Capitolo 8 - La Cerimonia della Scelta: Seconda Parte

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La mia mano è bloccata nella stretta morsa di Anton. Mi fa male. Ad entrambi, le nocche sono diventate bianche e sudate mentre le dita si incrociano l'un l'altre. I nostri sguardi sono fermi, immobili, poggiati sulla schiena coperta da una maglietta arancio di Nancy. Lei si volta nella nostra direzione, donandoci il suo sguardo. I suoi occhi sono sull'orlo del pianto ma accenna comunque un sorriso. Non per cattiveria, deduco; ma perché vuole farci capire che sarà lì il luogo in cui sarà davvero felice. Raggiunge gli altri membri Eruditi mentre questi cominciano a stringerle la mano e a darle leggere pacche sulle spalle.

Le mie labbra sono aperte. Ero sicura - o almeno, speravo - che Nancy sarebbe restata tra i Pacifici. Non avrei mai pensato che la ragazza sempre felice e senza pensieri, costantemente saltellante ovunque andasse, avrebbe abbandonato il suo luogo di nascita e crescita. Per diversi anni, ho riconosciuto l'abbandono da parte di altri ex membri dei Pacifici che erano visibilmente a disagio nel nostro mondo, ma la scelta di Nancy mi ha davvero sorpresa. Inoltre, ritenevo la scelta sbagliata soprattutto per una motivazione: era quella degli Eruditi la Fazione che dava maggior importanza al pericolo dei Divergenti. Lì sarebbe stata più controllata e non avrebbero avuto pietà per lei se fosse stata scoperta.

Janine Matthews guarda orgogliosa Nancy, come se fosse stata lei a creare questa nuova promessa negli Eruditi. Dopodiché, comincia a richiamare nuovi sedicenni per la scelta.

«Tessa McCollough» dice la calma voce della capofazione degli Eruditi. In quell'istante, la mano di Anton mi stringe ancor di più. Vorrei dirgli che mi sta davvero facendo male ma sono lieta di sentire il suo caldo tatto su di me.

Lo guardo. Lui ricambia.

Accenno un sorriso mentre lacrime minacciano di rigare le guance. Mi alzo e mi dirigo verso le cinque coppe. Tremo e rigiro nervosamente le mani sudate. La mia mente era invasa da mille pensieri, talmente tanti che era complicato capirne anche solo uno. Janine mi porge il pugnale e io l'afferro senza smettere di fissarla. I suoi occhi sono piccoli ma gli occhiali che sono poggiati sul suo naso appuntito li rendono leggermente più grandi. Sono di un bellissimo azzurro, simile ai suoi abiti ma molto più cristallini.

Sposto lo sguardo sulle due coppe che gareggiano per ricevere la mia goccia di sangue. Sono vicine, entrambe nell'estrema sinistra. La coppa degli Abneganti contiene sassi grigi, tutti della stessa forma, qualcuno più grande, qualcuno più piccolo. Quella degli Intrepidi contiene carboni ardenti dal quale non cessa la fuoriuscita di fumo caldo. Poso la lama sul mio palmo e, cercando di essere il più svelta possibile per non sentire dolore, mi taglio. Il sangue fuoriesce dalla ferita e con il mignolo premo contro per crearne una goccia.

La goccia che cambierà la mia vita.

Finalmente so. So cosa fare. So su quale allungheró il braccio per far colare il mio sangue. E così, senza esitare, lo faccio.

Il sangue cola mentre, dal punto dei carboni ardenti in cui è caduto, viene emanato uno schizzo di fumo.

Sono coraggiosa. Sono Intrepida.

***

Si levano gridi di esultanza dall'angolo in cui siedono gli Intrepidi. Riesco a capire solo alcune voci che urlano 'Vai!', o 'Siamo i migliori!'.  Io, ho ancora il braccio allungato sulla coppa dei carboni. Mi ci vuole qualche secondo perché io riprenda il controllo dei movimenti del mio corpo per voltarmi verso Anton.

Ho paura. Temo di vedere il suo volto rigato dalle lacrime per una nuova delusione. Temo di guardarlo mentre lui mi lancia uno sguardo di disprezzo per la mia scelta. Ed invece, lui è lì. I suoi occhi sono asciutti e dalle sue labbra si accenna un leggero sorriso. Non posso far altro che ricambiare. Tra tutte le ipotesi che mi ero fatta su di lui prima di guardarlo, non mi ero aspettata questa sua reazione.

Raggiungo gli Intrepidi che mi danno potenti pacche sulla schiena. Sono costretta a poggiarmi sul bracciolo di una poltrona per non cadere. Barcollando, arrivo tra gli altri iniziati Intrepidi. La maggior parte sono interni. Ci sono solo, per ora, cinque trasfazione: due Candidi, due Eruditi e una Pacifica, ovvero me. Sollevo lo sguardo verso le schiene - perché è tutto ciò che riesco a vedere - degli alti e muscolosi Intrepidi che mi trovo davanti. Continuano a scambiarsi commenti e ci vogliono ripetuti ordini di silenzio perché tutti zittiscano.

Janine continua a chiamare nuovi ragazzi. Diversi altri trasfazione raggiungono gli Intrepidi. Alla fine, arriva il turno di Anton. Si alza, composto, e raggiunge deciso la direzione delle cinque coppe. Determinato, prende il pugnale e la punta si conficca nella carne della sua mano. Una goccia di un rosso intenso proveniente dalla ferita cattura la mia attenzione. In questo momento mi sento come nel giorno della Cerimonia della Scelta di mia sorella: sono curiosa e impaziente di vedere dove colerà il suo sangue. Distende la mano e la goccia rossa cade tra i carboni.

È coraggioso. Siamo coraggiosi. Siamo Intrepidi.



The Divergent Series: By Tess - DivergentWhere stories live. Discover now