Sopravvivrò anche a questo

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Thorin. Era Thorin.
«Non mi nasconderò dietro un muro di pietra mentre gli altri combattono le nostre battaglie per noi! Non è nel mio sangue, Thorin» fece Kili, andandogli incontro.
«No, non lo è. Noi siamo figli di Durin. E quelli di Durin non fuggono da una battaglia» disse Thorin.
Posò la sua fronte su quella di Kili per qualche secondo. Poi si avvicinò agli altri. Guardò Thor e Loki, accanto a Cora. Fece vagare lo sguardo dai ragazzi alla ragazza.
«Così sono questi..» disse Thorin, guardandola. «..i tuoi amici.»
«Sono loro, si» sorrise Cora.
Thorin guardò i suoi Nani. «Non ho alcun diritto di chiedere questo a nessuno di voi, ma.. mi seguireste per l'ultima volta?»
Uno dietro l'altro i Nani si alzarono e imbracciarono le armi. Thor batté le mani e le sfregò, impaziente.
«Ci buttiamo nella mischia?» chiese, sorridente.
Cora sorrise e guardò Thorin. «Andate avanti, siamo dietro di voi.»
Thorin annuì e, seguito dai Nani, andò a fare qualcosa per spaccare il muro che avevano eretto. Una volta che tutti i Nani se ne furono andati, Cora guardò i due principi.
«Temo.. che dovremo dividerci» disse Cora.
«Che ne dici chi sono i nemici, prima?» chiese Loki.
«Siamo tutti alleati. Se ti trovi un orco davanti uccidilo» rispose Cora, stringendosi nelle spalle.
«Facile» sorrise Thor.
Il suono di un corno fece voltare i tre. Rumore di una campana. I Nani di Erebor corsero fuori dalla fortezza, nel passaggio lasciato dai Nani di Piediferro. Si lanciarono tutti sull'esercito di orchi. Cora sorrise. Finalmente riconosceva il Nano che aveva conosciuto a casa di Beorn.
«Thor, tu andrai in città e darai una mano, insieme a Loki» disse Cora. «C'è un sacco di gente indifesa, il vostro aiuto farà comodo.»
«E tu?» chiese Loki.
Cora guardò la battaglia sotto di lei. «Io affiancherò i Nani. Magari vi raggiungo più tardi.»
«Questo potrebbe servirti» disse Thor.
Le diede il suo arco, insieme alle frecce. Cora lo guardò e sorrise. Prese tutto, amando il familiare peso della faretra nella schiena.
«Che ne dici dell'arciere alato?» fece Thor, entusiasta.
«Già, quel tuo numero è pazzesco e letale» disse Loki.
«Andate» sorrise Cora.
I due sorrisero. Thor fece roteare il martello, prese Loki, e si alzò in volo verso la città. Thorin vide coi suoi occhi i fulmini che cadevano tra le mura della città, sterminando chissà quanti orchi. Ebbe un momento per voltarsi verso il bastione, dove aveva lasciato Cora, e la vide lanciarsi di sotto. Il suo cuore perse un battito. Circa a metà caduta la ragazza si girò su se stessa e aprì le ali. Grandi come quelle delle aquile, ma molto più forti. Thorin si dovette ricordare che era un muta forma, quindi poteva assumere tutte le sembianze che voleva. La ragazza sbatté le ali, acquistando quota, e si sfilò una freccia dalla faretra. Incoccò, prese la mira e scoccò. La freccia volò sopra la testa di Thorin, abbattendo l'orco dietro di lui. Cora volò sopra il Re dei Nani e ghignò. Scoccò una freccia dopo l'altra, abbattendo un buon numero di nemici. Atterrò accanto a Thorin e tirò fuori i suoi pugnali.
«Intendi stare lì a fissarmi o mi concedi l'onore di combattere al tuo fianco, mio Re?» ghignò Cora.
