Dubbi e indecisioni

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Tornammo nelle Terre di Eel qualche giorno dopo. Il senso di colpa che mi attanagliava per il mio tradimento non accennava a sparire, anzi sembrava peggiorare di metro in metro. Ero ben consapevole dei miei errori e non mi sarei tirata indietro dalle conseguenze. Solo, come avrei potuto dirgli tutto questo?

In pochi giorni il mio intero mondo si era distrutto.

Il mio tradimento, il segreto terrificante di Leiftan e le crepe che iniziavano a intravedersi sempre di più tra me e gli spiriti. La fiducia reciproca tra tutti noi si era inevitabilmente incrinata e per colpa di chi? Mia... e non solo.

Con il cuore in gola e il sudore freddo per la schiena, scesi dal famiglio al limitare della foresta. Le grandi chiome che riparavano dal sole cocente delle pianure. Ero stata ben distante da Leiftan per tutto il viaggio. Erika non era di molta compagnia dato che era incantata da Valkyon. Anche un bambino si sarebbe accorto che tra loro era nato qualcosa.

E così passai il tempo in compagnia di Rea. La ragazza sembrava distrutta. La battaglia al tempio l'aveva sicuramente stremata ma vedendo la mia faccia lunga aveva cercato in più modi di tirarmi su di morale. Apprezzavo molto la sua compagnia e in quel momento sembrava essere rimasta l'unica persona sulla quale potessi contare.

Una volta messo i piedi a terra Rea si occupò del famiglio insieme ad altri membri della Guardia. Io ero rimasta lì immobile con le mie borse in mano. Guardai in lontananza fino al margine della foresta. Kaito era seduto su un grande masso pieno di muschio a lisciarsi una delle lunghe code.

Appena mi vide saltò giù dalla roccia ma senza muoversi, aspettava che facessi io la prima mossa.

Ogni centimetro che mi separava da lui era un'agonia ma mi costrinsi a camminare, un passo dopo l'altro. Non sapevo cosa avrei fatto una volta arrivata di fronte a lui ma di sicuro non potevo rifiutarmi di incontrarlo per sempre.

A qualche passo da lui vidi il suo viso sorridente, quell'aura così familiare e rassicurante mi avvolsero completamente. Ma non potevo non pensare ai miei errori. Avevo deciso lungo il tragitto che gliene avrei parlato ma come? Dovevo forse sputare la verità così o forse avrei dovuto prendermi il mio tempo?

I miei pensieri si accavallarono e mi fermai come ghiacciata a poca distanza da lui. Mi guardò confuso coprendo in poco tempo lo spazio che ci divideva. Mi strinse in un abbraccio e mi diede un leggero bacio sulla fronte e a quei teneri gesti sentii un brivido sulla schiena.

«Aly, c'è qualcosa che non va? Tremi come una foglia...»

Cercai di sembrare il più naturale possibile arrangiando una scusa «Mi è solo venuto un piccolo brivido, il sottobosco è veramente freddo.» mentii spudoratamente non riuscendo ad affrontare quell'argomento proprio ora.

Kaito mi avvolse un braccio attorno alle spalle prendendosi carico della borsa che avevo ancora stretta in mano. Mi condusse gentilmente verso le mura con un sorriso sul volto vedendomi di nuovo al suo fianco. Abbassai lo sguardo osservando i fili d'erba che spuntavano sul sentiero passare davanti ai miei occhi. Non riuscivo a sopportare il sorriso raggiante di quel ragazzo che mi stava accanto.

Provai più volte a sollevare la questione, volevo liberarmi di quel peso non potendo sopportare che una persona così dolce ne venisse oscurata. Ma non sapevo come iniziare, mi sembrava di essere diventata muta tutto d'un colpo. Forse avrei dovuto aspettare di essere solo noi due...

Nonostante i miei buoni proposti non riuscii a parlargli. Il mio senso di colpa mi tenne sigillata la bocca consapevole che se avessi detto anche solo una parola il sogno in cui ero immersa si sarebbe infranto.

Non era quello che avevo sempre voluto? Kaito sembrava in tutto e per tutto il ragazzo ideale di cui innamorarsi, o almeno il mio ideale. Con lui tutto era perfetto e mi sembrava di vivere la vita senza problemi. Ogni cosa era come l'avevo sempre sognata.

Piume bianche - The OriginsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora