Epilogo

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Misi gli ultimi funghi perlacei dentro la borsa. L'odore fruttato che emanavano mi stava già facendo girare la testa nonostante il fazzoletto che mi ero avvolta intorno al viso.

Il sottobosco era freddo e pieno di molti ingredienti. Riempii le varie borse e solo dopo che li vidi straripare decisi di richiamare Mazu con un fischio.

Il grande famiglio assomigliava a un fenrisulfr ma aveva un manto bianco candido e un paio di corna ritorte gli spuntavano dalla testa. La grande sella era ancora fissata e mi bastò legare le borse stracolme di ingredienti ed eravamo pronti a partire.

Ero stata lontana da casa per ormai una settimana e nonostante avessi provato ad accorciare i tempi il viaggio fino alle Terre dei kappa era sempre lungo.

Saltai in sella spronandolo ad andare. Il suo passo veloce e agile nella foresta mi faceva guadagnare molto tempo ma avevo comunque un viaggio in barca da affrontare.

Un paio di giorni e finalmente toccai la sabbia delle Terre di Eel. Ero finalmente tornata a casa ed ero impaziente di finire il mio lavoro.

Mazu fece un ultimo scatto finale saltando i gradini due a due fino a precipitarsi dentro le mura della città. Molte cose erano cambiate in quei sette anni che erano trascorsi. Grazie al sacrificio dei due aengel la vita su Eldarya era ancora possibile e non potei che ringraziarli passando davanti al grande ciliegio. La statua di Leiftan che si ergeva immobile a un lato del grande albero. Sospirai e continuai il mio viaggio verso il mercato.

Mazu si fermò proprio dietro alla mia boutique. Aprii la porta e sistemai velocemente i nuovi ingredienti in magazzino. In questi anni molte nuove specie di famigli e piante erano spuntate su questo mondo. Dopo un po' di tempo ero diventata abile a riconoscere, catalogare e poi vendere nuovi ingredienti d'alchimia alla Guardia. La mia boutique era diventata un punto importante di smercio di rari ingredienti provenienti oltre il mare che circondava le Terre di Eel.

«Indina, com'è andata in questi ultimi giorni?»

La ragazza si girò, la sua coda per poco non fece cadere qualche barattolo nei ripiani più bassi delle scaffalature.

«Oh sei tornata! Tutto bene, Charlie mi ha dato una grande mano. Credo ti stia aspettando per parlare della nuova raccolta?»

«Sì sì ma ora ho qualcosa di molto più importante da fare, posso lasciarti la boutique ancora per un po'?»

«Certamente capo!» disse lei gioiosa mettendosi sull'attenti. La sua coda questa volta prese in pieno un vasetto facendolo cadere. Fortuna che lo prese al volo prima che si infrangesse al suolo.

Uscii dalla porta principale fermandomi un secondo all'ingresso. "Piume bianche" era il nome che avevo voluto dare al mio negozio in onore di quell'unica piuma bianca che Leiftan si era lasciato dietro. Dopo tutti quegli anni quella sola reliquia era ancora incastrata vicino al mio orecchio insieme a una piuma blu di Raini.

Mi avviai a grandi passi verso i giardini alla ricerca di Kudo. La simpatica ragazza mi stava facendo un enorme favore visto che ero molto impegnata nei mesi primaverili. La fioritura di così tanti fiori e ingredienti mi tratteneva lontano da casa per molto tempo.

«Buongiorno!» dissi scuotendo la mano avvicinandomi alla ragazza.

Lei si girò con in braccio un paio di bambini, uno di loro le aveva preso una lunga orecchia a punta e gliela tirava come se volesse allungargliela ancora. La sua piccola luna in mezzo alla fronte brillava leggermente di giorno ma adesso sembrava essere quasi invisibile da quanto era stanca.

«Fortuna che sei tornata! Non ce la faccio più, tieni qua!» disse mollandomi in mano i due piccoli bambini che cambiarono obbiettivo iniziando a sgarbugliare le mie code che avevo ancora accuratamente avvolte attorno al ventre.

«Hey!»

Cercai di allontanare le code da quei due monelli ma riuscirono comunque ad afferrarne una a testa.

«Kudo, così non vale! Non puoi mollarmi due pesti del genere!» dissi ridendo.

Lei tirò su dall'acqua un terzo bambino e poi tornò a riprendere le due pesti «Scusa, so che sei un po' di fretta... Laily non si mangia quello!» rimproverò una bambina che cercava di mangiare una foglia rossa di un cespuglio «Scusa... Vai nella sala del Cristallo, era... Laily!»

Si allontanò da me come un tornado cercando di non far mangiare quella foglia alla bambina ma avevo già la mia risposta.

Corsi il più velocemente possibile nella sala saltando anche qualche gradino della lunga scalinata.

Non venivo spesso in questa stanza. Dopo il Sacrificio Bianco era diventato una sorta di santuario in onore dei due aengel che si erano sacrificati.

Il perché non amavo particolarmente quel posto era perché nel grande Cristallo era ancora possibile vedere i nostri due salvatori. Erika e Leiftan erano sospesi in mezzo al grande Cristallo che ora scintillava tenue come una grande tomba immacolata. Vederlo lì, sospeso immobile, mi si strinse il cuore.

«Sarah?»

Chiamai il suo nome ma non la vedevo da nessuna parte. Girai intorno al cristallo e poi una piccola bambina sbucò da dietro un mucchio di candele.

Aveva i capelli biondo grano e due grandi occhi verdi le illuminavano il volto. Era stesa sul pavimento, qualche foglio sparso a terra completamente scarabocchiato. Le sette code a piuma bianche si agitavano lente in sincronia con la mano che ancora scarabocchiava.

«Sarah?!»

La bambina alzò la testa dal foglio e mi corse incontro come un fulmine. La presi in braccio facendola girare un paio di volte. Le diedi un bacio sulla guancia e poi le scarmigliai i capelli oro.

«Guarda, guarda!» tirò fuori un disegno per mostrarmelo

«È magnifico!» dissi facendole una pernacchia sul collo «Ti va di fare un giro al mercato? Ho visto Purral che girava con quelle deliziose mele rosse...»

«Sììì!»

Raccolsi le ultime cose che si era lasciata dietro e presi Sarah per mano avviandomi all'uscita. Ma lei si fermò sulla soglia della porta strattonandomi il bordo della casacca.

«Mamma...»

Mi fermai girandomi verso di lei «Sì, tesoro?»

Lei puntò un dito verso il Cristallo «Mamma, mi racconti di nuovo la storia dei due aengel?»

Le sorrisi invitandola a uscire da quella sala e mentre scendevo i gradini iniziai a raccontare con voce solenne «Molto tempo fa, prima che tu nascessi, c'era un daemon nascosto tra queste mura. Ma questo era un segreto per tutti anche se io conoscevo bene quel daemon e...»

Mi accorsi che al mio fianco non c'era Sarah e mi guardai indietro vedendola ferma sulla soglia mentre osservava il Cristallo.

«Sarah?»

La bambina si girò con un sorriso in volto saltellando per i gradini. Una piccola treccia al lato del collo saltò fuori. Era stretta ed era fissata in fondo con una piccola perlina azzurra.

«Arrivo mamma!»

Piume bianche - The OriginsWhere stories live. Discover now