Non ci fu bisogno che Thorin aprisse bocca. Il suo tornare a combattere era una risposta più che eloquente. Cora sfoderò il suo sorrisetto beffardo e affondò il pugnale nella pancia di un orco. Ne sgozzò un altro paio con un colpo solo, per poi spiccare un salto notevole. Lanciò i pugnali e diversi orchi caddero senza vita. Atterrò e si riprese i pugnali. Si lanciò su uno di quei mostri grossi il doppio degli orchi, ferendogli le gambe e facendolo crollare a terra. Thorin finì il lavoro per lei. Intorno ai due c'erano ammassati un sacco di corpi. Si presero brevi secondi per riprendere fiato. Dopodiché tornarono a combattere. Thorin sentì la voce del cugino e si fece strada verso di lui. Cora spiccò un salto e fece apparire nuovamente le ali. Volò sulle teste dei nemici e prese a bersagliarli di frecce, che prendevano fuoco prima di colpire il bersaglio. Stava incoccando l'ennesima freccia, quando sentì la voce di Thorin. «Attenta!». Cora si girò verso di lui e vide un orco lanciare la spada nella sua direzione. Fortunatamente a colpirla non fu la lama, ma l'elsa. Ma il colpo, che le arrivò dritto in faccia, fu sufficiente per farla precipitare. Cadde sopra gli orchi, stendendoli col suo peso. Ma altri si facevano avanti. Cora sentiva la testa girarle, ma cercò di mettersi in piedi. Sfortunatamente il suo corpo non rispondeva agli ordini e rimase a terra, boccheggiando. Un momento. Aveva bisogno di un momento per riprendersi. Un orco approfittò della sua momentanea vulnerabilità e corse verso di lei. Alzò la spada, guardando Cora negli occhi. Lei non diede all'orco la soddisfazione di vedere paura nei suoi occhi. L'orco calò la spada. Cora riuscì a spostarsi abbastanza per non essere uccisa. Pure con questo sforzo non riuscì a mettersi in salvo del tutto. La spada sprofondò nel suo fianco. Cora si morse la lingua, per evitare di urlare. Guardò l'orco dritto negli occhi e ghignò. Quello emise un verso di frustrazione e tentò nuovamente. Thorin arrivò in groppa ad una capra, urlando, e sgozzò l'orco. Fece girare la capra intorno a Cora, porgendole la mano. Lei la prese senza esitazioni e Thorin la tirò su, nella groppa. Cora si permise di appoggiarsi a Thorin, cercando di riprendere le forze. Thorin fece proseguire la capra verso Collecorvo, per far fuori Azog una volta per tutte. Una volta arrivati aiutò Cora a sedersi. La guardò un momento negli occhi, poi cercò la sua ferita. C'era la sua mano sopra, per evitare che il sangue uscisse. Ma usciva comunque. La guardò di nuovo negli occhi e Cora poté vedere il suo terrore nei suoi occhi.
«Non preoccuparti. Sono sopravvissuta ad una delle loro frecce avvelenate. Sopravvivrò anche a questo» gli disse.
Thorin le mise una mano sul viso. Si strappò una manica e la usò per fasciarle fianco. Si alzò e guardò il punto dove Azog comunicava gli ordini, ma non vide nessuno. Mandò Kili e Fili a controllare, ordinando loro di non agire se avessero visto qualcosa. Dwalin attirò l'attenzione di Thorin, indicandogli i Goblin in avvicinamento. Kili e Fili fecero quanto detto dallo zio. Dwalin e Thorin rimasero a combattere. Diversi goblin si avvicinarono a Cora, che, anche se ferita, continuava a bersagliarli di frecce. Thorin le si avvicinò e le fece da scudo, impedendo a chiunque di avvicinarsi a lei. Cora lanciò uno sguardo al cielo. Alzò un braccio in alto e fece apparire, per brevissimo tempo, un fulmine. Nessuno sembrò notarlo. I due Nani riuscirono ad abbattere tutti i goblin e poterono prendersi un momento per recuperare fiato. Thorin si voltò verso Cora e guardò nuovamente la sua ferita. Era preoccupato. Cora gli prese il viso e lo sollevò, facendo incontrare i loro sguardi.

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