Arrivano sconosciuti a dare una mano

58 1 0
                                    

La battaglia infuriava e l'esercito di Thranduil iniziava ad arrancare. Per quanto combattessero, ogni volta che abbattevano un nemico altri due sembravano apparire dal nulla. Erano quasi allo stremo ormai. All'improvviso Thranduil vide volare un martello e stendere una manciata di nemici, uno dopo l'altro, manco fossero birilli. Il Re degli Elfi si permise di seguire con lo sguardo il martello che, mentre tornava nelle mani del suo possessore, faceva fuori un'altra orda di nemici. Un enorme fascio di luce dei colori dell'arcobaleno impediva di vedere bene, ma si potevano distinguere tre figure. Il martello fu lanciato nuovamente, facendo crollare le linee nemiche. Finalmente il fascio di luce sparì e si poterono distinguere tre persone. Due maschi e una femmina. Il martello tornò nelle mani del più grosso. Vestiva con una strana armatura. Portava i lunghi capelli biondi raccolti in una coda fatta alla svelta, con qualche ciocca ribelle rimasta fuori che gli ricadeva sul viso. Gli occhi erano celesti come l'oceano. La barba curata e bionda. Alla sua destra c'era l'altro ragazzo. Questo aveva i capelli corvini lasciati liberi, che gli incorniciavano il viso privo di barba. Anche lui aveva gli occhi celesti, ma con una sfumatura diversa. Tendevano più al verde. Per ultima c'era la ragazza. Sembrava essere la più piccola. Portava i lunghi capelli marroni scuri legati in una treccia nella parte superiore della testa. Quelli sotto erano lasciati liberi. In una ciocca si poteva vedere una ciocca di capelli dorata, intrecciata. Gli occhi sembravano marroni con una sfumatura verde. Il ragazzo più grosso si avvicinò a grandi passi al Re degli Elfi.
«Cerco un certo Thranduil, sai dove posso trovarlo?» chiese il biondino.
«C'è l'hai davanti» rispose Thranduil.
«Fantastico, noi siamo stati mandati da Odino a darvi una mano» disse il biondino, indicando gli altri due.
Si avvicinò l'altro ragazzo. «Le presentazioni le faremo più tardi, che ne dite?.»
Aveva ragione, non era il momento. Dopo i primi attimi di shock l'esercito nemico si stava riorganizzando. Il ragazzo biondo annuì a quello corvino e spiccò un salto verso le schiere nemiche. Il cielo si scurì. Tuoni e fulmini fecero il loro ingresso. Il ragazzo biondo atterrò, fulminando una buona manciata di nemici. Thranduil dovette staccare lo sguardo dai nuovi arrivati e tornare a combattere. Il ragazzo corvino combatteva con grazia. Se non fosse per le orecchie arrotondate e qualche altro piccolo dettaglio, si sarebbe potuto confondere con gli Elfi. La ragazza sembrava divertirsi a lanciare pugnali e sventrare i nemici. Il suo stile di combattimento sembrava molto arrangiato, di una che ha passato la vita a scappare. Si trovò ad affiancare Legolas, che sembrava arrancare. Lanciò un paio di pugnali, che andarono tutti a segno. Guardò Legolas con sfida. Lui scoccò un paio di frecce che non mancarono il bersaglio. La ragazza sorrise con aria di sfida. Si sfilò l'arco di spalla e prese a bersagliare un nemico dopo l'altro. Le sue frecce non erano comuni. Una volta scoccate la punta prendeva fuoco, facendo prendere di conseguenza fuoco anche al nemico. Legolas si lasciò scappare uno sguardo sorpreso. Dalla loro postazione in alto la ragazza posò lo sguardo sul ragazzo biondo, che era circondato da nemici. Un orco alle sue spalle avrebbe fermato la sua avanzata pericolosa, se non fosse che gli arrivò una freccia infuocata dritta in faccia. Il biondo si girò per guardare l'orco morto, poi guardò nella direzione della ragazza e sorrise, sollevando il martello. La voce di Legolas attirò la sua attenzione. «Attenta!.» La spinse a terra, evitando che una freccia la trapassasse da parte a parte. La ragazza gli rivolse uno sguardo di gratitudine. Lanciò uno sguardo in basso, dove gli occhi cominciavano ad arrampicarsi. Attirò l'attenzione di Legolas e li indicò con lo sguardo. Come se avessero combattuto anni insieme, si lasciarono cadere dalla scogliera, incoccando una freccia ciascuno. Scoccarono e incoccarono nuovamente prima di atterrare. Presero insieme la mira e scoccarono le frecce, che andarono a segno. Furono ben presto circondati da nemici. La ragazza si passò la lingua nel labbro e ritirò l'arco. Tirò fuori dei pugnali e iniziò a fare fuori un nemico dietro l'altro.
