ricercarli per raccontargli ogni cosa era stato l'avvertimento di Jacob, lo conoscevo fin troppo bene, sapevo che non stava mentendo, sarebbe stato capace di rovinare la vita di suo fratello per un tornaconto personale; J non era cattivo, o perlomeno non di natura, tuttavia da quando era morto loro padre un vortice oscuro lo aveva travolto, in una vita piena di lussuria, alcol e sregolatezza, si era lasciato accecare dal denaro, dagli incassi e dai piaceri sfrenati del mestiere. Peccato però che la gente non ti regali mai nulla, se vuoi sopravvivere tra i lupi devi imparare a ferire prima che loro finiscano te e inevitabilmente, prima o poi, finirai per sporcarti le mani. Dubitavo fortemente che non si fosse già macchiato di qualche crimine tutt'altro che leggero, ma sarei rimasta nel mio angolino, consapevole che il suo benessere non rientrasse più nelle mie priorità e i suoi problemi non fossero più i miei.

Non ci volle molto prima che iniziai a notare le persone attorno a me alzarsi, mi voltai verso Cassie e gli altri, notando che stavano prendendo con se i loro libri, perciò realizzai che anche lezioni della giornata erano finite e io, ancora una volta, mi ero persa tra i pensieri e avevo trascorso l'intera mattinata con essi.

L'anagramma del mio nome - IN PAUSAحيث تعيش القصص. اكتشف الآن