Le Terre di Eel

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L'aria piena di salsedine mi pungeva le narici ma era in qualche modo divertente. Seduta sulla prua della nave guardavo il mare sconfinato sfilare davanti a me.

Alcuni pesci libellula ci seguivano da qualche giorno e svariati perlyfinn saltavano sul pelo dell'acqua. La loro pelle rosa brillava tra le onde del giorno.

«Stai bene?» chiese Kaito sedendosi proprio dietro di me.

«Una meraviglia!»

Quando girai lo sguardo però vidi il povero ragazzo di una strana sfumatura verde. A quanto pare non sopportava molto bene i viaggi per mare.

Mi appoggiai al suo petto inebriandomi del profumo di cenere che lo impregnava. Cercavo di dargli un po' di conforto in quel momento ma non potevo davvero fare gran che.

Il viaggio durò quattro giorni. Nonostante l'ambiente ristretto della barca, noi tre cercavamo sempre di stare lontano dagli altri. Specialmente Raini, sembrava non apprezzare la presenza del lorialet.

Quando, ormai in tarda nottata, vedemmo terra in lontananza ne fummo sollevati. Kaito si precipitò giù dalla barca senza neanche aspettare la passerella. Saltò giù in un movimento felino. Dalla sponda della barca gli feci una linguaccia mentre lui era ancora piegato in due dal mal di mare ma sembrava riprendersi velocemente.

Eravamo sbarcati in una piccola spiaggia dalla sabbia bianca, un'enorme falesia si stagliava davanti a noi impedendoci di vedere oltre.

Alcune lanterne furono accese e la barca venne lentamente scaricata. Dopo una decina di minuti Eweleïn ci raggiunse.

«Seguiteci.»

Ci alzammo da terra e in silenzio seguimmo i due ragazzi che con passo sicuro salivano una ripida scalinata scolpita nella falesia. Kaito, dietro di me, reggeva alta una lanterna per fare luce sul nostro cammino. Ero abbastanza stanca per via dell'orario e riposare su delle cuccette strette non era il massimo per me.

In silenzio attraversammo le piane sopra la falesia, non c'era nessun rumore a parte il frusciare lento dell'erba alta illuminata da una tenue luna.

Arrivati davanti alle immense mura del Quartier Generale io e Kaito ci fermammo a guardarle un attimo affascinati. Non avevamo mai visto qualcosa di così alto e maestoso.

Passammo i controlli posti all'ingresso e, sempre in silenzio, iniziammo a vagare in una zona abitativa e poi per quello che doveva essere il mercato. Tutte le bancarelle erano chiuse e il silenzio regnava sovrano.

Kaito iniziò a cercare qualcosa nella sua borsa.

«Cosa cerchi?» chiesi avvicinandomi a lui e reggendogli la lanterna per aiutarlo.

«Cerco il contr...»

«Hey di qua. Se non ci sbrighiamo sarà un problema trovarvi un paio di stanze.» lo interruppe Leiftan poco più avanti.

«Non servirà.» disse deciso Kaito trovando finalmente ciò che cercava «Il mio nuovo socio ci ha messo a disposizione un alloggio per noi. Mi basterà sapere dove andare.»

Vidi Leiftan sbiancare e rimanerci di sasso. Vedendolo immobile l'infermiera si avvicinò a noi e ci indicò la strada verso il nostro alloggio.

Ci separammo nella piazza centrale del mercato. Nel primo pomeriggio sarei andata da loro per discutere della missione che volevano affidarmi ma ora era tempo di riposare.

La casetta che ci era stata lasciata era molto essenziale ma comoda. Poggiai le mie borse in un angolo e sospirai distrutta.

Kaito chiuse la porta dietro di me e con una sola falcata si avvicinò a me stringendomi in un abbraccio che mi sollevò da terra.

Piume bianche - The OriginsWhere stories live. Discover now