«Lasciane qualcuno anche a me» scherzò il ragazzo corvino, affiancando la ragazza.
Davanti ai due apparve un orco più grosso degli altri.
«Tutto tuo» disse la ragazza, spostandosi di lato, per lasciare il posto al corvino che la guardò male.
Lei sorrise e saltò all'indietro, finendo sulle spalle dell'orco che stava per pugnalarla da dietro. La ragazza le conficcò il pugnale nel cervello e lo rigirò un paio di volte prima di tirarlo fuori, facendo urlare di dolore il nemico. Morto quello passò al prossimo. Vide con la coda nell'occhio il ragazzo biondo che si faceva strada verso il Re degli Elfi, che se la cavava alla grande. La prese come sfida e si fece strada anche lei verso di lui. Un nemico le si piazzò davanti. Lei gli scivolò semplicemente tra le gambe, rialzandosi subito e conficcando il pugnale in un posto poco carino da parte di una ragazza. Finalmente fu accanto al Re degli Elfi, già affiancato dal ragazzo biondo. La ragazza scorse Legolas in una scogliera, intendo a bersagliere i nemici con le sue frecce. Vide un orco troppo vicino all'arciere. Lanciò un pugnale all'orco, che gli finì nella gola. Legolas lo guardò cadere, poi guardò la ragazza e la ringraziò con lo sguardo.
«Non distrarti!» le urlò il ragazzo biondo, fulminando un nemico alle sue spalle.
«Non ero distratta, verificato la tua attenzione» urlò la ragazza, lanciando un pugnale alle spalle del ragazzo, eliminando un nemico.
I due si sorrisero e continuarono a combattere. La ragazza sentì l'aria fendersi al passaggio di una freccia, diretta verso di lei. Si sfilò velocemente l'arco, saltò, incoccò la freccia, mirò e scoccò, prendendo in pieno il nemico. Tornò a terra e scambiò uno sguardo col biondo. Prese ad abbattere tutti gli arcieri nemici mentre il ragazzo le copriva le spalle. Era chiaro che i nemici avessero capito che seccatura erano i tre arrivati, perché si concentrarono su di loro. Il ragazzo corvino combatteva con grazia, squartando le budella di ogni nemico e passando al successivo. Si fece strada verso la ragazza, abbattendo chiunque osasse intralciare la sua strada. Insieme al biondo sgombrò la strada per la ragazza che, con un salto notevole, salì nella scogliera, affiancando nuovamente Legolas. A un tratto i nemici sembrarono sul punto di ritirarsi. Cominciavano a battere in ritirata. I due ragazzi si presero un momento per controllare la ragazza, che si stava lanciando dalla scogliera incoccando una freccia. Quella partì, passando nello spazio tra le teste dei due ragazzi e trapassato quella di un nemico. Prima di toccare terra la ragazza si rigirò su se stessa, tornando dritta e atterrando in piedi. Si avvicinò ai ragazzi con un salto, atterrando davanti a loro. Si avvicinarono anche Legolas e Thranduil. Alle spalle di quest'ultimi apparve un orco che sembrava essere il triplo degli altri. La ragazza tolse il filo dell'arco e diede le due estremità ai ragazzi, che tesero la corda. La ragazza sfilò una freccia più grande delle altre e la posò nella spalla del Re degli Elfi. Quest'ultimo fece per obbiettare, ma prima che potesse dire qualcosa, la freccia volò rapida nello stomaco dell'orco troppo cresciuto.
La ragazza guardò il Re negli occhi.
«Chiedo scusa vostra maestà» disse e gli balzò alle spalle, buttandosi sull'ultimo nemico rimasto.
I due ragazzi attorcigliarono la corda con cura e la tenne quello corvino. Il Re degli Elfi si avvicinò ai due, indignato. 

A way to go homeWhere stories live. Discover now